Est o Ovest? Il 30 novembre politiche in Moldavia

28 novembre 2014

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La possibilità che le elezioni politiche previste in Moldavia per il prossimo 30 novembre possano causare scontri legali e proteste è sempre più plausibile.

Ieri la Corte d'Appello ha accolto la richiesta della Commissione elettorale centrale di vietare la partecipazione al volo del partito pro-russo Patria, sostenendo che ha utilizzato illegalmente fondi stranieri per la campagna elettorale. Sono stati inoltre congelati i conti bancari del partito.

La decisione può essere ora appellata presso la Corte suprema entro oggi.

Inoltre le forze di sicurezza moldave hanno dichiarato di aver preso sotto custodia cinque persone sospettate di organizzare violenze post-elettorali. La polizia ha affermato di aver loro confiscato pistole, lancia granate e una rilevante somma di denaro.

Secondo radio Free Europe è da tempo che la coalizione pro-europea al governo e gli osservatori internazionali stanno ammonendo sul rischio di dure proteste post-elettorali nel paese. In un recente rapporto redatto dal Center for Eastern Studies con sede a Varsavia si afferma che “nel caso in cui le forze pro-russe perdessero ci si può aspettare innanzitutto che vengano contestati i risultati elettorali e in un secondo momento lunghe proteste sia a Chisinau che in Gagauzia e Balti".

Il governo moldavo del resto ha già fornito motivo di protestare all'opposizione permettendo l'apertura di soli 5 seggi di voto in Russia dove però risiedono circa un milione di cittadini moldavi.

L'appuntamento del 30 novembre è certo un test fondamentale per la coalizione di governo guidata dal primo ministro Iurie Leanca. Un voto che potrebbe definire la traiettoria geopolitica del paese nel prossimo futuro. “Se in passato era ragionevole pensare di poter trovare un equilibrio tra Est ed Ovest penso che ora invece i cittadini dovranno fare una scelta chiara tra le due opzioni”, ha dichiarato a Radio Free Europe l'ex ministro degli Esteri moldavo Teodor Baconschi.

 

Analizzando i sondaggi è difficile fare previsioni sulla prossima coalizione di governo: il Partito Liberaldemocratico, pro-europeo, e il Partito comunista, che guarda invece a Mosca, sono dati ciascuno al 21%; sono seguiti dal Partito democratico, al 18% e dal Partito liberale e dal Partito socialista con il 10% ciascuno.

I sondaggi danno inoltre il partito Patria al 12%, ma è ora da vedere se verrà permesso a questi ultimi di presentarsi alle urne.

Messi assieme quindi i partiti che fanno parte dell'attuale coalizione governativa pro-europea – più il partito Liberale che ne faceva parte sino al febbraio 2013 – raccoglierebbero il 49% dei consensi.

Il Partito socialista più il partito Patria raggiungono invece il 22% e i comunisti sono dati al 21%: ma questi ultimi non è chiaro se, in caso di vittoria, sarebbero disponibili ad entrare in coalizione con i socialisti, capeggiati da Igor Dodon, che si è separato dai comunisti nel 2011.

E' dal 2009 che il paese è guidato da una coalizione pro-europea. Da allora sono arrivati i successi della sottoscrizione dell'Accordo di associazione con l'Ue e l'abolizione dei visti per l'Ue. L'Ue ha inoltre il primato per quanto riguarda gli scambi commerciali con la Moldavia, 45%, seguita dalla Russia al 25%. Ma il governo è percepito anche come corrotto e per molti suoi elettori le attese del 2009 sono state tradite.

Dall'altro lato i successi pro-europei della Moldavia hanno alzato la tensione con Mosca che ha definito inaccettabile qualsiasi modifica allo status “neutrale” della Moldavia.

"E' chiaro come la Russia stia tentando di esercitare pressioni, giocando anche la possibile carta della minaccia di espulsione dei lavoratori moldavi dal proprio territorio” ha sottolineato recentemente Elmar Brok, a capo del comitato Esteri del Parlamento europeo “Mosca, come ha fatto con l'Ucraina, impedisce alla Moldavia di decidere liberamente di seguire un percorso europeo”.

Link: Radio Free Europe


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