Dalla Bosnia per Amatrice

30 agosto 2016

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"Siamo con voi", inizia così il messaggio di solidarietà inviato dalla direttrice della 'Cooperativa Insieme' di Bratunac alle persone colpite dal terremoto che ha colpito il centro Italia causando 292 morti

"Abbiamo negli occhi le immagini che arrivano dal centro Italia: vittime innocenti, case distrutte, persone che hanno perso tutto. Immagini che ci sono familiari per aver vissuto situazioni analoghe, anche se per responsabilità umane e non naturali. Ci teniamo ad esprimere il nostro sentimento di solidarietà con le vittime del terremoto."

Solo le parole della direttrice Rada Žarković, a nome delle lavoratrici e dei lavoratori della cooperativa agricola da lei creata nel 2003 assieme all'amico e collega Skender Hot - l'altra colonna portante della cooperativa – e grazie al sostegno proveniente dall'Italia.

Una cooperativa che in tredici anni dalla sua nascita è riuscita laddove nessuno pensava fosse possibile: spingere le persone a tornare a vivere, o a non abbandonare ulteriormente il territorio attorno a Srebrenica, una delle zone dove la guerra in Bosnia del '92-'95 ha mostrato uno dei suoi volti più feroci.

Dai dieci soci dell'inizio si è arrivati a più di 500, grazie alla loro caparbietà e alla vasta rete italiana di solidarietà composta da associazioni, enti locali e singole persone.

Lo ricorda, infatti, la stessa Rada, nel suo testo di solidarietà alle popolazioni di Amatrice e degli altri comuni colpiti dal sisma: "Siamo parte di una comunità resa indissolubile dall’avere attraversato insieme tempi drammatici. Quando tutto sembrava perduto, abbiamo ricevuto la solidarietà e l’amicizia di tanti cittadini italiani. Anche grazie al loro sostegno, morale o materiale che fosse, siamo riusciti a risollevarci. Siamo al vostro fianco, come sorelle e fratelli di Bosnia Erzegovina. I soci e le socie della Cooperativa agricola 'Insieme' di Bratunac".

Donne e uomini che fianco a fianco coltivano e lavorano piccoli frutti, chiamati dalla stessa Cooperativa "Frutti di pace", per produrre marmellate e succhi e dimostrare che "insieme" e solidali si può ricominciare.


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