Anche se poco noto, la Serbia è uno dei più grandi paesi produttori ed esportatori mondiali di lamponi. Questo mercato, che è perfino resistito ai bombardamenti NATO, deve ora confrontarsi con le nuove sfide della globalizzazione.

22/11/2010 -  Risto Karajkov Belgrado

L'anno scorso, la Serbia è stata la più grande esportatrice mondiale di lamponi. Questo paese esporta circa 63.000 tonnellate, guadagnando più di 200 milioni di dollari US. Il suo competitore tradizionale, il Cile, si trova al secondo posto in classifica con circa 35.000 tonnellate esportate. I due paesi sono regolarmente i più grandi esportatori mondiali di lamponi, e, insieme a Russia, Stati Uniti, Polonia e Germania, sono tra i più grandi produttori a livello globale. Complessivamente la produzione globale di lamponi è stimata fra le 460.000 e le 500.000 tonnellate per anno.

In Serbia la coltivazione di lamponi occupa una superficie di circa 15.000 ettari. L'area di Arilje in Šumadija è la capitale serba – e forse anche mondiale – della produzione di lamponi. Qui si trovano coltivazioni intensive, ad alta produttività (più di 30 tonnellate per ettaro, comparato a una media nazionale di 6 tonnellate) e di qualità indiscutibile.

Oltre a essere uno dei prodotti serbi più esportati, i lamponi sono strategici per altre ragioni. Molte delle entrate provenienti da questa coltivazione rifluiscono nelle zone collinose e montagnose del paese, dove questi frutti sono prodotti e per questo motivo rappresentano una componente essenziale per lo sviluppo rurale della Serbia. La stagione delle raccolta può dar lavoro a circa 200.000 persone. Inoltre è provato che questo tipo di prodotto rappresenta un tipo di esportazione stabile: la sua produzione non è mai declinata, anche durante i bombardamenti NATO e i periodi di sanzioni internazionali. In tempi difficili, questo prodotto si è rivelato una risorsa preziosa di valuta straniera, attirando grandi compagnie di altri settori, che necessitavano valuta estera per le loro importazioni e che sono così entrate nel commercio dei lamponi.

In Serbia i lamponi sono solitamente coltivati in piccole piantagioni familiari (circa 0,3-0,5 ettari in media) e questo tipo di dimensioni è uno dei motivi che favorisce la sua alta qualità. Come attività economica rappresenta un elemento che sicuramente contribuisce al benessere e alla sicurezza domestica nelle zone rurali.

L'ottimo prezzo sui mercati internazionali è uno dei fattori che lo rende così attrattivo. La sua quotazione varia tra 0,8 e 1,3 euro al chilo per quanto riguarda il prodotto congelato, mentre, se consideriamo il prodotto fresco, il costo può addirittura triplicare. Il prezzo dipende naturalmente dalla domanda globale e dal raccolto degli altri maggiori produttori. Se, per esempio, il Cile ha una cattiva annata, anche il prezzo in Serbia salirà.

La maggior parte dei lamponi serbi sono esportati già congelati (circa il 95% della produzione totale se ne va in esportazioni). Esportarli freschi incrementerebbe considerabilmente le entrate, ma molti problemi strutturali ostacolano i produttori. Problemi che sono strettamente correlati con le capacità logistiche e di spedizione del sistema paese. I lamponi freschi devono infatti arrivare al consumatore in un paio di giorni dal momento in cui sono stati raccolti a mano nelle piantagioni di Arilje. Date le condizioni della regione, l'impresa non è affatto facile. Queste capacità non dipendono solamente dall'abilità del settore privato ma anche da quella della pubblica amministrazione.

Le proposte degli esperti su una possibile direzione strategica dell'“oro rosso” serbo comprendono il rafforzamento delle esportazione di frutti freschi, la diversificazione delle varietà di lamponi, e il prolungamento della stagione della raccolta. Quest'ultimo obiettivo può essere raggiunto mediante l'utilizzo di serre (cosa che però richiede un grande investimento). Altri suggeriscono inoltre una più grande attenzione verso la produzione di estratti di lampone che possono raggiungere quotazioni eccellenti sui mercati internazionali.

Infatti, oltre al loro sublime gusto, i lamponi hanno anche proprietà mediche che contribuiscono significativamente a inibire la crescita del numero e delle forme di cellule cancerogene, così come di certi tipi di batteri, ecc...

I lamponi hanno bisogno di un clima moderato: estati fresche e inverni miti. La varietà serba è apparentemente particolarmente adatta per resistere al freddo.

Secondo alcuni esperti la produzione di lamponi in Serbia avrebbe già raggiunto il picco nei decenni precedenti e oggi, a causa dell'età delle piantagioni, la loro produttività starebbe declinando. Aleksandar Leposavić del Fruit Research Institute a Čačak non è però d'accordo con questa tesi. All'inizio di quest'anno ha infatti affermato al quotidiano “Politika ” che “i lamponi serbi non hanno concorrenti” a livello mondiale. È convinto che il mercato delle “maline” (lamponi in serbo) continuerà a prosperare e a battere i competitori internazionali.

Recentemente però ci sono state delle preoccupazioni in Serbia riguardo alla possibilità che le “maline” potessero essere bandite dai mercati dell'Unione europea a causa delle alte quantità di pesticidi utilizzati durante la loro coltivazione. I media serbi citano infatti Rajko Garić, fitopatologo, che ha annunciato pubblicamente il ritiro dai mercati UE di alcuni carichi di lamponi (una quantità molto piccola, circa 200 tonnellate) a causa dell'alto livello di pesticidi.

Secondo Dragiša Terzić del “Vilamet”, un'associazione di produttori di lamponi in Serbia, ciò riguarda solamente le spedizioni di prodotti etichettati falsamente come biologici. Come riportato dai media, questa dicitura è infatti rigorosamente concessa ai soli prodotti cresciuti su terreni liberi da sostanze chimiche per più di 20 anni.

Le autorità incaricate della sicurezza alimentare rassicurano affermando che, da quando la nuova legge serba sulla sicurezza alimentare è stata approvata nel 2009, nessun caso di ritiro delle esportazioni di “maline” è stato registrato. Secondo la nuova regolamentazione, la sicurezza dei prodotti è una responsabilità del produttore. Ciò nonostante, il dibattito ha avuto come conseguenza un rafforzamento generalizzato dei controlli fitosanitari sulle esportazioni serbe.


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