22 luglio 2016
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Una manifestazione europea per ripristinare in Turchia i diritti democratici è la proposta lanciata dalla Fnsi durante il sit-in di protesta tenutosi il 20 luglio a Roma

Fonte: FNSI - Federazione Nazionale Stampa Italiana

«Serve una grande manifestazione europea per ripristinare in Turchia i diritti democratici che il contro-golpe del presidente Erdoğan vuole smantellare arrestando cronisti, chiudendo organi di stampa, ripristinando la pena di morte. Una manifestazione in difesa delle libertà di tutti, non solo della stampa». Questa la proposta lanciata dalla Federazione nazionale della stampa italiana durante il sit-in di protesta organizzato il 20 luglio insieme con Articolo21, Usigrai e numerose altre associazioni, non solo di giornalisti, davanti all’ambasciata turca a Roma.

«Non possiamo rimanere fermi. E l'Europa non può chiudere gli occhi. Come ha detto il giornalista turco Can Dundar: la Turchia si è trasformata in una grande prigione a cielo aperto. Il più grande carcere per giornalisti del mondo», ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti».

Solo nelle ultime ore la scure del presidente “Sultano” si è abbattuta su oltre 20 emittenti, radio e tv “colpevoli” di essere vicine al nemico di Erdoğan, Fethullah Gülen, e costrette a chiudere. A 34 giornalisti è stato ritirato il tesserino professionale. Decine di siti internet sono stati oscurati.

«Contro gli arresti dei giudici, le foto dei prigionieri denudati, la chiusura dei siti d’informazione, la ripresa delle minacce verso gli ultimi media indipendenti – ha ribadito il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – è necessario che le istituzioni europee prendano una posizione ferma, mettendo in atto misure concrete. L'Ue non può rimanere in silenzio davanti a queste immagini».

Al sit-in, insieme agli organizzatori, erano presenti rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, del gruppo Pressing NoBavaglio, di Tavola della pace, Amnesty International Italia, Associazione Amici di Roberto Morrione, Associazione Carta di Roma, LasciateCIEntrare, Reporter senza frontiere Italia, Arci, Cospe, Rivista Confronti, Italians for Darfur, Aamod, Rifondazione comunista, Fondazione Leo Amici, Comitato Khaled Bakrawi, Magistratura Democratica, Unione degli Universitari e Rete degli Studenti, Giornale Radio Sociale, Federazione italiana degli scrittori, Fondazione Libera Informazione, Sinistra Italiana, Osservatorio Balcani e Caucaso, Uisp Nazionale ed alcuni parlamentari.

«C’è bisogno di un’iniziativa politica forte – ha rilanciato Elisa Marincola, portavoce di Articolo21 – che riempia le piazze in Italia e in Europa e che possa dare spazio agli oppositori turchi. I siti, i giornali, le tv diano luce e voce alle notizie che il regime turco vuole oscurare e a chi in quella realtà è drammaticamente impegnato».

Mentre alla richiesta del presidente Recep Tayyip Erdogan di reintrodurre la pena di morte nell’ordinamento giudiziario turco ha risposto il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury: «Non è la risposta. Non è mail la risposta», ha detto. Annunciando poi che lunedì 25 luglio, al Pantheon, si terrà una fiaccolata silenziosa per i sei mesi dalla scomparsa di Giulio Regeni. La Fnsi ci sarà, per il giovane ricercatore italiano e per tutti i Giulio d’Egitto e del mondo.

La FNSI non ha atteso nemmeno un giorno. Questa mattina, come annunciato durante il sit-in di ieri, ha dato seguito alla mobilitazione e ha scritto ai scrive ai vertici delle Federazioni internazionale ed europea dei giornalisti per mettere in campo «tutte le iniziative a sostegno dei colleghi e del popolo turco che si renderanno opportune».

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto