Serbia: Tadić e Đilas scontro all’ottava seduta

23 agosto 2012

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La lotta interna al partito dell’ex presidente Boris Tadić, lo scontro con Dragan Đilas e la storica ottava seduta del Partito comunista serbo.

In Serbia l'agosto è infuocato, non c’è che dire. Ma non sono solo le temperature atmosferiche ad essere salite in questo mese. Il termometro, infatti, ha registrato picchi di calore anche all’interno del maggior partito di opposizione in Serbia. Da giorni ormai i media belgradesi non fanno che rimpallare notizie e smentite su una grave frattura in seno al Partito democratico (DS).

Boris Tadić, attuale leader del partito, dopo la sconfitta alle presidenziali e il mancato accordo con i socialisti di Ivica Dačić per formare il governo, si trova ora a dover fronteggiare gli affondi dell’uomo che più di tutti può mirare alla sua poltrona, il sindaco di Belgrado Dragan Đilas.

La stampa serba raccoglie voci, pronostici degli analisti, smentite e lettere aperte. Il DS si sta spaccando oppure no? Lo scontro Đilas-Tadić porterà cambiamenti nel partito? E Đilas è veramente pronto, con l’eventuale sostegno dell’altra corrente del DS, quella della Vojvodina di Pajtić, a formare eventualmente un suo partito?

Bisognerà aspettare l’8 settembre, quando all’ottavo congresso del DS le carte saranno scoperte e il conflitto dovrebbe venire a galla.

Recentemente Teofil Pančić, noto commentatore del settimanale Vreme, ha tratteggiato una curiosa analogia tra la storica ottava seduta del Comitato centrale del Partito comunista serbo, per intenderci quella del 1987 in cui Milošević liquidò politicamente il suo mentore Ivan Stambolić, diventando così il nuovo leader serbo, e l’ottava seduta del comitato centrale del DS. Anche allora si tenne in settembre e vi fu un conflitto aperto tra il “vecchio” leader e il “giovane” rampante riformatore. Come dire: i tempi cambiano e gli uomini pure, ma le dinamiche per la conquista del potere tendono a ripetersi.


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