Mutilazioni genitali femminili in Daghestan

26 agosto 2016

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La mutilazione genitale femminile (MGF) è una tragica pratica tradizionalmente associata ai paesi africani. Ma il fenomeno esiste anche in Russia.

L’organizzazione per i diritti umani Russian Justice Initiative (RJI) ha diffuso a metà agosto una dettagliata ricerca sulla questione . Si tratta della prima ricerca condotta sulle mutilazioni genitali femminili in Russia.

Le sue conclusioni sono scioccanti: denuncia infatti che decine di migliaia di donne che risiedono in villaggi di montagna del Daghestan vi sono state sottoposte. Dalla ricerca emerge anche che il clero ufficiale sostiene apertamente questa pratica.

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Le donne intervistate dai ricercatori hanno espresso ambivalenza verso la mutilazione. Da un lato, hanno ricordato l'esperienza come spaventosa, dolorosa e umiliante; dall'altro, molte di loro, hanno definito la pratica come obbligatoria secondo i dettami dell’Islam e, quindi, qualcosa che dovevano subire e avrebbero a loro volta eseguito sulle loro figlie.

Il rapporto di RJI ha scatenato varie reazioni in tutta la società russa. Attivisti per i diritti umani hanno organizzato un ampio dibattito pubblico sulla questione, dibattendo anche delle conseguenze legali di queste pratiche. 

Dal punto di vista del diritto penale russo la mutilazione degli organi genitali femminili è perseguibile come lesione personale. Tuttavia non esiste un esplicito divieto nella legislazione esistente e il risultato è la totale assenza di processi in merito nei tribunali russi.

Gli autori della ricerca, i ricercatori Yuri Antonov e Saida Sirazhudinova, nelle conclusioni e raccomandazioni del report sottolineano come attualmente in Daghestan molte donne continuano ad essere vittime di varie forme di discriminazione, sia nella loro vita privata e familiare, sia nella società. Alcune forme di discriminazione, come la circoncisione femminile, corrispondono, nella loro brutalità, a una negazione dei diritti più elementari delle donne: il diritto alla vita, alla salute, all'integrità e alla dignità.

 


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