Immagine tratta da "Ti imas noc", primo film del montenegrino Ivan Salatic

Si apre domani la 75sima Mostra del cinema di Venezia. Una rassegna su attori, film e registi dell'est e sud-est europeo

28/08/2018 -  Nicola Falcinella

Con un programma molto atteso e anticipata da polemiche piuttosto pretestuose per la presenza di una sola regista donna in concorso (ma ce ne sono parecchie nelle altre sezioni), parte la 75° Mostra del cinema di Venezia . Fino a sabato 8 settembre, anticipando la concorrente Toronto in calendario dal 6 al 16 settembre, il Lido proporrà i titoli più chiacchierati in vista della prossima stagione e le possibili sorprese, con un cartellone molto ricco e parecchi nomi di richiamo.

Tra i 21 film in concorso torna il greco Yorgos Lanthimos (“Kynodontas”, “The Lobster” e “Il sacrificio del cervo sacro”) con la produzione Regno Unito / Irlanda / Stati Uniti “La favorita - The Favourite” con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz e Nicholas Hoult, ambientata nell'Inghilterra di inizio '800.

L'unica cineasta in gara è l'australiana Jennifer Kent (rivelata dall'horror “Babadook”) con il drammatico “The Nightingale”, ambientato in Tasmania nel 1825 con una giovane galeotta irlandese che insegue un ufficiale irlandese per vendicarsi. Tre sono gli italiani, tutti con buone possibilità per un premio: “Capri-Revolution” di Mario Martone, l'atteso “Suspiria” di Luca Guadagnino (rifacimento della pellicola di Dario Argento) e “What You Gonna Do When The World's On Fire” di Roberto Minervini. Tra gli altri film in competizione “Peterloo” di Mike Leigh, “The Ballad Of Buster Scruggs” di Joel ed Ethan Coen, “At Eternity's Gate” di Julian Schnabel, “Sunset” dell'ungherese Laszlo Nemes, “Roma” di Alfonso Cuaron, “Doubles vies” di Olivier Assayas, “First Man” di Damien Chazelle e “22 July” di Paul Greengrass, sulla strage compiuta da Anders Breivik nel 2011 e raccontata nel recente “Utoya” di Erik Poppe.

Tra i Fuori concorso “non fiction” sono da evidenziare “El Pepe – Una vida suprema” del serbo Emir Kusturica sull'ex presidente dell'Uruguay Pepe Mujica e “Process” dell'ucraino Sergei Loznitsa (“Maidan”, “Austerlitz” e il recente “Donbass”). “Un dramma reale anche se la storia è finta” nella Mosca del 1930, con economisti e ingegneri d'alto rango processati per aver tentato un colpo di stato contro il regime comunista.

Evento speciale sarà “I diari di Angela – Noi due cineasti” del cineasta italiano d'origine armena Yervant Gianikian, dedicato alla memoria della moglie Angela Ricci Lucchi, con la quale ha formato una coppia di filmmaker unici (“Dall'equatore al Polo”) e dai cui diari è partito per un viaggio nella storia, nel ricordo e nel cinema.

In gara nella sezione Orizzonti figura “Anons – The announcement” del turco Mahmut Fazil Coşkun, ancora con un tentativo di colpo di stato, partendo da fatti reali del 1963.

Tra i cortometraggi competono il greco “Leoforos Patision – Patision Avenue” di Thanasis Neofotistos e il serbo “Strano telo – Foreign Body” di Dušan Zorić.

Poi, alla Settimana internazionale della critica (Sic), sezione parallela organizzata dal Sindacato critici e riservata a sette opere d'esordio, abbiamo l'approdo del primo lungometraggio dal Montenegro. Si tratta di “You Have The Night - Ti imaš noć”, primo film di Ivan Salatić che si era fatto notare proprio a Venezia un paio d'anni fa con il corto “Backyard”.

Dalla Sic lo scorso anno era partito il turco Emre Yeksan con “Korfez – The Gulf”, che ora è nel programma Biennale College con il suo secondo lungometraggio, dal titolo “Yuva”. È la storia di un uomo che conduce una vita solitaria nei boschi e il cui mondo è cambiato per l'arrivo di investitori che vogliono costruire e trasformare quei luoghi.

La sezione dedicata alla Virtual Reality comprende “Selyatagi – Foodplain” dell'altro turco Deniz Torum e “In The Cave” girato in una grotta del Carso dal triestino Ivan Gergolet (“Dancing With Maria”) con l'attrice slovena Marusa Majer.

Infine in Venezia Classici, tra restauri di grandi film del passato, sarà presentato uno dei capolavori del cinema sovietico, “Voshkozhdeniye – The Ascent” (1976) di Larisa Shepitko, che vinse l'Orso d'oro al Festival di Berlino.


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