In un'aula dell'Università del Montenegro

In maggio, in Montenegro, è stato presentato dal ministro dell'Educazione un progetto di legge per l'educazione superiore. Che però, secondo i critici, porterebbe alla fine dell'università pubblica, a favore di quelle private

11/06/2013 -  Predrag Nikolić

(Tratto da Monitor, pubblicato il 17 maggio 2013, selezionato da Le Courrier des Balkans e OBC)

La legge che regola l'educazione universitaria proprio sembra non convincere l'attuale ministro dell'Educazione Slavoljub Stijepović. Il suo primo provvedimento da ministro è stato l'attribuzione di una licenza all'università “Donja Gorica” (UDG), proprietà privata del primo ministro Milo Đukanović, che nel corso degli ultimi due anni ha di fatto operato in nero. Poi il ministro ha continuato la sua opera riformatrice modificando la legge esistente e permettendo che 115 studenti delle università private venissero sostenuti direttamente con 200.000 euro presi dal budget statale.

Numerosi professori dell'Università del Montenegro da molto tempo sono sull'allerta: la loro università, affermano, sta subendo una distruzione lenta e pianificata, a vantaggio dell'università privata del primo ministro. Questo processo, avviato dall'ex rettore Ljubiša Stanković e continuato dall'attuale rettore Predrag Miranović e dal ministro Slavoljub Stijepović – entra ora nella sua fase finale.

L’articolo 36 di un progetto di legge del governo prevede che le facoltà dell'Università del Montenegro possano modificare il loro statuto in base ad una semplice decisione dei loro fondatori. I nostri interlocutori interpretano il comma di legge come un tentativo di privatizzare l'università pubblica.

Crisi profonda

“Il governo desidera permettere la privatizzazione di alcuni settori dell'università statale o un'eventuale apertura a capitale statale nelle università private. Il governo starebbe seguendo lo stesso modello del 'prima distruggi e poi vendi' adottato nella privatizzazione di molte aziende statali”, afferma Branka Bošnjak, professoressa dell'università pubblica e deputata del Fronte democratico.

Il governo sta diminuendo progressivamente il budget dell'università pubblica che sta attraversando una crisi profonda: i suoi debiti sono importanti ed alcune facoltà sono già state chiuse. Secondo Branka Bošnjak, l’adozione del nuovo testo di legge porterebbe alla privatizzazione delle facoltà “redditizie”, come quelle di economia, di diritto e di elettronica.

La proposta di legge contiene molti vincoli all'autonomia universitaria. Ad esempio il Consiglio dell'educazione superiore sarà composto da 13 membri, 7 dei quali nominati dal governo.

Autonomia

Secondo la proposta di legge il governo potrà decidere il numero di studenti e la quantità di finanziamento da attribuire alle università private. E' inoltre il governo e non l'Università del Montenegro, a determinare le condizioni, i criteri e le procedure di iscrizione al primo anno di studi accademici e applicati. Per le università private sono previste regole differenti.

Il rettore dell'Università del Montenegro, Predrag Miranović, ha dichiarato a più riprese che l'intenzione delle istituzioni di abolire l'indipendenza del Consiglio per l'educazione superiore non era conforme agli standard europei e che, nel caso la riforma passasse, non sarebbe stato possibile alcun accredito internazionale del consiglio stesso.

Il rettore Miranović ha anche avvertito: la definizione dei criteri d'iscrizione all'università da parte del governo è un attacco diretto all'università pubblica. Il rettore ha inoltre criticato il finanziamento pubblico alle università private: “E' cattiva politica, dannosa per l'università pubblica”.

Ma è da lungo tempo che questa politica è divenuta prassi e reazioni da parte del rettore non ce ne sono state.

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Conflitto d'interessi

“Proponiamo che i membri del governo non possano essere impiegati presso le università private per la durata dell'intero loro mandato, e questo per conflitto di interessi”, si afferma in una proposta sottoscritta dal preside della facoltà marittima Danilo Nikolić.

E' chiaro che questa proposta non passerà mai, perché priverebbe dei loro ricchi onorari numerosi ministri dell'attuale governo che insegnano presso l'università Donja Gorica o altre università private: tra questi Igor Lukšić, Petar Ivanović, Milorad Katnić, Radoje Žugić, Željko Rutović…

Nelle note che sono giunte dalla facoltà di Scienze naturali e Matematica, e che sono siglate dal decano Predrag Stanišić, si dice che non è chiaro il concetto stesso alla base della proposta di legge né cosa si vuole ottenere con essa.

“La proposta di legge tratta in modo scorretto le istituzioni pubbliche, con particolare riferimento alla Università del Montenegro, e la regola in modo molto diverso rispetto alle istituzioni private. La proposta di legge restringe fortemente l’autonomia dell’Università del Montenegro, in particolare se si tiene in considerazione il parallelo con la prassi corrente nei paesi vicini… La proposta di legge non può essere emendata, cioè corretta con piccole modifiche. Ciò significa che va interamente ritirata", si legge nei commenti giunti dalla facoltà di Scienze naturali e Matematica.

Nessuno nei commenti giunti finora ha discusso della norma che rende possibile la privatizzazione dell’università statale.

“È tempo di di svegliare i professori universitari “assopiti” e che alzino la voce contro questa norma, perché altrimenti loro stessi si troveranno partecipi della distruzione della Università del Montenegro e della sua autonomia. È evidente l’intenzione che nel Montenegro - ormai una sorta di 'stato privato' - anche l’università statale divenga privata e di proprietà di quelli che in questo stato possono fare quello che vogliono e che a spese dello stato si sono arricchiti, perché hanno posto se stessi al di sopra della legge", afferma Branka Bošnjak.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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