Landesgericht Wien

Il tribunale di Vienna dove ha luogo il processo per l'uccisione di Umar Israilov (Sebastian Baryli/Flickr )

Umar Israilov, ex guerrigliero ceceno, aveva denunciato presso la corte di Strasburgo la leadership cecena per torture. È stato poi ucciso nel gennaio 2009 a Vienna, dove godeva dello status di rifugiato politico. Ora nella capitale austriaca è in corso il processo per il suo assassinio. Ed è stato chiamato a testimoniare il Presidente ceceno Kadyrov

01/12/2010 -  Majnat Kurbanova Vienna

È in corso a Vienna il processo per l'assassinio di Umar Israilov. Basta avvicinarsi al tribunale sulla Landesgerichtstrasse per capire che non si tratta di un caso penale qualsiasi. In occasione dell'inizio del processo, le misure di sicurezza sono state visibilmente rafforzate. All'entrata dell'edificio e davanti all'aula dove si celebra il processo per l'uccisione del rifugiato politico ceceno assassinato nel gennaio 2009 proprio a Vienna, le forze di sicurezza hanno eretto due punti di controllo con tanto di metal-detector. Il tribunale pullula di poliziotti.

Fra i presenti alle udienze ci sono la vedova, il padre e il fratello della vittima. Sul banco degli imputati siedono tre profughi ceceni. Otto Kaltenbrunner, 42 anni, è considerato l'organizzatore del delitto e la figura centrale fra gli accusati. Il suo nome originario è Ramzan Edilov e ha scelto questo pseudonimo, così insolito per un ceceno, in onore di un noto criminale nazista. È considerato uomo fidato del governatore ceceno Ramzan Kadyrov, che secondo le indagini avrebbe commissionato l'eliminazione di Israilov. Secondo l'accusa, Kaltenbrunner, rifugiato nella cittadina austriaca di Sankt Pölten, sarebbe il principale responsabile dell'omicidio. D'aspetto sottile al limite della fragilità, lo sguardo schermato da spessi occhiali, Kaltenbrunner è apparso in aula in completo elegante e cravatta rosso vivo. “Certo che Kadyrov li veste bene i suoi impiegati”, ha scherzato a questo proposito un giornalista locale: “Man erzählt, sie tragen alle nur Brioni” (“si dice che tutti loro vestano solo Brioni”, una casa italiana che produce abiti su misura indossati anche da capi di stato e stelle del cinema, ndr).

Gli altri due imputati, Dadaev Sulejman e Turpal-Ali Ešarkaev, sono accusati di aver contribuito a rintracciare ed eliminare Israilov. Nei documenti dell'accusa si cita anche un certo Leča Bogatyrev, che avrebbe sparato a Israilov per poi fuggire in Cecenia, dove secondo il procuratore Leopold Bien avrebbe ricevuto l'alto grado di comandante dell'esercito, nonché una consistente ricompensa da parte del governo ceceno.

Chi era Umar Israilov

Ecco in breve l'antefatto di questo crimine che ha suscitato tanto scalpore. Il ceceno Umar Israilov, 27 anni, si era avvicinato alla guerriglia armata nei primi anni 2000 e aveva combattuto per qualche tempo contro le forze russe. In seguito fu fatto prigioniero e finì nel cosiddetto carcere personale di Kadyrov a Centoroj, villaggio natale del leader ceceno, dove fu torturato per alcuni mesi allo scopo di convincerlo a passare dall'altra parte. Non resistendo alle sistematiche percosse e torture, cui Kadyrov avrebbe partecipato personalmente, Israilov accettò infine di combattere in una divisione direttamente sottoposta al leader ceceno. Tuttavia, alla prima opportunità, fuggì all'estero con moglie e figli. Una volta in Austria, presentò un'istanza alla Corte internazionale per i diritti umani di Strasburgo, accusando Kadyrov e i suoi uomini per le torture ricevute. Secondo le indagini, proprio questo è costato la vita al rifugiato politico. In rappresaglia, la polizia cecena arrestò il padre di Israilov e lo trattenne circa 11 mesi, anche in questo caso fra sistematiche percosse e torture, per costringere il figlio a ritirare la denuncia e tornare in Cecenia. Quando divenne chiaro che Israilov non avrebbe ceduto al ricatto, le autorità cecene, sempre secondo la procura austriaca, avrebbero deciso di rapire o eliminare il profugo recalcitrante.

Nella sua dichiarazione, durata due ore, il procuratore Leopold Bien ha esposto dettagliatamente le circostanze del delitto, dalla pianificazione alla ricerca e all'esecuzione. Il procuratore non ha tralasciato nemmeno la situazione storico-politica in Cecenia e la realtà della diaspora cecena in Europa. Inoltre, sulla base di conversazioni telefoniche, ha ricostruito il ruolo di ogni imputato nel crimine, compresi i dettagli della tragedia consumata in una via di Vienna il 13 gennaio 2009.

Bien ha raccontato alla giuria delle guerre in Cecenia, dell'atmosfera di terrore che regna nel paese e di come dopo la fine ufficialmente dichiarata del secondo conflitto, il Cremlino sia riuscito a riportare sotto il proprio controllo la repubblica ribelle. Dopo l'assassinio di Akhmet Kadyrov, il governo della repubblica è passato al figlio Ramzan, che secondo il procuratore ha nota fama di feroce tiranno.

La versione degli imputati

Nel frattempo, gli accusati negano qualsiasi coinvolgimento nel delitto. Le risposte più frequenti alle domande dei giudici si limitano a “non ricordo” e “non so”. Così Otto Kaltenbrunner assicura che, la notte prima dell'assassinio di Israilov, si era ubriacato pesantemente festeggiando il compleanno della moglie e poi aveva dormito a casa. Kaltenbrunner è noto per i suoi rapporti amichevoli con Kadyrov, e nei fascicoli del processo si trova una fotografia che ritrae un abbraccio fra i due nella residenza del leader ceceno.

Ešarkaev, il compare di Kaltenbrunner accusato di complicità nel delitto, dice di essere un tossicodipendente e di non ricordare nulla. Sulla tossicodipendenza del proprio cliente pone l'accento anche Peter Philipp, avvocato di Ešarkaev, che ha raccontato ad Osservatorio che il suo assistito avrebbe trascorso il periodo in cui si è compiuto il crimine sotto l'effetto di droghe pesanti. “Ma quando mai avete visto un tossicodipendente incaricato di uccidere, tanto più nel caso di un omicidio politico?”, ha dichiarato l'avvocato.

L'altro imputato, Muslim Dadaev, è per sua stessa ammissione un estremista islamico che considera Kadyrov un traditore della nazione. Secondo lui, l'unico vero leader della Cecenia è Dokka Umarov, che lotta contro la Russia al comando dei guerriglieri del Caucaso del nord. Secondo gli osservatori, con queste dichiarazioni l'imputato sta cercando di svincolarsi in ogni modo dalle accuse. Alla mia domanda sul ruolo di Dadaev nell'omicidio di Israilov, il suo avvocato Linner ha dichiarato che il suo assistito, causa le sue convinzioni politiche, era egli stesso possibile bersaglio della leadership cecena, e non avrebbe quindi potuto ricevere l'ordine di uccidere Israilov, né tanto meno eseguirlo.

La parola agli esperti

Riferendo alla corte in qualità di esperto sulla Cecenia, Dick Marty ha parlato della situazione nel paese. “Democrazia e diritti umani” sono concetti del tutto estranei in questo contesto, ha affermato il relatore dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa per i diritti umani. “Le persone sono terrorizzate e vivono nel costante timore per la propria vita e quella dei propri famigliari”. Dick Marty ha raccontato di casi a lui noti in cui, per costringere i profughi ceceni politicamente attivi a tornare dall'Europa, i loro parenti erano stati arrestati, torturati o uccisi dalla polizia cecena. Ad oggi, la Corte europea per i diritti umani ha confermato 160 casi di violazione del diritto alla vita e della convenzione internazionale che vieta la tortura. Esperti e attivisti per i diritti umani hanno documentato molti casi di tortura sistematica da parte delle forze di sicurezza cecene, ha dichiarato Marty in seguito a una visita in Cecenia avvenuta nel marzo 2010.

Nel processo in corso si prevede l'intervento di una serie di altri noti esperti internazionali di Cecenia.

Il processo per l'omicidio più sensazionale avvenuto a Vienna negli ultimi vent'anni avrebbe dovuto concludersi il 26 novembre. Tuttavia, data l'ingente quantità di materiale e il gran numero di testimoni ed esperti, si prolungherà almeno fino a gennaio. Il giudice Friedrich Forsthuber ha dichiarato la propria intenzione di invitare a testimoniare Ramzan Kadyrov, proponendo la possibilità di avere la sua testimonianza in videoconferenza se lo stesso non fosse in grado di recarsi a Vienna. Joachim Frank, osservatore dell'Helsinki Group austriaco, ritiene che la partecipazione di Kadyrov contribuirebbe significativamente a chiarire le cause e i meccanismi occulti che hanno portato all'uccisione di Israilov a Vienna in pieno giorno.

Non è noto se il presidente ceceno accetterà l'invito.


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