La campagna elettorale in Moldavia si chiude fra violazioni dei diritti civili e polemiche sui sondaggi d'opinione che danno il Partito comunista in largo vantaggio sull'opposizione. Sul risultato del voto del 5 aprile potrebbero pesare in modo risolutivo i voti della diaspora

03/04/2009 -  Iulia Postica Chişinău

Cinquanta studenti moldavi che frequentano università romene sono decisi a portare in giudizio la Repubblica di Moldavia , che ha negato loro l'ingresso nel paese. Il 22 marzo, erano diretti a Chişinău per la campagna "Vote without fear", organizzata dal partito liberal-democratico in vista delle elezioni parlamentari di domenica 5 aprile. Gli studenti saranno rappresentati in tribunale dagli avvocati del partito d'opposizione. "Ci rivolgeremo alla Corte Europea per i Diritti Umani e alle istituzioni giuridiche nazionali per accelerare l'esame di alcuni casi di seria violazione dei diritti costituzionali e convenzionali", dichiara Vitalie Nagacevschi, uno degli avvocati.

Fra il 27 e il 30 marzo, circa 300 cittadini romeni, invitati in Moldavia per concerti e celebrazioni, sono stati costretti a fare marcia indietro una volta giunti al confine. Il 27 marzo, 150 persone - che volevano celebrare il novantunesimo anniversario dell'annessione della Bessarabia con la Romania, avvenuta nel 1918 - sono state fermate alla dogana e rispedite indietro senza poter attraversare il confine. A tutti i passeggeri è stato permesso di proseguire il viaggio, con l'eccezione di chi aveva il passaporto romeno - costretto a scendere dal pulllman o dal treno senza una precisa spiegazione.

Diversi artisti romeni, invitati a cantare nei concerti organizzati dal movimento European Action, hanno ricevuto analogo rifiuto dagli ufficiali moldavi - sempre senza spiegazioni e nonostante avessero tutti i documenti in ordine.

Il ministro degli Esteri romeno, Cristian Diaconescu, ha richiesto alle autorità moldave di fermare gli abusi. La Moldavia non ha fornito dichiarazioni ufficiali in merito, ha dichiarato in una conferenza stampa il capo della diplomazia romena, che ha espresso anche il suo disappunto di fronte al mancato rispetto degli impegni presi di fronte all'Unione Europea.

In Romania, questi episodi sono stati collegati alla campagna elettorale in corso. Secondo l'analista Igor Boţan, il partito comunista moldavo vede nell'ostilità alla Romania l'unico e più facile canale per guadagnare voti. D'altro canto, il partito di governo confida nel fatto che né la Romania né l'Unione Europea prenderanno misure contro la Moldavia.

La diaspora moldava e le elezioni parlamentari

La partecipazione dei cittadini moldavi che vivono all'estero alle parlamentari di domenica è al centro dell'attenzione dell'opposizione. In marzo, i leader dei partiti liberale e liberal-democratico si sono recati in Italia, dove hanno incontrato i rappresentanti della diaspora. La visita coincideva infatti con il primo congresso dell'Associazione delle Comunità Moldave, tenutosi a Roma con la partecipazione di rappresentanti della diaspora moldava da 12 paesi.

Nonostante solo 10.018 cittadini moldavi residenti all'estero abbiano partecipato alle parlamentari del 2005, l'opposizione ha mostrato un crescente interesse nel loro coinvolgimento alle prossime elezioni. Secondo gli analisti politici moldavi, qualche migliaio di voti potrebbe fare la differenza nel risultato finale. Questo interesse si potrebbe spiegare tanto con l'aumento dell'affluenza verificatosi a partire dal 2001 quanto con i risultati del voto all'estero, tendenzialmente in crescita. Infatti, se alle parlamentari del 2001 avevano votato solo 4.000 persone, nel 2005 erano oltre 10.000 - un numero che, attraverso una campagna elettorale attiva ed efficace, potrebbe arrivare a rappresentare l'1% dell'affluenza totale. Il fermento politico tra i cittadini moldavi all'estero si spiega anche con i risultati del voto del 2005, quando nei seggi istituiti nelle ambasciate il partito comunista ottenne un modesto 11%. Di conseguenza, per i partiti d'opposizione il voto all'estero è importante quanto quello domestico.

Un barometro per l'opinione pubblica

Diversi partiti d'opposizione hanno criticato i risultati dell'ultimo sondaggio realizzato dall'Istituto per le Politiche Pubbliche*, secondo il quale il partito comunista sarebbe ampiamente il primo col 36,2% e ampio margine sugli altri partiti. Altre formazioni che potrebbero superare lo sbarramento del 6% sono il partito liberal-democratico (8,3%), il partito liberale (8,2%) e l'alleanza Moldavia Nostra (5,4%). Il 23% degli intervistati sono indecisi, il 3,4% preferisce non rispondere e il 9% circa si divide tra gli altri partiti politici e i candidati indipendenti.

L'opposizione ha giudicato questi risultati tendenziosi, accusando gli autori di intenti manipolatori. In realtà, è l'interpretazione da parte dei mass media ad essere vista come un pesante fattore di pressione, ha dichiarato Igor Boţan in un'intervista a Free Europe. Tra i principali elementi che influenzano il voto, i sondaggi giocano un ruolo limitato - quello che non si può trascurare è l'impatto di una loro interpretazione tendenziosa.

Secondo lo stesso sondaggio, solo il 23% dei cittadini moldavi si interessa di politica, e la fiducia nelle istituzioni pubbliche è in calo, così come quella in partiti politici (16%), sindacati (23%) e ONG (28%). La maggior parte degli intervistati dichiara di non avere fiducia in nessuno. Il politico che suscita maggiore fiducia è Vladimir Voronin (23%), seguito da Dorin Chirtoacă - sindaco di Chişinău e membro del partito liberale (8%), Marian Lupu - portavoce dell'attuale Parlamento (6%), e Vlad Filat - leader del partito liberal-democratico (4%). Secondo il 59% circa degli interpellati, la Moldavia non è governata secondo la volontà del popolo.

*Sondaggio condotto tra il 28 febbraio e il 14 marzo 2009 su un campione di 1.197 persone distribuite su 88 località, con un margine d'errore di ± 2.8%.


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