Croazia: la società civile contro l'invio dell'esercito ai confini

7 marzo 2016

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La Croazia è intenzionata ad inviare l'esercito a presidiare i confini per far fronte alla crisi rifugiati. L'annuncio fatto mercoledì scorso dal primo ministro Tihomir Orešković ha suscitato le reazioni delle associazioni che nel paese si occupano di diritti umani e che denunciano la decisione come “incostituzionale” e “pericolosa per i cittadini croati”.

“I rifugiati sono in cerca di sicurezza ed è nostro dovere morale, in conformità al diritto umanitario internazionale, fare tutto il necessario per prenderci carico di loro”, affermano in un comunicato congiunto il Centro per la pace, la nonviolenza e i diritti umani di Osijek, il Centro per gli studi pacifisti, L'Iniziativa Benvenuti!, il Centro Miramida e l'Associazione regionale per le azioni non-violente.

“L'esercito non è lo strumento per risolvere questa crisi umanitaria, non fa che far raffigurare i rifugiati come una minaccia alla sicurezza nazionale. In questo contesto l'intenzione di modificare la legge sulla sorveglianza delle frontiere nazionali ci appare un atto politicamente irresponsabile, non conforme ai nostri obblighi costituzionali”.

Le Ong si chiedono inoltre come ha fatto la Croazia a cambiare così rapidamente da paese che ha accolto decine di migliaia di persone durante i conflitti degli anni '90 a paese che minaccia di mandare l'esercito contro i migranti: “Invece di tentare, come alcuni paesi dell'Ue, di mettere freno alla militarizzazione dell'Europa abbiamo deciso di accodarci a politiche di stati come l'Ungheria”.

D’altra parte, sottolineano le Ong, né la Croazia né gli altri paesi lungo la rotta balcanica hanno fatto sforzi particolari per contribuire alla fine della guerra in Siria e non hanno nemmeno mostrato interesse a lavorare per favorire l'integrazione dei rifugiati in Europa. Inoltre evidenziano come la Croazia abbia promesso una cifra esclusivamente simbolica – 200.000 euro – al Fondo internazionale per l'aiuto umanitario alla Siria, cifra di gran lunga inferiore a quella che si andrebbe a spendere inviando l'esercito a presidiare le frontiere.

“Quest'allargamento dei poteri dell'esercito è una minaccia non solo per i rifugiati ma per tutti i cittadini croati, perché porta ad una militarizzazione della società” denunciano le Ong che ricordano inoltre che secondo la costituzione le forze armate hanno il ruolo di garantire la sovranità del paese. “In cosa questi rifugiati che fuggono dalle guerre minacciano l'indipendenza della Croazia?”, si chiedono.

Link: Le Courrier des Balkans


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