Kočani  - © Denis Kvarda/Shutterstock

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I genitori delle decine di ragazzi morti nel tragico incendio della discoteca “Pulse” di Kočani, Macedonia del Nord, non smettono di scendere in piazza in cerca di giustizia. L’incendio, denunciano, è figlio di un sistema corrotto e irresponsabile

09/05/2025 -  Aleksandar Samardjiev Tetovo

Con marce di protesta intitolate "Reazione tardiva", ogni sabato con inizio simbolico alle 12:05, le famiglie delle vittime dell'incendio nella discoteca Kočani chiedono cambiamenti sistemici nel Paese e processi equi per i responsabili della morte di 62 giovani.

Per il mortale incendio nella discoteca la notte del 17 marzo, la Procura sta indagando su circa 70 persone, molte delle quali attualmente in custodia cautelare.

Le famiglie ritengono che il sistema corrotto, in vigore da decenni, abbia ucciso i loro figli e chiedono che i funzionari ne rispondano. Hanno anche tenuto una protesta nella capitale Skopje, dove hanno marciato verso diverse istituzioni, come la Procura, il Parlamento e poi il ministero dell'Interno.

Al ministro dell'Interno Pance Toshkovski hanno chiesto di spiegare perché non sia stato avviato alcun procedimento o perché diversi funzionari in carica non siano stati arrestati, al che lui ha risposto di volersi dimettere, ma di non averlo fatto per non interrompere le indagini.

Le famiglie sostengono che la tragedia di Kočani sia conseguenza del fatto che lo Stato è guidato da trent'anni da persone nominate dai partiti politici, non da professionisti, spinte dalla corruzione e dall'abuso di posizione per ottenere vantaggi personali.

I genitori delle vittime sottolineano di essere venuti a conoscenza delle irregolarità nella gestione della discoteca, come la licenza contraffatta, la mancanza di un'adeguata protezione antincendio e la violazione di diverse norme e regolamenti.

I cittadini presenti ai cortei portano striscioni con la scritta "Il sistema corrotto ha ucciso i nostri figli", "I nostri angeli meritano giustizia", "Basta con la giustizia selettiva", "Questo non è un incidente, è un omicidio". Affermano che tali proteste continueranno finché tutti i responsabili del tragico evento non saranno identificati e puniti.

"Continueremo a ricordare ai leader di questo Paese 'marcio' che siamo qui e fino all'ultimo respiro chiederemo giustizia per tutti coloro che sono morti e sono rimasti feriti il 16 marzo, perché abbiamo seppellito i nostri figli a causa degli errori di qualcuno, perché qualcuno era corrotto, perché ha abusato della sua posizione per denaro, per tornaconto personale. I nostri figli non ci sono più, ma giustizia deve essere fatta", ha dichiarato Julia Zlatkova, una delle madri durante una delle proteste a Kočani.

Il numero delle vittime è salito a 62. Dopo l'incendio in cui hanno perso la vita 59 persone, altri due giovani, che erano in cura in Lituania, sono morti un mese dopo a causa di gravi ustioni.

Anche un autista di ambulanza che aveva trasportato i feriti a Skopje per ben undici volte quella fatidica notte e che aveva lavorato senza sosta per più di 18 ore, è morto di infarto.

L'attuale sindaco di Kočani, Ljupčo Papazov, è stato arrestato nell'ambito del caso. Alla fine si è dimesso e, per la prima volta, è stato eletto un sindaco facente funzioni che non provenga da uno dei due partiti finora al potere, SMSD e VMRO-DPMNE: Venko Krstevski, l'unico consigliere eletto come candidato indipendente.

Durante la stessa sessione elettorale si è dimessa Kristina Atanasova Arsova, consigliera del VMRO-DPMNE, il partito dell'attuale sindaco Papazov.

Ha spiegato che l'amministrazione ha tradito la fiducia dei cittadini, non mantenendo le promesse di risolvere i problemi della popolazione e agendo nell'interesse della dirigenza locale. Anche suo figlio è tra i feriti nell'incendio.

L'incendio ha anche evidenziato le pessime condizioni delle forze di protezione antincendio, un tema ripetutamente sollevato dai media macedoni. Mentre lo Stato acquista nuovi veicoli per i funzionari governativi, i vigili del fuoco lavorano con camion e cisterne vecchi di decenni, per lo più ricevuti in donazione.

Il Corpo dei Vigili del Fuoco di Kočani impiega 16 persone, anche se, in base alla popolazione del territorio, dovrebbero essercene almeno 33. L'età media dei vigili del fuoco è di 48 anni.

Dopo il tragico evento, il secondo corpo di questo tipo in città, l'Associazione dei Vigili del Fuoco Volontari di Kočani, ha ricevuto in donazione un'autopompa e attrezzature di protezione individuale e soccorso dai colleghi in Germania. Due nuove ambulanze sono state donate all'Ospedale di Kočani, anch'esso dotato di veicoli obsoleti.

Alcuni media hanno riportato che, nella fatidica notte, un'autopompa è stata utilizzata in modo tale che un vigile del fuoco dovesse essere sempre al posto di guida per azionare i freni, poiché altrimenti non avrebbe potuto rimanere in posizione.

Molti eventi si stanno svolgendo in tutto il Paese e a Kočani per raccogliere fondi per aiutare le famiglie delle vittime e degli oltre 190 feriti, alcuni dei quali ancora ricoverati in ospedale.

Si sono tenute diverse partite di calcio, aste d'arte ed eventi simili. È stata lanciata la campagna online "Support Kočani ", che unisce diverse organizzazioni, in modo che persone fisiche e giuridiche possano donare direttamente sui conti dei feriti e dei familiari delle vittime.

Per l'incendio, il partito Levica ha chiesto un'interrogazione per il ministro dell'Interno Pance Toshkovski, ma la maggioranza ha respinto la mozione con 72 voti su 120, contro il sostegno di SDSM e DUI.

A seguito del caso della discoteca "Pulse", alcune organizzazioni della società civile hanno chiesto alle istituzioni di riesaminare e riaprire diversi casi meno recenti con un elevato numero di vittime, come l'incendio nell'ospedale di Tetovo, con 14 pazienti ustionati, e gli incidenti stradali degli autobus di "Besa Trans" e "Durmo Tours", che hanno causato la morte di oltre 60 persone.


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