In Albania si è in pieno clima elettorale, in vista delle elezioni politiche del prossimo giugno. E le tensioni elettorali non stanno risparmiando nemmeno i più vulnerabili: i bambini. Un approfondimento. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

21/05/2013 -  Klodian Fejzulla

In Albania durante le campagne elettorali i bambini si trovano spesso in prima linea: ad applaudire dalla tribune durante un comizio, in piedi nelle piazze e sotto il sole ad acclamare, nelle classi delle loro scuole o asili, seduti compiti nelle loro divise ad ascoltare attentamente un politico.

Scene che naturalmente non possono non far riemerge i ricordi dei dittatori dei Paesi dei Balcani e dell'Europa orientale con bambini sempre al loro fianco, sempre sorridenti, sempre a loro disposizione.

Eppure nonostante tutti i sorrisi fatti mostrare durante le campagne elettorali la situazione dell'infanzia in Albania durante il primo decennio di transizione (1991 – 2001) era drammatica. Malgrado la ratifica da parte dello stato albanese, nel 1992, della Convenzione dell'Onu sui Diritti dell'Infanzia, sino al 2000 i progressi effettivi sono stati quasi inesistenti.

Di conseguenza questi bambini si sono trovati alla fine del decennio in circa 8000 a fare i venditori ambulanti sotto il sole cocente1, e circa 2000 ragazze in età minore a prostituirsi per le strade d'Europa2, si sono visti distruggere i loro asili, le loro scuole3 e i loro spazi negli ospedali4, erano più di 6000 non accompagnati e preda facile di traffico in giro per l'Europa5.

In un processo di disgregazione della famiglia patriarcale albanese, l'infanzia vittima di violenza in casa e a scuola non è mai stata una priorità per le autorità pubbliche. L'assistenza sociale per l'infanzia a rischio e vittima di violenza era inesistente.

A partire dal 2000 alcune cose sono cambiate con l'approvazione di numerose leggi secondo le disposizioni dei trattati internazionali che l'Albania ha ratificato. Con le strategie per l'infanzia approvate dal governo ogni 5 anni a partire dal 2000, si è cercato di dare risposte creando le prime strutture e istituzioni nazionali per l'infanzia.

Nel 2010 il parlamento ha approvato la Legge per la Difesa dei Diritti dell'Infanzia la quale prevede delle istituzioni e delle disposizioni per il coordinamento delle attività a livello centrale e locale nella difesa effettiva dei diritti dei minori.

La nuova legge ha introdotto anche L'Agenzia Statale per la Difesa dei Diritti dell'Infanzia il cui statuto prevede però attività di proposte e monitoraggio senza un ruolo d'implementazione reale della normativa in questo ambito.

Il lavoro sul terreno ad effettiva tutela dell'infanzia rimane in gran parte nelle mani delle Ong, mostrando ancora una volta il mancato impegno reale delle istituzioni pubbliche in termini finanziari e umani in una difesa concreta dei diritti dei più piccoli.

Il 23 giugno di questo anno gli albanesi dovranno eleggere il nuovo parlamento. I bambini, come nelle campagne precedenti, vengono utilizzati per mostrare l'innocenza di ciascuna parte politica. Ma non solo: anche per aumentare la folla. Troppo facilmente vengono mobilitati insegnanti e presidi, pronti a schierare i loro alunni davanti ad un politico piuttosto che un altro.

A limitare questo vero e proprio “sfruttamento” non è bastato nemmeno che assurgesse alla cronaca nel settembre dell'anno scorso lo svenimento di un bambino mentre attendeva sotto il sole l'arrivo di un politico albanese oppure i numerosi richiami delle Nazioni Unite che hanno criticato le autorità albanesi per il coinvolgimento dei minori nelle campagne elettorali.

Davanti a questo malcostume, diffuso tra tutti i partiti, la società civile non reagisce. E non resta che augurarsi che oltre ad approvare leggi a tutela dell'infanzia le autorità albanesi inizino a lavorare per informare ed educare la società verso un rispetto reale dei minori. E se non i nostri rappresentanti politici, chi può dare per primo questo buon esempio?

Intanto i bambini e le bambine sono sempre in tribuna, con lo stesso sorriso di sempre stampato sotto il sole...

 

 1. Le travail des enfants en Albanie, Rapport réalisé par S. Grumiau pour la Confédération Internationale des Syndacats Libres (CISL), http://www.icftu.org/www/PDF/AlbaniareportEN.pdf, Bruxelles, ottobre 2004

 2. Children Rights Center of Albania CRCA, Have children's rights failed in Albania ? The documents of the National Conference organised on the occasion of the 10-th Anniversary of the UN Convention on the rights of the child, on 20th of November 1999.

 3. CRCA, Have children's rights failed in Albania ? The documents of the National Conference organised on the occasion of the 10-th Anniversary of the UN Convention on the rights of the child, on 20th of November 1999. cit., p.68.

 4. L. ZARRILLI, Albania, geografia della transizione, cit., p. 103

 5. Dati del 2001 del Ministero del Lavoro degli Affari Sociali e delle Pari Opportunità; L. BROWNLEES, Femijet flasin, Rreziku nga trafikimi dhe aftesia per t'u mbrojtur prej tij ne Evropen Juglindore, Raporti i Shqiperise, cit., p. 21.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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