Dal film "Alice T" del regista Radu Muntean

Dal film "Alice T" del regista Radu Muntean

In calendario dall’1 all’11 agosto, il Locarno Film Festival anche quest’anno avrà un programma articolato. Tutta da scoprire la presenza del sud est Europa, soprattutto nei cortometraggi

25/07/2018 -  Nicola Falcinella

Si avvicina l'edizione numero 71, in calendario dall'1 all'11 agosto, del Locarno Festival. Anche stavolta il programma della rassegna elvetica si annuncia molto interessante, in continuità con il recente passato, con tutte le sezioni confermate e una combinazione di grandi nomi americani tra i quali Meg Ryan (riceverà il Leopard Club Award), autori consacrati e tanti da scoprire. E una presenza dall'Europa del sud-est che non passerà inosservata. La peculiarità di Locarno sta da sempre nell'essere casa per tutti i tipi di cinema, da quello popolare a quello più di ricerca ed esigente, tra personaggi celebri e grandi di domani.

Numerosi gli omaggi previsti, a Vittorio e Paolo Taviani, Claude Lanzmann, Francis Reusser, Wolf-Eckart Buhler e Pierre Rissient. E anche i premi, oltre alla Ryan, il Pardo d'onore al regista francese Bruno Dumont, l'Excellence Award a Ethan Hawke che porterà il suo “Blaze” e Kyle Cooper.

Come sempre il punto nevralgico sarà la Piazza Grande, capace di ospitare ottomila spettatori davanti all'imponente schermo all'aperto.

La programmazione serale sarà rivolta a un pubblico largo, con film che arriveranno nelle sale nei prossimi mesi, come il bel “BlackkKlansman” di Spike Lee, che ha ricevuto il Gran Prix al Festival di Cannes. E ancora ci saranno la commedia “L'ospite” di Duccio Chiarini, il regista rivelazione di “Short Skin”, con Daniele Parisi (“Orecchie”) e Silvia D'Amico, “I Feel Good” di Benoit Delépine e Gustave Kervern, “The Equalizer 2” di Antoine Fuqua con Denzel Washington e Melissa Leo e l'italo-svizzero “Un nemico che ti vuole bene” di Denis Rabaglia con Diego Abatantuono e Sandra Milo.

La consueta retrospettiva a un cineasta del passato sarà dedicata a Leo McCarey, un grande della comicità hollywoodiana classica, uno dei creatori della coppia Stan Laurel e Oliver Hardy, regista di “La guerra lampo dei fratelli Marx”, “Il maggiordomo”, “L'orribile verità”, “La via lattea”, “La mia via” e “Un amore grande”. In piazza ci sarà la proiezione, con accompagnamento dal vivo, del divertentissimo cortometraggio “Liberty” (1929) con Laurel e Hardy.

Nel concorso per il Pardo d'oro, con una giuria presieduta dal regista cinese Jia Zhang-ke e con lo scrittore Emmanuel Carrère, i registi Tizza Covi e Sean Baker e l'attrice Isabella Ragonese, ci sono solo 15 lungometraggi. La ragione sta nella presenza di un film completamente fuori formato, “La Flor” dell'argentino Mariano Llinàs di quasi 14 ore di durata, che impone una riduzione nel numero dei concorrenti e una programmazione più complicata del solito.

Torna il vincitore del Pardo 2015 con “Right Now, Wrong Then”, il prolifico coreano Hong Sangsoo con “Hotel By The River” ed è uno dei pochi grandi nomi della gara. Per l'Italia c'è l'attesa coproduzione italo-romena “Menocchio” di Alberto Fasulo (“Tir”, vincitore della Festa del cinema di Roma nel 2013) con Marcello Martini e Maurizio Fanin. Una storia di inquisizione nel Friuli di fine Cinquecento, con il vecchio Menocchio che decide di ribellarsi.

Romania

Dalla Romania arriva “Alice T” di Radu Muntean, già autore di “The Paper Will Be Blue”, “Boogie”, “Marti, dupa Craciun” e “Un etaj mai jos”. Il film, con Andra Guti, Mihaela Sirbu e Bogdan Dumitrache, è tra i candidati a un premio. E ancora figura il drammatico “Sibel” di Cagla Zencirci e Guillaume Giovanetti, già autori di “Noor” e “Ningen”, una produzione tra Turchia, Francia, Germania e Lussemburgo. La storia della venticinquenne del titolo, una giovane turca che vive in un piccolo villaggio di montagna nella regione del Mar Nero e comunica grazie all'antico linguaggio dei segni.

Il regista romeno Andrei Ujica (tra i suoi lavori c'è l'importante documentario “Autobiografia di Nicolae Ceausescu”) sarà il presidente della giuria della competizione Cineasti del presente, riservata alle opere prime e seconde. Tra queste, 16 in tutto, ci sono l'italiano “Likemeback” di Leonardo Guerra Seragnoli (che aveva esordito con “Last Summer”) con Angela Fontana (“Indivisibili”), Denise Tantucci, Blu Yoshimi e Goran Markovic e il turco “Nebula – Dead Horse Nebula” di Tarik Aktas.

Nella sezione più sperimentale Signs of Life c'è “Gulyabani” di Gürcan Keltek (lanciato proprio da Locarno con il precedente “Meteorlar – Meteore”) con Zeynep Kumral. Fuori concorso saranno presentati “Walking On Water” del bulgaro Andrei Paounov (“Georgi e le farfalle”) con Christo e Vladimir Yavachev, ritratto del celebre artista e delle sue creazioni, in particolare quella sul lago d'Iseo, e “Sembra mio figlio” di Costanza Quatriglio con Basir Ahang e la croata Tihana Lazovic (“Sole alto”), girato tra Trieste, Puglia e Iran.

Balcani

Consistente la rappresentanza dell'area balcanica e caucasica tra i cortometraggi in gara per Pardi di domani: “Grbavica” di Manuel Raga Raga, di produzione Portogallo, Bosnia e Spagna; “Malo se sjećam tog dana – I Can Barely Remember The Day” del noto attore Leon Lučev, Croazia; “Patul lui procust – Bed Of Procustes” di Andrian Imparatel, Romania; “Sashleli – Eraser” di Davit Pirtskhalava, Georgia; “Smert Menya – The Death Of Father Men” di Mikhail Maksimov, Russia; “The Silence Of The Dying Fish” di Vasilis Kekatos, Grecia / Francia.


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