Bülent Bilmez

Bülent Bilmez

Lo storico turco Bülent Bilmez intervistato dalla Deutsche Welle spiega come in Turchia viene vista la Prima guerra mondiale, come viene inteso il ruolo di Kemal Atatürk e dove in tutto ciò si collocano i Balcani

17/06/2014 -  Senada SokoluDijana Roščić

(Originariamente pubblicato il 10 marzo 2014 dalla sezione bosniaca dell'agenzia Deutsche Welle )

Alla fine dell’ottobre 1914, l’impero Ottomano entrò nella Prima guerra mondiale come alleato della Germania e dell’Austria-Ungheria. Tuttavia, l’esercito ottomano si dimostrò ben presto troppo debole e poco equipaggiato per una battaglia su più fronti. Il risultato fu la sconfitta. È la guerra turca per l’indipendenza, arrivata dopo la Prima guerra mondiale, ad occupare il posto centrale nella storiografia turca.

Non si dovette attendere a lungo per la fondazione della Repubblica turca, erede dell’impero ottomano: fu il 29 ottobre del 1923. Mustafa Kemal Atatürk, uno dei più importanti leader dei “Giovani turchi”, diventò il “padre dei turchi” e passò alla storia come il fondatore della repubblica.

Lo storico Bülent Bilmez, presidente della fondazione indipendente per la storia “Tahir Vakfi”, con sede a Istanbul, in questa intervista per la Deutsche Welle parla dell’interpretazione turca della Prima guerra mondiale, della questione della colpa e dell’eredità del passato.

Qual è l’interpretazione della Prima guerra mondiale? Che ruolo ha questa guerra nella storiografia turca?

È difficile parlare dell’interpretazione turca della Prima guerra mondiale, perché esistono diverse prese di posizione. È sempre stata dominante quella ufficiale e kemalista, ma ci sono state anche prospettive alternative, spesso soppresse. Nella storiografia ufficiale, la Prima guerra mondiale è all’ombra della cosiddetta Guerra nazionale per l’indipendenza, scoppiata subito dopo la Prima guerra mondiale e durata dal 1919 al 1923. Questa guerra occupa il posto centrale nella storiografia turca, perché con essa nasce la Repubblica turca.

La guerra per l’indipendenza non lascia in ombra solo la Prima guerra mondiale, ma quasi tutto quello che è accaduto prima e dopo. Il personaggio principale della guerra rivoluzionaria è Mustafa Kemal, che allora non portava ancora il cognome Atatürk.

Di per sé, la Prima guerra mondiale non ha un grande ruolo, anche se nella storiografia ufficiale alcuni momenti sono stati ingranditi, come per esempio l’operazione Gallipoli (in turco ÇanakkaleSavasi). La memoria di questa battaglia per i turchi è molto importante: i nemici sono stati fermati. Dunque, si tratta di una guerra di difesa. Le battaglie di Gallipoli adesso vengono usate anche come elemento di unione: per esempio quando si tratta dei negoziati di pace con i curdi. L’importante è sottolineare che “tutti insieme abbiamo combattuto per lo stesso scopo”, turchi, curdi, circassi, ecc. Questo viene continuamente sottolineato come eroismo.

C’è un’altra battaglia della Prima guerra mondiale che viene spesso nominata nella storiografia ufficiale: la battaglia di Sarıkamış. Gli ottomani erano guidati da Enver pascià, il capo dei Giovani turchi, uno dei principali rivali di Kemal Atatürk. Il mal attrezzato esercito di Enver pascià fu costretto in pieno inverno a combattere contro i russi per superare la zona montagnosa. Morirono in migliaia durante questa operazione. La battaglia fu persa. La storia di questa catastrofe è spesso usata dai kemalisti per dimostrare come fu crudele e pessimo il rivale di Mustafa Kemal.

Come dicevo, ci sono stati anche punti di vista alternativi su questo tema: il punto di vista della sinistra e quello conservatore-islamico. La sinistra in sostanza è d’accordo con i kemalisti. Per loro l’ingresso degli ottomani nella guerra era inevitabile. Loro inoltre dicono che gli ottomani sono stati  un alleato importante,  così da ingigantire l’importanza dell’Impero ottomano. A volte l’ingresso in guerra viene visto come un errore. Ma qui bisogna ricordare che la responsabilità dell’entrata in guerra viene spostata su Enver pascià perché fu lui a guidare la prima offensiva contro i russi e ne subì la sconfitta.

È noto che la Turchia non ha partecipato alla Seconda guerra mondiale. Quando i kemalisti parlano della Prima guerra mondiale, hanno in mente sempre la sconfitta. Per questo hanno sempre ribadito la saggezza di non entrare nella Seconda guerra mondiale e che tale decisione l’avrebbero dovuta prendere anche nella Prima guerra mondiale. La sinistra ha sempre sottolineato che è stato un errore partecipare alla guerra dalla parte dei tedeschi e  degli austroungarici. Secondo loro la Turchia, l’Impero ottomano, era un paese del terzo mondo, che doveva essere diviso dalle grandi potenze. Entrando in guerra, l’impero da mezza colonia quale era diventò una colonia tedesca.

Anche la prospettiva conservatrice-islamica è molto interessante. Per loro l’Impero ottomano è di grande importanza, ma l’inimicizia verso Enver pascià è in accordo con altri punti di vista. La fine della guerra nella storiografia ufficiale è spiegata nel seguente modo: “Non siamo stati noi a perdere la guerra, ma i nostri alleati”. Un argomento molto frequente è che l’esercito dello zar dovette accettare la sconfitta, perché gli alleati avevano perso. Questo in parte è simile al punto di vista tedesco su questa specifica parte storica, quando viene detto che all’esercito “fu conficcato il coltello nella schiena”.

Chi è colpevole dello scoppio della guerra secondo la storiografia turca? Gavrilo Princip?

1914-2014, centenario dall'inizio della Grande guerra
vai al dossier

Il nome di Gavrilo Princip nella storiografia ufficiale non viene nominato spesso. È famoso come serbo o come il nazionalista serbo. Molti lo conoscono come membro dell’organizzazione terrorista “Mano nera” che come scopo aveva l’annessione della Bosnia. Il suo gesto viene realmente considerato il motivo diretto della guerra, ma la stessa guerra viene vista come una cosa inevitabile, come risultato della rivalità fra le potenze mondiali.

La posizione ufficiale in Turchia è che tutte le grandi potenze sono responsabili della guerra. C’era l’obbligo di collaborare con gli alleati e questo portò ad un effetto domino. Il vostro alleato fa guerra a qualcun altro? voi  dovete prendere posizione accanto a lui. Cosa che viene letta anche come una sorta di ironia del destino, perché l’alleato ha il compito di aiutare ad evitare o fermare la guerra, mentre in questo caso ha portato all’espansione della guerra. Dunque, alla fine, la colpa è dell’Austria-Ungheria o della Germania, perché non hanno fermato la guerra.

Ci sono attualmente nel paese correnti politiche e sociali che sfruttano ideologicamente il 1914 e le sue conseguenze?

Durante lo scorso decennio il governo islamico conservatore ha cercato di smontare le narrazioni kemaliste. La vecchia prospettiva islamica sta diventando sempre più dominante, si cristallizza una chiara identificazione con l’Impero Ottomano. Le guerre ottomane vengono sempre più definite “le nostre guerre”. Ma la Turchia è un altro paese, un altro stato. L’Impero Ottomano esisteva prima della Turchia. Il governo attuale, i politici, i giornalisti, gli storici islamici, tutti stanno cercando di idealizzare tale guerra, in particolare la battaglia di Gallipoli, per dire “noi stiamo insieme, come fratelli e sorelle”, ma questa volta prima di tutto come musulmani.

Tale sorta di glorificazione e idealizzazione della battaglia risulta come un vantaggio per l’attuale governo, perché così si possono evitare conflitti. Anche i governi precedenti lo facevano, ma per loro al centro dell’attenzione c’era Mustafa Kemal, mentre oggi si tratta di semplici persone e di patrioti. È una sorta di patriottismo islamico. Il governo attuale celebra persino anche il ricordo dell’altra grande battaglia, quella vicino a Sarıkamış, che viene usata come elemento di unificazione. Questa battaglia, anche se fu una catastrofe e una sconfitta, viene descritta come qualcosa di positivo. Proprio questa catastrofe dovrebbe portarci ad una maggiore unità: “Abbiamo sofferto insieme, siamo morti insieme, dobbiamo dunque rimanere insieme”.

Quali sono le conseguenze e l’eredità della Prima guerra mondiale? La Repubblica turca? Kemalismo?

Nei documenti ufficiali e nei libri spesso si legge che la Prima guerra mondiale per l’Impero Ottomano finì con l’Accordo di Losanna (1923). Furono introdotte nuove leggi. Il governo di Ankara era in grado, in base a queste nuove leggi, di fare resistenza. Sorse il movimento antimperialista. Ma tutto ciò aveva anche a che fare con il complesso di inferiorità: “Le grandi potenze hanno messo il mondo in ginocchia, e il nostro eroe, Mustafa Kemal, si è opposto a tutti”. È così che, secondo l’opinione ufficiale, finì la Prima guerra mondiale per l’Impero Ottomano e per la Turchia: grazie a Losanna e a Mustafa Kemal. Ma, se teniamo conto del diritto internazionale, la verità è piuttosto un’altra. Losanna fu uno degli accordi internazionali per la riorganizzazione della regione, ma dopo la Prima guerra mondiale non erano più in questione solo le grandi potenze. Si era passati alla lotta con i greci e coi nemici interni: armeni, curdi, il governo di Istanbul, ecc. Erano i nemici del governo di Ankara. Tutto  questo è stato trascurato dalla storiografia ufficiale e l’unico argomento che vale è: “Per la Turchia la Prima guerra mondiale fu conclusa dal nostro eroe Mustafa Kemal”.

Durante la Prima guerra mondiale sono stati perseguitati armeni e greci. Fu necessario per creare lo stato indipendente turco?

Le persecuzioni delle popolazioni sono un crimine legalizzato perché esisteva un accordo scritto fra stati per effettuare lo scambio di popolazione. E siccome la cosa aveva una base legale spesso non viene vista come un crimine contro l’umanità. Invece, ci sono stati anche i crimini che non erano legalizzati, come per esempio il genocidio degli armeni. Tra l’altro la pulizia etnica fu un metodo consueto fra il 1850 e il 1950: cento anni, un secolo di pulizia etnica. Non fu assolutamente necessario. Per le vittime è un crimine, ma è una sconfitta persino per quelli che sono rimasti. Un paese senza un popolo con cui si è convissuto per secoli, è certamente più povero. È una perdita per tutti. Solo che, per il governo aveva un lato positivo: in questo modo fu creato uno stato che può essere governato più facilmente.

Cosa studiano gli studenti in Turchia sui libri di storia?

Vi offro un esempio: è noto che l’esercito tedesco comandò in gran parte l’esercito ottomano. Ma il ruolo della Germania nell’insegnamento della storia è del tutto trascurato. I nomi dei comandanti tedeschi non vengono quasi mai nominati, invece ovunque compare il nome di Mustafa Kemal, sia nei testi che nelle foto. Mustafa Kemal è onnipresente, persino nella Prima guerra mondiale. La nostra fondazione lavora su progetti e analisi dei libri di studio, prendendo in considerazione anche la questione dei diritti umani. Gli insegnanti e gli autori dei libri ci dicono che hanno ricevuto istruzioni dal ministero dell’Istruzione turco di evidenziare sempre il nome di Atatürk durante le lezioni, a prescindere dal tema trattato. Quando l’ho sentito, ho capito quanto sarà difficile fare un libro di testo alternativo. La situazione può cambiare durante la campagna anti kemalista del governo attuale, ma non in modo aperto e civile. Nei prossimi anni, lo studio della storia potrebbe cambiare così: Mustafa Kemal non viene nominato nemmeno quando in realtà è di grande importanza. È il problema di questo paese: andare da un estremo all’altro.

Del genocidio degli armeni non è stato scritto nulla nella storiografia ufficiale. Se ne è parlato come della persecuzione degli armeni o come di una misura necessaria a causa della guerra. Inoltre, spesso si dice che  gli armeni sono stati uccisi per via degli attacchi terroristici che facevano, quindi viene presentato come un’uccisione a vicenda. Ma nei libri di testo non è stato scritto nulla sugli armeni.

Qual è il ruolo dei Balcani oggi per la Turchia? Esiste un legame con la Prima guerra mondiale?

L’Impero Ottomano ha “lasciato cadere” i Balcani ancora prima della Prima guerra mondiale. L’attuale politica verso i Balcani ha a che fare con la politica esterna del governo islamico conservatore in carica, che attribuisce una particolare importanza all’Impero Ottomano e ai suoi ex territori. Ma questo non c’entra nulla con la Prima guerra mondiale.

Esiste un legame fra la Prima guerra mondiale e l’immagine negativa dei serbi negli anni ‘90?

Non esiste un’immagine negativa dei serbi. L’immagine degli anni ‘90 non ha nulla a che vedere con la Prima guerra mondiale. La Serbia, e i Balcani in generale, non sono al centro della storiografia turca della Prima guerra mondiale. Sì, i Balcani a dire il vero sono un motivo importante per lo scoppio della guerra, là è iniziato tutto, ma non c’è altro. La Turchia non ne fa parte.


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!

I commenti, nel limite del possibile, vengono vagliati dal nostro staff prima di essere resi pubblici. Il tempo necessario per questa operazione può essere variabile. Vai alla nostra policy

blog comments powered by