Turchia: i primi messaggi dal carcere degli attivisti arrestati

23 giugno 2016

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I tre giornalisti e attivisti arrestati in Turchia lo scorso 20 giugno hanno inviato un coraggioso messaggio dal carcere: "Non ci piegheremo".

Erol Önderoğlu, Şebnem Korur Fincancı e Ahmet Nesin arrestati in Turchia il 20 giugno scorso con l'accusa di “propaganda terroristica” per avere partecipato ad una campagna di solidarietà con un giornale filo-curdo hanno inviato un messaggio dal carcere attraverso i propri legali rappresentati.

La co-presidente dell'associazione Libertarian Legists Association Rotinda Polat, insieme ad alcune avvocate della stessa organizzazione hanno visitato l'attivista e intellettuale Şebnem Korur Fincancı presso il carcere femminile di Bakırköy. Fincancı ha consegnato alle avvocate un messaggio.

Fincancı: “È un onore essere arrestati dallo stato”

“Mi aspettavo questa decisione. Non sono sorpresa. Essere qui in questo momento è il segnale di aver fatto qualcosa di buono. È un onore essere arrestati dallo stato in Turchia”.

Oltre a Fincancı, anche il rappresentate di Reporters Without Borders in Turchia e giornalista di Bianet, esperto di questioni legate alla libertà di stampa, Erol Önderoğlu, e lo scrittore e giornalista Ahmet Nesin, arrestati lo stesso giorno, hanno inviato un messaggio dal carcere attraverso l'avvocato Gökhan Küçük dell'associazione Journalists Association of Turkey Consultan.

Önderoğlu: ci ostiniamo a non essere persone compiacenti

“Come giornalista esperto di questioni legali, non ricordo un periodo – dopo la vicenda degli 'accademici per la pace' – in cui l'intimidazione per vie giudiziarie fosse stata così evidente e chiara. In questi giorni la società libera e democratica deve reagire unendosi in solidarietà. Sposare i nostri valori democratici ci renderà più forti. Estendiamo i nostri ringraziamenti a tutti i colleghi, avvocati e alle persone comuni che non ci hanno lasciato soli dal giorno dell'arresto”.

Nesin: Non rinunciamo alle nostre domande di pace e democrazia

“Se pensano che rinunceremo alle nostre richieste di pace e democrazia arrestandoci, si sbagliano. La libertà non è la cosa semplice che credono e non possono capirla. Queste cose non succederebbero se la democrazia fosse una pratica consolidata".


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