Un libro che è tornato d'attualità. Descrive i rapporti tra Italia e Slovenia dal 1990 al 1994. Relazioni che con l'avvento del nuovo governo di centro-sinistra potrebbero cambiare rotta rispetto alle attuali

04/05/2006 -  Franco Juri

Stefano Lusa: ITALIA SLOVENIA 1990/1994
Prefazione: Diego de Catro
Edizioni Il Trillo, Pirano (Slovenia) 2001
Lingua: italiano
L' avevano definita l' "Ostpolitik" di Piero Fassino, la svolta che doveva portare, nella seconda metà degli anni '90, durante i due governi del centrosinistra, ad un asse privilegiato tra l' Italia e l' ex Jugoslavia. La "porta d' ingresso" a tale ambizione italiana si è sempre chiamata Slovenia, il paese più vicino, quello confinante, quello su cui oggi punta economicamente e ambiziosamente anche il Friuli Venezia Giulia di Riccardo Illy, dove tra l'altro vive una notevole comunità slovena.

La lunga parentesi berlusconiana ha congelato l' "ostpolitik", spingendo ulteriormente Lubiana tra le morbide e materne braccia germaniche. Ma dopo la vittoria dell' Unione è probabile che se ne ricominci a parlare di più anche a Roma. Quali sono i capitoli ancora da chiudere o da sdoganare tra Italia e Slovenia perchè si possa parlare di un rilancio delle ambizioni italiane in questa parte dell' ex Jugoslavia? La comune appartenenza europea da sola non basta. Al pettine ci sono ancora dei nodi che andrebbero sciolti e che riconducono la vicenda italo-slovena alle incomprensioni e alle diverse interpretazioni di alcune fondamentali tappe storiche e del diritto internazionale quali; il trattato di pace di Parigi, il Memorandum di Londra, gli Accordi di Osimo, l'esodo degli Istriani, i diritti delle due minoranze, nonchè la successione dei trattati bilaterali dopo l'indipendenza di Lubiana. La Slovenia è il primo e per ora l'unico paese ex-jugoslavo diventato membro dell'UE, anche con l'appoggio esplicito di Romano Prodi. E ridiventa perciò attualissimo il libro »Italia Slovenia 1990/1994« scritto dal giornalista e storico piranese Stefano Lusa con una prefazione firmata dal prestigioso storico e diplomatico, nonchè protagonista dei rapporti italo-jugoslavi dal dopoguerra in poi, Diego de Castro, illustre piranese anche lui.

Il libro di Lusa approfondisce, seguendo una documentazione ed un attendibile approccio storiografico dalle inevitabili venature giornalistiche, un periodo tutto sommato breve ma assolutamente chiave per la comprensione dei problemi che tutt'ora assillano i rapporti tra i due paesi vicini. E' il periodo che va dall'affermazione della prima democrazia parlamentare slovena e dell' indipendenza nazionale del paese, al 1994, anno che segna una prepccupante crisi nei rapporti tra Roma e Lubiana, con un governo Berlusconi già in declino ma che, consigliato dalla destra nazionalista di frontiera, con roccaforte Trieste, continua ad ostacolare e a condizionare l'avvicinamento della Slovenia ai quindici con richieste di revisione sul campo dei trattati bilaterali e un recupero del peso contrattuale delle organizzazioni degli esuli istriani. E' il periodo degli accordi falliti di Aquileia e del muro contro muro.Ma è anche il periodo in cui a Bruxelles e a Madrid emergono le prime bozze di quello che più tardi sarebbe stato chiamato"il compromesso spagnolo" sui beni abbandonati. Un capitolo la cui comprensione è essenzale per chi voglia affrontare e risolvere quei nodi che proprio allora s' ingrovigliarono a dismisura e che continuano a condizionare tutt'oggi, nonostante l' UE, i rapporti tra i due paesi. Una lettura che risulterà utile anche a chi guiderà la Farnesina nei prossimi anni.


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