Fa risparmiare sulle bollette, funziona da climatizzatore d’estate e da sorgente di calore d’inverno. E in più è in grado di frenare il riscaldamento globale. Il geotermico sbarca nei Balcani. Un'intervista a Marco Meggiolaro, coordinatore del progetto LEGEND
Conveniente sul piano economico e ideale su quello ambientale, la geotermia rimane tuttavia una delle risorse energetiche meno conosciute e ancora poco diffuse. Nonostante ciò, un impianto di riscaldamento geotermico a bassa entalpia oggi rappresenta una delle soluzioni più promettenti ed efficienti per produrre calore da destinare nelle case e negli edifici pubblici, sia dal punto di vista dei costi-benefici, sia da quello del rendimento. E c'è inoltre l'enorme potenziale di mitigazione del riscaldamento globale.
Grazie al progetto LEGEND (Low Enthalpy Geothermal Energy Demonstration cases for Energy Efficient building in Adriatic area), promosso dalla Provincia di Ferrara e con il supporto dell’European Geothermal Energy Council la consapevolezza dell’importanza della geotermia ha iniziato a diffondersi anche in alcuni paesi dei Balcani. Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Slovenia, Serbia e Albania sono aree che presentano infatti caratteristiche geologiche e climatiche ottimali per lo sfruttamento geotermico, vista la presenza di un bacino sedimentario a media temperatura in tutta la Costa adriatica occidentale.
“LEGEND, realizzato nell’ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera IPA-Adriatico e la cui giornata di chiusura si terrà venerdì 12 dicembre a Ferrara, è uno dei più importanti programmi di investimento e di interventi diretti sulla geotermia a bassa entalpia che sia mai stato finanziato a livello europeo tramite fondi strutturali”, spiega Marco Meggiolaro, coordinatore del progetto. “Grazie a LEGEND siamo riusciti a effettuare interventi molto concreti di riqualificazione energetica su dieci edifici pubblici, tra Italia e Balcani, e in particolar modo su istituti scolastici. E abbiamo coinvolto i partner locali con il preciso scopo di promuovere il concetto di geotermia e di costruire dei processi di scambio transfrontalieri. Con uno dei nostri partner croati, IRENA, l’Agenzia regionale istriana per l’energia, abbiamo seguito gli investimenti su due edifici nella zona di Albona e nella fase di sviluppo del progetto è stato coinvolto un istituto tecnico e alcuni ragazzi hanno costuito le sonde geotermiche".
“In Serbia e Montenegro putroppo non potevamo impiegare risorse progettuali per investimenti concreti poiché i due paesi sono in fase di preadesione - continua Meggiolaro - li abbiamo così indirizzati alle attività propedeutiche all’investimento: così in Serbia è stato fatta una diagnosi di preintervento su un centro sportivo. In Montenegro invece si sta finalizzando un intervento su un centro culturale nel Comune di Denilovgrad. C'è stata una fortissima partecipazione di esperti e tecnici, ma anche da parte della società civile. Ciò è stato possibile anche perché abbiamo coinvolto il Montenegro Green Building Council, che si è occupato in prima linea della promozione del progetto”.
Il paese pilota del progetto è l’Italia, uno tra i paesi leader in questo settore che, del resto, si sta facendo strada in tutta Europa. Da anni è ben sviluppato in vari paesi tra cui Svezia, Germania, Islanda, Austria e Svizzera, il che dimostra come questa fonte energetica dovrebbe venire studiata e sfruttata più a fondo.
Energia pulita d’estate e d’inverno
L’energia geotermica a bassa entalpia sfutta temperature attorno ai 10-16 gradi che si trovano a pochi metri di profondità. Questo permette di ottenere, tramite pompe di calore GCHP (Ground-Source Heat Pumps), una temperatura costante e fornire così nelle giornate invernali calore agli edifici, mentre d’estate questo viene ceduto all’ambiente, raffreddandolo . “A differenza dell’energia geotermica ad alta entalpia, che viene impiegata su strutture più ingenti”, sottolinea Meggiolaro, “quella a bassa entalpia è più a portata di mano, prevede l’utilizzo di sonde geotermiche a pochi metri di profondità dal terreno e il ciclo di vita del sistema ha una durata molto lunga, con costi di gestione e mantenimento molto bassi”.
Ricavare energia dal sottosuolo terrestre è diventata per questi motivi una priorità in tutta Europa in quanto una delle soluzioni più vantaggiose per produrre energia pulita che non provoca dannose conseguenze per l’ambiente, a differenza dei combustibili fossili, il cui rilascio in atmosfera è la principale causa del riscaldamento globale. Infatti, secondo la Roadmap per lo sviluppo geotermico realizzata dall’European Technology Platform on Renewable Heating & Cooling (RHC-Platform) questo tipo di risorsa energetica è in grado di offrire in Europa, attualmente, un potenziale che equivale a 4 milioni di tonnellate di petrolio l’anno per il riscaldamento e il raffreddamento, pari a più di 15 GWth (giga watt termici) di energia. Questo trend, secondo la RCH Platform, nei paesi dell’UE è destinato ad aumentare ed entro il 2020 potrebbe raggiungere i 40 GWth, corrispondente a circa 10 Mtep (MegaTEP, ossia milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).
Ma quali sono i vantaggi nell'utilizzo del geotermico rispetto ad altre fonti di energia rinnovabile? “L’energia geotermica può essere prelevata ovunque e i tempi di ammortamento del sistema si aggirano dai 4 ai 7 anni, considerando che la risorsa è inesauribile e che con il tempo i costi di gestione diventano inesistenti“, sottolinea Meggiolaro. “Ma il cuore di LEGEND non sta tanto nel fatto che siamo riusciti a realizzare questi 10 interventi, ma che ciascuno di essi è supportato da un sistema di monitoraggio in tempo reale che permette di dare – sulla base di alcuni parametri di carattere economico e carattere ambientale – risultati visibili che si aggiornano continuamente. Il fatto di aver tutto sotto controllo, di poter misurare i tempi di ammortamento, l’energia pulita prodotta, il suo costo e rendimento, nonché la quantità di CO2 non immessa in atmosfera, sono tutti elementi fondamentali per riuscire a fare un certo tipo di comunicazione”.
Geotermico a casa e al lavoro
Oggi l’edilizia pubblica o gli edifici occupati da servizi pubblici rappresentano il 12% circa del patrimonio edilizio presente nell’UE, per cui è uno dei settori cruciali su cui intervenire per contribuire alla mitigazione del rilascio dei combustibili fossili in atmosfera, uno dei principali obiettivi della Commissione europea. “Quasi il 50 % dell’energia utilizzata in Europa è destinata al riscaldamento e al raffreddamento. E la geotermia è tra le tecnologie più adatte per questi scopi“, continua Meggiolaro. “Quindi è necessario prenderla in considerazione come valida opzione da parte di enti pubblici, privati e da parte dei cittadini. È importante capire il buon esempio che un ente pubblico può dare nell’intervenire direttamente sul patrimonio edilizio. Anche perché questi edifici sono i primi a essere subordinati ai target fissati dall’UE in merito alla loro riqualificazione energetica".
"Ma ci sono ben altri messaggi che, durante la giornata conclusiva del 12 dicembre, vogliamo astrarre: questo tipo di tecnologia può dare dei risultati molto positivi non solamente sugli edifici di nuova generazione, quindi quelli ad alta performance energetica, ma su qualsiasi edificio - continua Meggiolaro - la percezione collettiva è che questa tecnologia funzioni solo quando c’è un edificio nuovo. Noi abbiamo testato e dimostrato che questa può essere usata anche per edifici degli anni Sessanta e Settanta, costruzioni che sono tutto tranne che efficienti dal punto di vista energetico. Questo però può funzionare quando alla base c’è una progettazione molto avanzata, quindi con competenze sufficienti per riuscire a rispettare tutta una serie di parametri di carattere economico, strutturale e ambientale e far sì che il progetto possa efficacemente contribuire alla domanda energetica dell’edificio. Ed è quello che purtroppo nei Balcani manca ancora”.
Gap di competenze e norme nei Balcani
Nonostante la geotermia sia stata accolta con successo nei Balcani, gli esperti di LEGEND si sono trovati di fronte a non pochi problemi, perché la maggior parte dei paesi balcanici presenta norme e competenze, in particolar modo quando si parla di ambiente e risparmio energetico, spesso non adeguate ai criteri comunitari.
“Nell’area adriatica è presente un mercato a macchia di leopardo, con know-how polarizzate nella fascia settentrionale e poca presenza di specialisti e tecnici nei paesi balcanici”, puntualizza Meggiolaro. “Per questo è necessario investire molto in questo ambito con lo scopo di creare condizioni per creare professionalità, già a partire dagli istituti superiori e corsi universitari specialistici. Purtroppo in questi paesi gli investitori sono interessati a bassi investimenti e rapido ritorno, il che non è possibile quando si decide di investire nel geotermico. Considerato il potenziale offerto dall'energia geotermica, potrebbe essere molto interessante costruire delle supply chain transfrontaliere, con lo scopo di unire diversi tipi di competenze – tra cui architetti, ingegneri, geologi e aziende del settore - per riuscire a offrire un servizio sul mercato”.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament.
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