Una studentessa in una scuola di Bucarest - foto di Davide Sighele, OBC

Una studentessa in una scuola di Bucarest - foto di Davide Sighele, OBC

La maggioranza degli studenti della maturità bocciati, taglio degli investimenti nel settore dell’istruzione, possibili fondi alle università private e ora anche l’allarme analfabetismo. Il mondo dell’istruzione in Romania sembra essere al collasso o a un doloroso quanto necessario bivio

18/07/2011 -  Daniela Mogavero

Le notizie che hanno affollato i giornali e i forum nelle ultime settimane hanno scosso l’opinione pubblica e la politica. A partire dal dato dei bacalaureat (gli studenti della maturità): solo il 40% ha passato l’esame estivo (il dato peggiore dalla Rivoluzione). E poi il campanello d’allarme sul 41% degli studenti intorno ai 15 anni che hanno difficoltà di lettura.

Quest’ultimo dato, pubblicato dalla Commissione europea, pone la Romania sul gradino più alto di una classifica poco lusinghiera dei Paesi UE dove il problema dell’analfabetismo è più sentito, seguita dalla Bulgaria.

Secondo la ricerca gli studenti romeni non solo hanno scarse capacità di lettura ma scarseggiano anche gli insegnanti di sostegno che possano aiutare gli alunni a colmare il gap. Questo significa che molti studenti delle scuole medie e superiori del Paese non riescono a comprendere immediatamente quello che leggono, hanno poca passione per la lettura in generale e imparano più che altro meccanicamente i concetti da studiare. Uno dei problemi che, secondo i detrattori dell’attuale sistema d’istruzione, ha causato anche il flop alla maturità 2011.

Inoltre secondo Bruxelles ad avere i maggiori problemi sono i ragazzi rispetto alle colleghe di sesso femminile.

Un sistema scolastico debole e mai veramente riformato

Dati che hanno costretto la politica romena, ma anche il mondo della scuola, a interrogarsi sul futuro. La pubblicazione dei risultati "disastrosi" degli esami di maturità ha portato alla luce le debolezze di un sistema scolastico povero di risorse, mai veramente riformato e corrotto.

Dei circa 200.000 maturandi, solo 90.765 si sono diplomati: "Questi risultati rappresentano lo specchio della società e dimostrano che la Romania è a un bivio", ha detto il ministro dell'Istruzione Daniel Funeriu, respingendo al mittente le accuse dell’opposizione che aveva chiesto la sua testa all’indomani dell’affissione dei “quadri”.

Per Funeriu la responsabilità è di tutte le classi politiche che si sono succedute e l’unica soluzione è la riforma che l’attuale governo sta cercando di portare avanti, che, però, è molto contestata, soprattutto per la possibilità di elargire fondi alle università private.

Tornando ai numeri di questa tremenda sessione a sconvolgere l’opinione pubblica sono state soprattutto le notizie riguardanti scuole dove nessuno si è diplomato o di istituti di Bucarest dove le promozioni sono state pari al 42%, quasi la metà rispetto agli altri anni.

Scaricabarile sulle colpe

Secondo il ministero dell’Istruzione il flop di quella che è stata da subito definita la “generazione Google” è dipeso dalle misure di controllo senza precedenti che sono state messe in atto: telecamere installate in tutte le aule per disincentivare la possibilità di copiare o di ottenere “aiuto” da parte dei commissari corrotti. “La Romania sarebbe diversa se coloro che adesso hanno tra 18 e 38 anni non avessero fatto ricorso alla corruzione".

Ma per il sindacato degli insegnanti “Spiru Haret” le ragioni dell’insuccesso sono diverse: il bilancio di spesa per il settore dell’istruzione in Romania è sceso dal 4,7% del Pil nel 2007 al 2,7% nel 2011. Percentuale che fa il paio con gli stipendi molto bassi, a volte al di sotto del livello medio, che vengono percepiti dagli insegnanti, fortemente insoddisfatti e poco motivati.

Secondo i più critici, quindi, la scuola romena non fornisce agli studenti gli strumenti per sviluppare l’abilità a ragionare in modo autonomo e le competenze per accedere al mondo del lavoro.

Nelle molte interviste realizzate da TV, radio e stampa romena gli insegnanti sono di un'altra opinione. Nel balletto dello “scaricabarile”, la colpa è a loro avviso del cambiamento di valori, della mancanza di voglia delle nuove generazioni di approfondire gli studi, di imparare, fermandosi alla superficialità delle ricerche e dei contenuti che Internet dà troppo velocemente e facilmente.

Intanto per i bocciati dell’esame estivo resta la possibilità di “riparare” in autunno. Le nuove percentuali potrebbero mettere una croce definitiva sul sistema scolastico romeno o risollevarne le sorti, in attesa della discussione in Senato della riforma tanto attesa.


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