Il nostro corrispondente ci racconta di Tetovo, in Macedonia, città che rischia di seguire il destino di altre città dei Balcani, divise dalla folle logica dell' "omogeneità etnica".

12/12/2001 -  Anonymous User

Spinti dalle intimidazioni, dalla crescente violenza e dall'incapacità delle autorità macedoni di rispondere alle loro richieste un numero sempre maggiore di macedoni appartenenti alla comunità slava e residenti a Tetovo stanno cercando di vendere le loro proprietà. Per ricostruirsi una casa ed una vita in altre zone della Macedonia dove ritengono via sia meno pericolo di escalation del conflitto.
Il settimanale "ZUM" ha pubblicato un lungo reportage sulla situazione a Tetovo. Sono riportate molte interviste ad alcuni abitanti delle zone miste della città che denunciano pressioni quotidiane da parte dei vicini della comunità albanese che tentano, a detta del settimanale, di acquistare le case a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato.
"Utrinski Vesnik", un quotidiano macedone, ha riportato in un articolo che molti degli appartenenti del cosiddetto "Blocco 28", un quartiere moderno della città, sono, dopo la fuga di chi vi abitava per paura degli scontri armati, illegalmente occupati da studenti della Università del Sud Est Europeo, che si trova nelle immediate vicinanze.
Preoccupano inoltre le indiscrezioni rese note dai media locali secondo le quali i leader della comunità albanese e di quella slava-macedone avrebbero discusso della possibilità di divisione della città in due parti, etnicamente omogenee. Questo implicherebbe naturalmente un massiccio spostamento di popolazione. A far da confine sarebbe il fiume Pena, che attraversa la città.
Intanto nei giorni scorsi un attentato incendiario ha completamente distrutto l'antica chiesetta ortodossa di ''San Giorgio'' nel villaggio di Golema Recica, nel distretto di Tetovo. L'attentato e' stato realizzato non a caso in coincidenza con la festa di ''San Giorgio'', particolarmente sentita dalla comunita' ortodossa.
La chiesa, la cui prima costruzione risale al 14/mo secolo ma che era stata piu' volte distrutta e ricostruita, ospitava antichissimi affreschi ed icone ora ridotti a un ammasso di cenere. La zona di Golema Recica attualmente e' considerata una delle aree a rischio nelle quali la polizia macedone non ha ancora fatto rientro (ANSA).


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