Kosovo, il Parlamento europeo approva l'accordo d'associazione

22 gennaio 2016

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Il Parlamento europeo ha dato ieri il suo consenso all'Accordo di Stabilizzazione e Associazione tra Unione Europea e Kosovo, firmato in ottobre dopo due anni di negoziati. Per la relatrice del provvedimento, la verde austriaca, Ulrike Lunacek, "Si tratta di una gran bella notizia e di un altro importante passo nel percorso di integrazione del Kosovo in Europa". 

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L'emiciclo di Strasburgo ha approvato l'accordo con 486 sì, 102 no e 81 astensioni. In base alle norme introdotte dal trattato di Lisbona, l'accordo non necessiterà della ratifica da parte degli stati membri UE. Il testo votato dal Parlamento europeo invita comunque i cinque stati membri UE che ancora non riconoscono il Kosovo (Spagna, Slovacchia, Romania, Grecia e Cipro) a farlo al più presto, in quanto "ciò faciliterebbe ulteriormente la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina". L'accordo d'associazione prevede anche un'area di libero scambio tra l'UE e il Kosovo, e richiede al Kosovo di iniziare ad allineare la propria legislazione sugli standard UE in una serie di aree, incluse giustizia, commercio, lavoro, istruzione, energia ed ambiente. La palla passa ora al Consiglio UE, che dovrà adottare formalmente l'accordo. L'entrata in vigore è attesa per la primavera. 

Il ministro per l'Integrazione europea del Kosovo, Bekim Çollaku, ha affermato che la priorità ora è ottenere il via libera dalla Commissione UE per quanto riguarda gli otto criteri residuali per la liberalizzazione del regime dei visti Schengen. "Dare ai kosovari la libertà di visitare i propri amici e familiari nell'UE sarà un segno tangibile che il Kosovo è sulla strada dell'integrazione europea". "Siamo contenti per l'approvazione dell'accordo, ma esso non vale molto senza la liberalizzazione dei visti", ha commentato il premier kosovaro Isa Mustafa ad un incontro con gli enti locali. Il commissario europeo agli affari interni Avramopoulos dovrebbe visitare Pristina nelle prossime settimane. Il Kosovo era l'ultimo paese della regione ancora sprovvisto di un accordo formale d'associazione con l'UE, passo necessario per ulteriori progressi verso l'adesione, e resta l'ultimo paese della regione ancora soggetto ad un regime di visti.

Resta invece in sospeso la questione del dialogo per la normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia, dopo che la Corte Costituzionale del Kosovo ha sospeso e poi dichiarato parzialmente incostituzionale l'accordo raggiunto nel 2013, che prevedeva anche la creazione di una Comunità/Associazione dei comuni a maggioranza serba del Kosovo. Per il commissario europeo all'allargamento Johannes Hahn, "la continuazione del dialogo con la Serbia, facilitato dall'UE, è un obbligo legale. Il Kosovo dovrà mettere in atto gli accordi che ha preso, e continuare il lavoro per raggiungerne altri".

La situazione politica nel paese resta complessa, con l'ostruzionismo dell'opposizione verso l'attuazione degli accordi con Belgrado, e l'aprirsi della campagna per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, mentre a breve dovrebbero prendere il via all'Aja anche i lavori del nuovo tribunale internazionale speciale chiamato ad investigare sui crimini commessi dall'Uçk durante il conflitto. Intanto anche l'ex candidato sindaco di Mitrovica nord, Oliver Ivanović, è stato condannato in primo grado dai giudici della missione EULEX a nove anni di carcere per crimini di guerra, causando reazioni a Belgrado.


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