19 maggio 2009

«La città delle ombre apre il suo cuore pietroso.» Siamo a Pola, crocevia di popoli e culture differenti, la "Siberia marittima" come ebbe a definirla James Joyce, che la elesse a momentaneo e sofferto esilio, e che appare tra i protagonisti di questo straordinario romanzo.

In un vorticare di personaggi illustri e sconosciuti, reali e immaginari, costruttori folli e scrittori visionari, prostitute e psicopatici, si staglia, nella sua allucinata nitidezza, la figura di Bruno Gašparini, neuropsichiatra e memoria storica della città. Le confessioni dei suoi pazienti lo trascinano via via in un abisso di sogni malati, fino a farlo sprofondare nel gorgo di un'ossessione necrofila. A imprigionarlo come in una ragnatela è il fascino cupo di una Pola - scrive Claudio Magris nella sua Prefazione - «essenzialmente balcanica, lontanissima da quella della letteratura istriana italiana, in cui l'Adriatico è un soffio di gentilezza veneta».

Dragan Velikić (1953), nato a Belgrado e cresciuto a Pola, è una delle voci più intense e geniali della letteratura mitteleuropea contemporanea. Via Pola, il suo primo romanzo tradotto in italiano, gli è valso il premio Miloš Crnjanski e lo ha consacrato come scrittore di talento.

Via Pola
di Dragan Velikić
anno di pubblicazione: 2009
collana: I Piccoli Fuochi
casa editrice: Zandonai