Rifugiati: ora verso la Croazia

16 settembre 2015

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Questa mattina decine di profughi hanno attraversato la frontiera tra Croazia e Serbia e sono stati immediatamente trasportati a Tovarnik, nei pressi del passaggio di confine di Šid, dove da giorni le autorità croate avevano iniziato ad allestire un centro di registrazione. Altri gruppi sarebbero in procinto di attraversare il confine attraverso i campi.

Secondo quanto dichiarato dal premier croato Zoran Milanović, sarebbero stati 150 i rifugiati entrati in Croazia durante la notte.

Successivamente, alle 14.00 di oggi, il ministro dell'Interno croato Ranko Ostojić ha comunicato che sono 350 i migranti entrati finora in Croazia dalla Serbia dopo la chiusura del confine serbo-ungherese. "Il numero è in crescita", aveva dichiarato sempre Ostojić stamattina in parlamento.

Il premier Zoran Milanović ha fatto sapere che incontrerà, probabilmente domani, il cancelliere austriaco Werner Faymann. "E' evidente che queste persone non vogliono restare in Croazia", ha sottolineato.

Intanto la presidentessa croata Kolinda Grabar-Kitarović ha convocato una riunione del consiglio di sicurezza nazionale sulla crisi migranti. "Poiché la crisi sta diventando ogni giorno più complessa devo allertare ancora una volta sul flusso e sulle possibile implicazioni sociali, economiche e di sicurezza", ha dichiarato in una nota, annunciando la riunione. L'incontro dovrebbe tenersi venerdì o martedì prossimo al massimo.

A Šid i primi rifugiati hanno iniziato ad arrivare già nella serata di ieri, provenienti direttamente da Preševo, nel sud della Serbia.

Alla frontiera greco-macedone fin da ieri gruppi di volontari stanno consegnando ai rifugiati volantini nei quali vengono invitati a dirigersi verso la Croazia piuttosto che l'Ungheria, sottolineando anche i pericoli legati a lunghi tratti del confine tra Serbia e Croazia ancora minati a seguito dei conflitti degli anni '90.


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