Fiale di vaccino anti covid19, sullo sfndo la bandiera croata (© Orpheus FX/Shiìutterstock)

© Orpheus FX/Shiìutterstock

Mentre Zagabria lamenta rallentamenti sul piano vaccinale anti covid 19, causati da ritardi nelle consegne da parte delle aziende produttrici, il settore del turismo inizia a pensare come fare per la stagione a venire

25/01/2021 -  Giovanni Vale Zagabria

Mentre la Croazia si avvicina alla soglia simbolica di 5.000 vittime per COVID-19 dall’inizio della pandemia, il piano vaccini nazionale accusa qualche rallentamento, a causa dei ritardi nelle consegne. Zagabria, che a fine novembre ha deciso d’urgenza la chiusura di bar e ristoranti per limitare un numero di contagi che pareva fuori controllo (si viaggiava allora a un ritmo di oltre 4.000 contagi e più di 50 morti al giorno), si prepara ora a vaccinare quante più persone possibili, con l’obiettivo di far ripartire l’economia e non perdere la prossima stagione turistica.

Due milioni di vaccinati entro l’estate

L’obiettivo nazionale - annunciato dal governo croato - è quello di arrivare a fine primavera con 2 milioni di cittadini vaccinati. Per questo, servirebbero 4 milioni di dosi, essendo necessario un richiamo dopo il primo vaccino. Ma a che punto siamo? In un articolo datato 16 gennaio, il quotidiano Jutarn ji List informava che "fino ad oggi, in Croazia sono state vaccinate 40.000 persone, tra il personale medico-sanitario e gli impiegati e gli ospiti delle case di riposo. Dalla prossima settimana, si inizierà a vaccinare le persone con più di 65 anni di età e i malati cronici negli ospedali di Fiume e Zagabria".

La Croazia sarebbe dunque attualmente in quella che è stata definita la “fase due” del processo di vaccinazione, ovvero quella che riguarda gli over 65 e che viene gestita dai medici di famiglia. La terza fase, invece, coinvolgerà tutte le persone interessate al vaccino con meno di 65 anni di età. Secondo il giornale, che ha contattato i vari istituti regionali di sanità pubblica, tra il 30% e il 50% dei cittadini croati ha già manifestato il proprio interesse ad essere vaccinato e i medici di famiglia stanno continuando a ricevere nuove richieste. La situazione, tuttavia, è in continua evoluzione e i ritardi degli ultimi giorni sembrano aver scombinato questo piano.

Il 22 gennaio, infatti, il direttore dell’Istituto croato per la sanità pubblica (HZJZ), Krunoslav Capak, ha dichiarato di non essere soddisfatto con il ritmo di consegna dei vaccini e di essere costretto a modificare l’agenda di distribuzione. "Riusciremo a vaccinare tutti quelli che hanno già ricevuto la prima dose, ma per il momento dobbiamo interrompere la vaccinazione di nuove persone", ha affermato Capak. La colpa è delle aziende produttrici del vaccino, che hanno difficoltà a far fronte alle domande. Pfizer, ad esempio, ha ridotto del 30% le consegne in Croazia per i prossimi mesi, mentre Moderna assicura che manterrà le sue promesse ma ha accumulato un ritardo di una settimana. In totale, la Croazia ha prenotato più di 6 milioni di dosi, di cui 2,7 milioni da AstraZeneca-Oxford e 1,9 milioni da Pfizer-BioNTech.

Che stagione turistica nel 2021?

Mentre la situazione epidemiologica resta sotto controllo, con circa 600 contagi al giorno (ovvero ai livelli di metà ottobre), il settore della ristorazione chiede all’esecutivo di allentare le misure che da quasi due mesi impongono uno stop totale a bar e ristoranti su tutto il territorio nazionale (ma con qualche differenza: i ristoranti possono ad esempio vendere piatti da asporto, mentre questo è vietato ai bar che non fanno servizio cucina). La scorsa settimana, una bozza del piano elaborato dal governo per la ripresa di queste attività, trapelata alla stampa, ha scatenato le critiche dei rappresentanti del settore, che hanno parlato di «decisioni incoscienti».

Stando alle informazioni riportate dall’Associazione dei ristoratori e contenute nella bozza governativa, ad inizio marzo i ristoranti dovrebbero essere autorizzati ad aprire, mentre i bar dovranno aspettare qualche settimana in più e potranno servire soltanto ai tavolini all’aperto. Uno scenario «inaccettabile» per i rappresentanti di settore che chiedono un trattamento uguale per tutte le categorie e denunciano la mancanza di un dialogo costruttivo che porti a soluzioni di compromesso. Per il momento tuttavia, nessuna conferma o smentita ufficiale di questa road map è arrivata dal governo.

L’irritabilità e le rimostranze del settore dell’ospitalità sono dovute al fatto che, dopo un 2020 sottotono, c’è un misto di timore e aspettativa per l’estate 2021. Che tipo di turismo vivremo quest’anno e come può prepararsi la Croazia per non perdere un’attività che nel suo complesso rappresenta un terzo del PIL nazionale? Molte sono le incognite in campo, ma tutte ruotano attorno all’equilibrio tra libertà d’impresa e sicurezza sanitaria. Da parte loro, le associazioni di categoria hanno avanzato quattro richieste , tra cui figurano l’equiparazione tra bar e ristoranti (in modo da permettere la vendita di caffè da asporto), l’introduzione di una compensazione pare al 3% del fatturato 2019 e altri tipi di sovvenzioni.

In vista dell’estate invece, si discute della distribuzione dei vaccini alle persone impiegate nel settore turistico. Il ministero del Turismo ha infatti chiesto all’Istituto croato per la sanità pubblica di inserire queste persone nella lista di chi deve essere vaccinato in priorità. "Dobbiamo assicurarci che tutti quelli che vogliono essere vaccinati nel settore turistico ricevano il vaccino", ha dichiarato la ministra del Turismo Nikolina Brnjac , aggiungendo che "la Croazia ha dimostrato di essere una destinazione sicura. L’anno scorso abbiamo posto la sicurezza è al primo posto e così faremo anche quest’anno". Per la stagione turistica 2021, Zagabria intende infatti puntare sul concetto di "destinazione sicura" e si è già scelto il motto per l’estate: "Stay safe in Croatia", ovvero "Rimani al sicuro in Croazia".

Sicuramente, ha proseguito la ministra, la Croazia si oppone all’idea di "passaporti COVID" necessari per viaggiare. Al contrario, l’ingresso nel paese dovrà essere facilitato.


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