Nel febbraio del 2001 erano stati firmati degli accordi tra FRY e Macedonia che risolvevano dispute di confine anche per quanto riguarda la parte di demarcazione tra Kossovo e Macedonia. Una dichiarazione dell'Assemblea kossovara rifiuta quegli accordi.

30/05/2002 -  Anonymous User

L'Assemblea del Kossovo ha adottato il 23 maggio scorso una dichiarazione nella quale si affermano invalidi gli accordi intercorsi nel febbraio del 2001 tra Macedonia e FRY per quanto riguarda il confine tra Kossovo e Macedonia. I politici kossovari avevano in più occasioni discusso sulla validità dello stesso sostenendo che più di 2.500 ettari di terra coltivabile appartenuti a cittadini kossovari erano erroneamente finiti in territorio macedone.
Nonostante i continui moniti da parte dei rappresentanti internazionali e le affermazioni di questi ultimi sul fatto che la definizione dei confini della provincia non rientra nelle competenze dell'Assemblea del Kossovo e quest'ultima non dovrebbe pronunciarsi su un accordo tra l'altro già ritenuto valido dallo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Parlamento ha adottato ugualmente la sopracitata dichiarazione.
Questo è avvenuto in seguito ad una visita del primo ministro Rexhepi a Washington tant'è che alcuni dei media macedoni hanno speculato sulla possibilità che il via libera alla votazione sia arrivato proprio dal Dipartimento di Stato americano. Anche considerando che era stato proprio un generale americano della KFOR, Keith Huber, subito smentito da NATO ed ONU, a dichiarare illegittimo l'accordo tra FRY e Macedonia.
Micheal Steiner, a capo della amministrazione internazionale UNMIK, ha immediatamente reso invalida la dichiarazione.
L'adozione della dichiarazione è stata seguita da due attacchi armati a forze di sicurezza di confine macedoni, uno effettuato con lanci di granate su di una postazione di confine, il secondo ad un convoglio militare. Numerosi i soldati feriti.
I rappresentanti della NATO in Macedonia hanno subito affermato che gli incidenti non sono stati così gravi come descritto dal Ministero della Difesa.
Il quotidiano "Dnevnik" ha pubblicato sabato scorso un editoriale firmato da Aleksander Damovski nel quale quest'ultimo polemizzava con il governo. Si chiedeva infatti se i politici macedoni avrebbero mai imparato la lezione: "Invece di agire come se fossero a capo degli Stati Uniti od occuparsi del conflitto tra India e Pakistan dovrebbero prestare maggior attenzione a quello che sta avvenendo qui. Quando è troppo tardi si lamentano sempre della Grande Cospirazione dell'asse Washington-Londra-Vaticano-Berlino (includendo se possibile anche Mosca e Sofia) ... non che non vi siano alcune responsabilità della comunità internazionale in quello che sta avvenendo ultimamente ma certo anche i nostri politici hanno giocato la loro parte ...".
Il Parlamento macedone ha discusso in questi giorni sulla possibilità di adottare una sorta di contro-dichiarazione per contrastare quella approvata dall'Assemblea kossovara, votazione poi effettuata ieri pomeriggio. Molti commentatori macedoni, tra i quali il più preminente è senza dubbio Ljubomir Frckovski, professore di diritto internazionale presso l'Università di Skopje, si erano dichiarati contrari notando come "una tale presa di posizione sarebbe stata controproducente dato che avrebbe dato legittimità ad un atto del tutto illegittimo emanato da chi non aveva competenza a farlo".
Con 68 voti a favore e l'astensione di tutti i rappresentanti albanesi, che hanno lasciato l'aula al momento del voto, il Parlamento macedone ha adottato una dichiarazione di condanna alla recente presa di posizione dell' Assemblea kossovara. Nonostante la presentazione di numerosi emendamenti la versione finale del testo non è stata modificata di molto rispetto a quella iniziale rimanendo su posizioni dure. Nel testo si afferma infatti che il Parlamento rifiuta la risoluzione del corpo rappresentativo dell'amministrazione temporanea del Kossovo percependolo come un assalto alla propria sovranità e passo preventivo ad un eventuale uso della forza.


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