Petrolio e gas in Croazia: la corsa continua

17 giugno 2015

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Gli ambientalisti dei paesi frontalieri – Italia e Slovenia – hanno fatto rallentare negli ultimi mesi la corsa all'oro nero nell'Adriatico ma il governo di Zagabria ha accelerato, da parte sua, i suoi piani “on-shore”, nell'est del paese.

Lo scorso tre giugno tre compagnie petrolifere hanno infatti ottenuto sei licenze di esplorazione e sfruttamento di risorse energetiche nella Croazia continentale. Alle licenze corrispondono sei lotti che vanno dai 2100 ai 2600 chilometri quadrati situati nei bacini della Drava e della Sava, nei comuni di Bjelovar e Vukovar, in Slavonia.

L'azienda nazionale INA (di proprietà dello stato croato e dell'ungherese MOL) e l'azienda nigeriana Oando Pic hanno ottenuto un lotto ciascuna mentre la Vermillon Zagreb Exploration (filiale della canadese Vermillon Energy) ne ha ottenuti quattro. Le licenze assegnate permettono di proseguire con le perforazioni se nella fase d'indagine vengono rilevate quantità di petrolio di un certo rilievo.

Il vice-ministro all'Economia, Alen Leverić, ha reso noto che la concessione delle sei aree (Drava 2, 3 e 4 e Sava 8, 9 e 10) costituisce il primo passo per arrivare alla firma di contratti finali.

Per le aree marittime dell'Adriatico tali licenze sono già state assegnate all'inizio dell'anno. Lo scorso gennaio cinque compagnie petrolifere (INA, ENI, OMV, Marathon Oil e MedOilGas) hanno ricevuto in concessione dieci lotti, quattro al largo delle Cornati e sei di fronte a Dubrovnik. Il ministro per l'Economia Ivan Vrdoljak aveva in quell'occasione assicurato che i contratti definitivi sarebbero stati firmati entro il 2 aprile 2015 ma una serie di associazioni ambientaliste, raggruppate nel consorzio SOS Adriatico, si sono mobilitate tutta la primavera contro le trivellazioni nell'Adriatico.

L'esecutivo socialdemocratico promette ora di chiudere le trattative con le sette aziende selezionate - per l'off-shore e l'on-shore – da qui a fine luglio. Ma gli ambientalisti annunciano battaglia. “Come per le ricerche nel Mar Adriatico, il governo ha aperto una consultazione pubblica una volta che il processo di assegnazione era già terminato” si indignano gli attivisti. Su progetti di tale impatto ambientale la consultazione con il pubblico è obbligatoria per legge. Le consultazioni si chiuderanno il prossimo 20 luglio.

Intanto Legambiente in collaborazione con SOS Adriatico e numerose altre associazioni, tra cui anche Osservatorio Balcani e Caucaso, ha lanciato per il prossimo 20 giugno una giornata di mobilitazione contro le trivellazioni. Si intitolerà NO OIL #STOPSEADRILLING e verranno organizzate numerose azioni sulle coste adriatiche, attraverso grandi striscioni partecipati.

L'azione sarà anche virtuale, sui social network: chi non potrà prendere parte alle manifestazioni può partecipare fotografandosi con un cartello con la scritta: NO OIL #STOPSEADRILLING  da pubblicare sui social network (facebook, twitter e instagram) con l'hashtag #stopseadrilling.

Scarica il Manifesto per l'Adriatico.

Link: Le Courrier des Balkans; Legambiente


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