Skopje (Charles Fred/flickr)

Pieno fermento urbanistico nel centro della capitale macedone Skopje. Entro il 2014 il governo vuole rivoluzionarne l'aspetto. Nuovi edifici in stile barocco e neoclassico. Molte le critiche e il paese si divide, su base rigorosamente religiosa ed etnica

17/02/2010 -  Risto Karajkov Skopje

La capitale della Macedonia è in piena rinascita urbanistica, anche se controversa. All'inizio di febbraio il governo ha presentato un progetto di riqualificazione della piazza centrale di Skopje per il 2014, che comprende molti nuovi edifici e monumenti, una chiesa e un arco di trionfo. L'idea è stata accolta da una serie di proteste e critiche da parte dell'opposizione, a cui si sono aggiunte quelle di vari media e della società civile. Ma il governo, che ha già avviato i lavori, non si è lasciato intimorire, sostenendo l'utilità del progetto.

Il governo del Primo Ministro Nikola Gruevski negli ultimi due anni si è ormai abituato a suscitare controversie a causa di progetti architettonici e artistici. In passato è stata la decisione di costruire un monumento dedicato ad Alessandro Magno nella piazza centrale della capitale a causare uno scontro politico duro. Il governo in quel contesto aggiunse che avrebbe costruito anche una chiesa su quella stessa piazza, causando un'ondata di proteste dei cittadini che hanno rischiato di destabilizzare l'equilibrio etnico e religioso del Paese.

Il governo ha presentato il progetto per il centro cittadino di Skopje attraverso un progetto digitale. È stato uno shock per molti, anche se ad alcuni è piaciuto.

Se il governo va avanti con il progetto, nel 2014 Skopje sarà una città molto diversa da come appare oggi. Per molti tutto ciò è ridicolo a causa dell'estetica del progetto, dei suoi costi e del problema culturale legato alle delicate relazioni multietniche nel paese.

Secondo il piano del governo il centro dovrebbe brulicare di nuovi palazzi entro il 2014 e a dire il vero, alcuni edifici sono già a buon punto. Ad esempio, sulla sponda del fiume Vardar che attraversa la piazza centrale, sorgerà la nuova Corte Costituzionale, che ospiterebbe secondo i piani del governo anche altre istituzioni governative, un museo sulla lotta rivoluzionaria e un hotel. Direttamente sulla piazza, o subito a fianco di essa, sorgeranno due nuovi hotel, la cosiddetta Casa degli Ufficiali che fu distrutta da un terremoto nel 1963 e un parcheggio coperto. Poi un nuovo edificio per l'orchestra filarmonica, un altro hotel, ecc. È veramente difficile elencarli tutti. La cosa importante è che tutti questi edifici, compreso il parcheggio coperto, dovrebbero essere costruiti in stile classico, barocco o neoclassico. Oltre ai nuovi edifici, il governo intende restaurare le facciate di quelli già esistenti nella piazza per conformarli a quelli in costruzione. E poi verrebbe il turno della chiesa e del monumento dedicato ad Alessandro Magno, la cui installazione richiederebbe la ricostruzione dell'intera piazza e di tanti altri monumenti vicino al Ponte di Pietra.

Il governo afferma che l'intero progetto costerebbe intorno agli 80 milioni di euro, spalmati in 4 anni, anche se la cifra più volte menzionata è di 200 milioni. I contestatori del progetto affermano che è superfluo e irresponsabile spendere una cifra simile per questioni estetiche in tempi di crisi. Invece, i sostenitori del progetto, compresi alcuni grandi nomi del mondo dell'arte, sostengono che il tema dei soldi è stato ingigantito e che il governo dovrebbe investire ancora di più su progetti di questo tipo.

Lo stile architettonico proposto è stato uno degli elementi su cui più si è sviluppata la polemica. Il leader del partito di opposizione, l'Unione Socialdemocratica di Macedonia (SDSM), ed ex primo ministro e presidente, Branko Crvenkovski, ha accusato il Primo Ministro Gruevski di non conoscere la storia del suo popolo. Crvenkovski ha etichettato il progetto come «faraonico», sostenendo che uno stile architettonico simile non è mai esistito a Skopje e che Gruevski sta reinventando un'altra storia. Crvenkovski ha chiesto al premier se sapeva quanti ospedali e scuole potrebbero essere costruiti con quei soldi, insistendo per indire un referendum sul progetto.

In risposta al dibattito sullo stile, alcuni promotori del progetto sostengono che a Skopje in passato esistevano palazzi in stile barocco distrutti a causa del terremoto del 1963 e che ora è arrivato il momento di ricostruirli.

Oltre ai gruppi di opposizione macedoni, anche i partiti albanesi hanno manifestato il proprio dissenso, soprattutto “Nuova Democrazia” di Imer Selmani; invece, il partito albanese al governo, l'Unione Democratica per l'Integrazione (DUI) di Ali Ahmeti, ha usato toni più pacati. La motivazione prevalente dei partiti albanesi è quella secondo cui il progetto non riflette il carattere multiculturale del Paese, rischiando di aggravarne l'equilibrio etnico e religioso.

Un'argomentazione per molti versi valida. Da mesi alcuni aspetti del progetto, in particolare la costruzione della chiesa, stanno suscitando dure reazioni tra la popolazione musulmana. Varie associazioni islamiche hanno insistito su una maggior uguaglianza religiosa, avanzando la proposta di ricostruire anche la vecchia Moschea di Burmali, che in passato sorgeva sull'attuale piazza; richiesta appoggiata anche dalla Comunità Religiosa Islamica. Inoltre, anche le associazioni turche hanno avanzato la loro richiesta, proponendo la costruzione, accanto al Ponte di Pietra, di un monumento a Maometto II, il sultano che fece costruire il ponte.

Molti altri gruppi di cittadini hanno manifestato contro il progetto per motivi di stile architettonico, di estetica e di preservazione dell'identità storica.

La Macedonia quindi ancora una volta è stato teatro di una lunga serie di dibattiti culturali causati dall'attuale governo. In confronto, la scorsa legislatura dei socialdemocratici, durante la quale la cultura non ha causato simili accaloramenti, sembrerebbe un periodo noioso.

La verità è che non sarebbe male abbellire il centro città. Gorazd Čapovski, leader dei Mizar, noto gruppo rock degli anni ‘80, e sostenitore del progetto, ha fatto una giusta osservazione pochi giorni fa durante un dibattito con i giornalisti. “Non riesco a capire che cosa stiate difendendo”, ha affermato rispondendo alle critiche che gli venivano rivolte.

Ciò può essere vero, ma le preoccupazioni provengono anche da altre parti. Infatti, su Facebook è stato creato un nuovo gruppo intitolato “Skopje 2014, per ora non è così male” che ironizza sul tema. Il punto è che il talento architettonico del governo è veramente discutibile. Persino la Casa di Madre Teresa non si è dimostrata quello che molti si aspettavano; il centro è pieno zeppo di statuette e i passanti devono stare attenti a non inciamparvi. Gli architetti, che sono ovviamente a favore del piano del governo e hanno l'ultima parola sul progetto, appaiono sui media con tesi bizzarre a proposito dell'«Architettura macedone in epoca imperiale».

Ma anche se si accetta la tesi secondo cui il denaro non è la cosa più importante quando si investe nella cultura, che l'ordine delle priorità (come le scuole fatiscenti o le strade piene di buche) non verrà compromesso e che gli architetti del governo sanno quel che fanno, si deve tenere ancora in considerazione il fatto della polarizzazione che si sta verificando, soprattutto dal punto di vista religioso ed etnico. Si dovrebbe trovare un altro modo di proporre progetti di questo tipo, che siano in grado di consolidare l'unione piuttosto che la divisione. A che cosa serve un edificio o un monumento, pur bello che sia, se scatena così tante polemiche? Ma ahimè, il governo non sembra preoccuparsene.


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