Rijeka/Fiume ha una nuova e avveniristica biblioteca comunale, la "Gradska knjižnica Rijeka", in un'ex area industriale riqualificata e presto trasformatasi come un vero e proprio polo culturale per la città. Nostro reportage
Giorno di autunno anticipato, con temperature che in 24 ore sono calate dai torridi 38 ai più miti 18 gradi. Di solito, a metà settembre a Fiume si respira ancora un intenso profumo di macchia mediterranea, si può girare in japanke – letteralmente le “giapponesi”, le ciabatte infradito – bermuda e magliettina di cotone, e dopo il lavoro si corre sul lungomare di Abbazia/Opatija per preservare l’abbronzatura. Ritrovo invece una città grigia e bagnata, che ha preso alla sprovvista chi è uscito di casa stamattina. Si mescola chi testardamente è vestito come ieri e cerca di nascondere la pelle d’oca, con chi impaurito da potenziali raffreddori è già infagottato come fosse autunno inoltrato.
A pochi metri dalla stazione dei treni, la targa appesa alla destra dell’arco d’ingresso all’ex area industriale Benčić ricorda che, grazie a un progetto europeo, la città ha da pochi mesi una nuova e avveniristica biblioteca comunale, la “Gradska knjižnica Rijeka ”. Dal 1966 fino a poco fa, la biblioteca centrale di Fiume aveva sede nel “Palazzo Modello” - costruito nel 1882 su progetto degli architetti viennesi Fellner e Helmer - situato lungo il “Korzo”, la via pedonale che attraversa il centro.
Lo spostamento in altra area era stato pensato già nel lontano 2012, con l’idea da un lato di trovare uno spazio più ampio per il corposo fondo di libri, dall’altro di riqualificare il complesso industriale rimasto in stato di abbandono: nato nel 18esimo secolo come zuccherificio, poi diventato manifattura di tabacchi e infine sede della fabbrica di motori Rikard Benčić dal 1945 al 1995, quando è stato chiuso.
Come mi ha raccontato Niko Cvjetković, direttore della biblioteca, oggi la Gradska knjižnica è un polo culturale: “Nelle diverse strutture di quel complesso industriale, è nato un vero e proprio quartiere artistico, l’“Art-kvart Benčić ”: la biblioteca è stata realizzata in quello che viene chiamato palazzo T, per la sua forma, accanto ad un altro edificio a forma di H che ospita il Museo di arte moderna e contemporanea (MMSU ), il Museo civico e a poca distanza il palazzo di mattoni rossi oggi ‘Casa dei bambini’”.
Superato l’arco, il camminamento che porta alla biblioteca attraversa un ampio spazio puntellato di aiuole, su cui si affaccia anche la Casa dei bambini. Entrambi sono stati realizzati con il progetto promosso dalla città di Fiume assieme ad altri partner locali “Revitalisation of the Benčić complex– Brick and T-buildings Description ”, nell’ambito del programma operativo ““Competitiveness and Cohesion 2014-2020”, per un valore totale di 12.182.693 euro cofinanziato dall’Ue per il 55%.
Il palazzo in mattoni rossi, la “Casa dei bambini ” che si estende su un’area a più piani di 2.717 metri quadrati , dove i giovani da 0 a 14 anni di età possono leggere, divertirsi, partecipare a laboratori, vedere film, è stato ricostruito su progetto dell’architetto Saša Randić e inaugurato nel marzo del 2021.
Mentre mi incammino verso la biblioteca, incrocio una giovane donna uscire dalla Casa, con un bimbo che di corsa si lancia verso il prato. “Venite spesso qui?”, le chiedo. “Appena posso! Lui è incontenibile”, dice indicando il figlio di circa quattro anni, “e qui abbiamo tutto. Dentro incontra altri bambini, legge e gioca… io così posso chiacchierare e rilassarmi con altri genitori, anche fuori seduti a questi tavolini. Quando è bel tempo, non certo oggi…” risponde sorridendo.
“Više od slova” (più delle parole) è lo slogan che accoglie i visitatori all’ingresso della biblioteca, anticipando i messaggi di invito scritti su ogni gradino della scala che porta alla ricezione: uno spazio non solo per la lettura ma anche di socialità, incontro e dibattito. Ciò che colpisce subito è la luminosità, dovuta non solo a pareti di vetro e mobili bianchi, ma soprattutto alle grandi finestre con vista aperta e ai soffitti altissimi che ricordano, assieme alle colonne e alle travi dal disegno industriale, l’origine di questo palazzo.
Radici storiche e innovazione si intrecciano senza soluzione di continuità, oltre che nell’architettura, anche nei servizi proposti nei tre dei quattro piani aperti al pubblico su un’estensione netta di 4.530 metri quadrati. Innanzitutto al pianterreno, accanto alla sala incontri e allo spazio lettura dei quotidiani, il settore per i giovani, chiamato “Rasadnik” (Vivaio). Racconta Niko Cvjetković, che è stato pensato perché non fosse solo “mediateca”: “Infatti ci sono una sala di registrazione con alcuni strumenti musicali, uno studio di montaggio audio, una sala cinema”.
Giovani che trovo seduti al piano dedicato alla ricerca scientifica, che comprende persino alcune “tihe sobe” (stanze del silenzio) completamente isolate con pareti di vetro dal resto del piano, per assicurare il massimo della concentrazione. “Sei di Fiume? Studi qui?” chiedo sussurrando a una ragazza appena uscita da una di queste stanze. “Sì sono di Fiume, ma non studio qui, sto frequentando l’università in Italia... perché qui a Fiume ho frequentato le scuole italiane e così, sapendo già la lingua, mi è stato facile…”. Sta preparando la tesi, mentre è in visita alla famiglia: “Quest’estate, ho quasi consumato le suole tra questa biblioteca e il mare, dove mi sposto di solito al pomeriggio! Ma altre volte mi trovo al piano di sotto con gli amici...”.
Sono tanti i giovani che vivono la biblioteca come luogo dove studiare e socializzare. Oltre 100mila gli ingressi dei primi sei mesi dall’apertura. Un dato che, aggiunge Cvjetković, “da solo, dimostra quanto i cittadini hanno accolto non solo la biblioteca nella sua nuova concezione e funzionamento, ma anche la nuova sede e l’intero quartiere culturale.” Una concezione che vede tutti gli enti di questo quartiere ex-industriale a collaborare in ogni attività, inter-agendo, conclude il direttore della biblioteca, “affinché i cittadini percepiscano Art-kvart come un corpo unico”.
Scendo in ascensore – anche questo di vetro – fino all’atrio di ingresso. Una signora sta inserendo dei libri nel “knjigomat”, una sorta di bancomat del libro, ma fuori orario potrebbe restituirli anche nel “knjigomat” esterno, aperto 24 ore al giorno. Per la prima volta in Croazia qui è stato usato il RFID – Radio Frequency Identification – che riconosce in automatico i libri dall'etichetta e su nastri trasportatori li fa arrivare ai vari piani della biblioteca.
Osservo rapita, attraverso le pareti di vetro, l’intricata struttura di trasporto che ha riconosciuto il volume appena consegnato e pian piano, come fosse la valigia di un turista appena sceso dall’aereo, lo accompagna nella parte finale del viaggio. Che ricomincerà, la volta prossima, quando qualcun altro lo richiederà.
Per saperne di più sulla biblioteca comunale di Fiume:
- leggi la nostra intervista al direttore, Niko Cvjetković
- guarda la nostra galleria fotografica
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Energy4Future" cofinanziato dall’Unione europea (Ue). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Energy4Future"
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