il cielo di Bucarest

Il cielo di Bucarest in una calda giornata estiva (Gorgeoux /flickr)

Solo il 14% dei romeni crede che vi siano miglioramenti economici in vista. Il presidente Băsescu invece ostenta ottimismo e rivendica con orgoglio le misure di austerità che aveva promosso “con un anno di anticipo” sul resto d'Europa. L'opposizione lo attacca duramente. E in questa calda estate romena si vede già l'inizio della campagna elettorale per le elezioni politiche dell'anno prossimo

20/07/2011 -  Mihaela Iordache

Stando ai sondaggi, in Romania oggi la maggior parte della gente crede che nel Paese le cose vadano nella direzione sbagliata. Secondo il più recente rapporto dell'Eurobarometro, la percentuale di pessimisti si aggirerebbe intorno al 69% degli intervistati. In tempi di crisi economica, è curioso notare come secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Romeno di Studi Sociali (IRSS) le figure in cui i romeni hanno più fiducia siano il governatore della Banca Nazionale, Mugur Isărescu (41%) e il patriarca ortodosso Daniel (40%). Ciò che davvero colpisce però, è il contrasto tra il pessimismo della gente e l’ottimismo dei governanti. Infatti, mentre il governo annuncia la fine della recessione solo il 14% dei romeni crede il Paese attenda un miglioramento della situazione economica nei prossimi mesi.

Autocelebrazione presidenziale

Il presidente della repubblica Traian Băsescu giustifica il suo ottimismo con le severe misure di austerità approvate lo scorso anno che ha rivendicato con orgoglio durante un recente incontro con Neelie Kroes, commissario europeo per l’agenda digitale."Guardiamo gli altri paesi europei e cominciamo a congratularci di aver preso queste misure con un anno di anticipo,” aveva dichiarato in quell'occasione il presidente romeno. “Certo, per il momento nessuno vuole riconoscerci questo merito, ma verrà il tempo in cui questo accadrà”. Se Băsescu si autocongratula, l’opposizione annuncia costantemente nei talk show che dilagano sulle televisioni una vera “apocalisse” economica causata dall’esecutivo guidato dal democratico liberale Emil Boc, primo ministro molto attento alle richieste del presidente Băsescu.

Mentre Boc viene criticato dall’opposizione per la situazione economica, il primo ministro riesce ad attirare su di sé l'attenzione per ben altri motivi. Pochi giorni fa, infatti, ha utilizzato un elicottero dei servizi segreti per far viaggiare la figlia e il nipote come premio per i buoni risultati scolastici, anche se precisa di aver pagato il noleggio. Certo è che qualcosa ci vorrebbe per incoraggiare tutti i giovani romeni, visto che quest'anno all’esame di maturità si è registrato un disastro nazionale con oltre il 50% dei candidati bocciati. Una seconda occasione in cui il premier si è distinto è stato il 14 luglio, quando nonostante le sue dimensioni minute è riuscito a prendere al volo tra le braccia l’ambasciatore francese a Bucarest, che durante un discorso per “la Fête nationale” francese è svenuto per il grande caldo.

Caldo

In un periodo in cui lo scontro politico è incandescente, lamentarsi del caldo è forse l'unica cosa che governo e opposizione riescono a fare di comune accordo. In vista delle elezioni parlamentari dell’anno prossimo, l’opposizione stringe nuove alleanze, e secondo vari analisti lo fa senza troppo badare ad una visione politica comune o a vicinanza di idee, ma con l’unico scopo di sconfiggere il Partito democratico liberale, il cui mentore è il presidente Traian Băsescu.

A questo scopo è stata creata una nuova alleanza - l’Unione Social Liberale (USL), formata dal Partito Social Democratico (PSD), dal Partito Liberale (PNL) e dal Partito Conservatore (PC). Stando ai sondaggi, quasi il 50% delle preferenze dell'elettorato andrebbero verso questa nuova alleanza, il che potrebbe mettere l'attuale opposizione in condizione di proporre il nome del futuro premier. Ma è ancora presto per dirlo: fino all'autunno dell’anno prossimo le preferenze potrebbero cambiare a favore dell’USL oppure del PDL. Comunque procedano le cose nei prossimi mesi, è chiaro che l’USL deve ancora lavorare molto su un programma comune e da questo punto di vista le idee non sembrano essere ancora molto chiare.

Crin Antonescu, leader del Partito liberale (PNL) nonché co-presidente dell’Unione ritiene che la sua parte politica sosterrà soprattutto politiche liberali, mentre il PSD dovrà avere un contributo più ampio sui programmi sociali. Lo stesso Antonescu però viene accusato dai suoi critici di aver sacrificato il partito a favore dei suoi interessi personali in modo da assicurarsi i voti e il sostegno necessario a diventare presidente nel 2014. Da parte sua, il presidente del PSD Victor Ponta spiega che “il programma economico dell’USL ricorda la 'terza via' sostenuta per anni in Regno Unito da Tony Blair. Anche là da 15 anni ci sono dibattiti se si tratti di una politica più liberale che sociale, o vice versa. Alcuni vedono di più la parte liberale, altri vedono di più la parte sociale”. Resta quindi all'elettorato il compito di chiarirsi le idee prima del voto.

Corruzione

Un altro punto sempre di attualità resta ovviamente la corruzione e, si spera, anche i corrotti, poiché negli ultimi vent’anni si è parlato tanto del fenomeno ma poco dei protagonisti. Recentemente ci sono stati comunque alcuni arresti, anche se per il momento non si è vista alcuna condanna definitiva. Proprio lunedì due notizie riguardanti la corruzione hanno tenuto la prima pagina. Una riguardava la presidente della camera dei deputati, la liberale democratica Roberta Anastase (Miss Romania 1994) per la quale la magistratura ha deciso di non aprire un'inchiesta richiesta dal Partito Social Democratico riguardante una possibile frode relativa al voto sulla legge delle pensioni. Sempre lunedì, per “accontentare” anche il PSD, il senatore Cătălin Voicu sotto arresto preventivo da un anno è stato infine liberato seppur con il divieto di lasciare il paese.

Vi sono più inchieste in corso per casi di corruzione che riguardano politici dell’opposizione rispetto a quante ve ne sono su politici di parte governativa, il che ha attirato numerose critiche all’indirizzo di Băsescu, accusato di usare la sua posizione istituzionale come arma politica e di ricatto. È comunque risaputo che i politici hanno la passione di accusarsi reciprocamente di corruzione, il che disgusta ancora di più l’elettorato costretto ad assistere continuamente a talk show, discussioni e arresti in diretta TV senza mai avere la certezza che in uno qualsiasi di questi casi sia stata fatta giustizia.

Qualche novità da questo punto di vista potrebbe portarla un nuovo disegno di legge riguardante la confisca di guadagni illeciti recentemente varato dal governo. “La Romania è l’unico paese dove non si confiscano i guadagni che non hanno una giustificazione legale,” ha dichiarato il primo ministro Emil Boc. “Questa modifica del codice penale permette allo stato di confiscare i beni di coloro che non possono giustificare come li hanno ottenuti con mezzi legali.” Dal canto suo l’opposizione ha elaborato un disegno di legge separato e la battaglia finale si farà in parlamento. Nel frattempo è già accaduto l’incredibile e la giustizia ha stabilito la confisca di un milione di euro a Dan Ioan Popescu, un ex ministro del Partito socialemocratico.

Nuove leggi

A quasi un anno e mezzo dalle prossime elezioni, i democratici liberali sottopongono a dibattito anche altre modifiche legislative. Il presidente Traian Băsescu desidera modificare la costituzione in modo che questa preveda la possibilità di sciogliere il Parlamento nel caso in cui esso sospenda il presidente, ma tale decisione non venga poi suffragata da un referendum (Băsescu stesso fu sospeso nel 2007 e poi riconfermato tramite un referendum). Tra le proposte del governo, anche la riduzione del mandato di presidente della Repubblica dai cinque anni attuali a soli quattro.

I democratici liberali attualmente al governo vogliono anche modificare la legge elettorale per dare la possibilità ai romeni che vivono all’estero di votare per corrispondenza. Tirando in ballo la possibilità di frodi elettorali, sia l’opposizione sia l’Unione Democratica dei Magiari (UDMR, attualmente al governo) sono contrari alla proposta. Non è questa l'unica occasione in cui il partito magiaro crea difficoltà ai propri partner di governo. Ad esempio, l'UDMR ha recentemente fatto mancare il proprio appoggio al progetto che riguarda la riorganizzazione amministrativa delle contee romene che dovrebbero essere raggruppate per costituire - secondo varie proposte - 8, 10 o 12 regioni. Il partito della minoranza ungherese è praticamente stato quasi sempre al potere ed ora è atteso a braccia aperte nella barca dell’opposizione. Non certo o non necessariamente per comunanza di idee, ma soprattutto perché la presenza del partito magiaro nella coalizione aumenterebbe significativamente le possibilità dell'opposizione di diventare maggioranza.


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