Uniti nella condanna delle violenze, divisi sulle possibili conseguenze della crisi kosovara. Le posizioni di alcuni analisti e dei politici della Macedonia. Per i cittadini una grande tensione, presto dimenticata

25/03/2004 -  Stojanka Mitreska Skopje

In Macedonia l'opinione pubblica, i politici e gli esperti militari si sono mostrati uniti nel condannare le violenze in Kosovo, ma si divisi nel rispondere alle questioni cruciali in relazione alla Macedonia e alla sua sicurezza. I partiti di governo considerano che non esista una pericolosità della crisi che possa estendersi all'intera regione o comunque tale da compromettere la sicurezza in Macedonia.

Ma è stata l'opposizione albanese a reagire in modo un po' più critico alla situazione, considerando che la comunità internazionale deve garantire la vita democratica di tutti i cittadini kosovari, e se non è in grado di farlo deve lasciare il posto al legittimo governo del Kosovo così che non si giunga a più dannose conseguenze, quali la minaccia della pace nell'intera regione.
Il Partito di Ali Ahmeti, l'Unione democratica per l'integrazione (DUI) ha inviato un appello ai cittadini del Kosovo affinché "dimostrino saggezza e maturità in particolare ora che si preparano i colloqui sulla soluzione dello status del Kosovo".

Questo partito crede che il governo internazionale debba aumentare la collaborazione con le istituzioni locali in Kosovo e lottare insieme contro un'eventuale escalation delle violenze.
Il premier macedone Branko Crvenkovski condannando le violenze in Kosovo ha espresso la speranza che giunga la fine dell'estremismo nella regione e che i responsabili vengano consegnati alla giustizia.

Ad ogni modo, in generale si può dire che, questa volta, la crisi in Kosovo non ha influito significativamente sulla vita dei cittadini macedoni, i quali in questo momento sono molto più interessati alla campagna elettorale in corso per le presidenziali.

Certo, c'era molto nervosismo e paura durante i primi giorni quando è scoppiata la situazione a Mitrovica, a Caglavica e quando è divampata a Kosovo Polje, ma ora dopo una settimana si guarda il Kosovo come un film già visto.
"La sicurezza della Macedonia non è basata sulla sicurezza del Kosovo e non dovrebbe essere messa in relazione con lo status di una provincia. Il Kosovo indipendente non è un pericolo per la Macedonia, il pericolo è rappresentato piuttosto da un Kosovo non democratico", ha dichiarato Lidija Georgieva, professoressa dell'Istituto di studi per la difesa e la pace di Skopje. La professoressa considera che la crisi in Kosovo avrà una maggiore influenza sulla situazione economica, anziché sulla sicurezza, perché nessuno vorrà investire nel Paese mentre il Kosovo è in fiamme.

Secondo Abduladi Vejseli, vicepresidente del Partito per la prosperità democratica (PDP) quanto è accaduto in Kosovo è conseguenza dei cosiddetti centri serbi, i quali operano fuori dal territorio della provincia e che ad ogni costo desiderano creare problemi.

"La comunità internazionale deve sapere che è giunto il tempo di consegnare il potere alle persone legittimamente elette in Kosovo se si vuole giungere al termine della situazione. La comunità internazionale deve rendere possibile la libertà del vivere e la parità di diritti per tutti i cittadini, perché ciò che sta accadendo in Kosovo può estendersi anche a tutta la regione", ha dichiarato Vejseli.

Anche il deputato del partito di opposizione VMRO-DPMNE, Zarko Karaxoski crede che la situazione comunque non sia semplice, perché si tratta di un annoso problema che si infiamma e perciò occorre seguire con attenzione la situazione ed essere pronti ad una rapida reazione, nel caso in cui la crisi si dovesse allargare all'esterno.
Talat Xaferi, deputato dell'Unione democratica per l'integrazione ha detto di non vedere alcun pericolo per la Macedonia, ma ha dichiarato che gli organi della sicurezza devono controllare le frontiere. Una dichiarazione simile è stata rilasciata dal portavoce del partito di governo SDMS, il quale ha fatto appello al senso e al rispetto delle istituzioni del sistema.

"Crediamo che la crisi del Kosovo non avrà influenze sulla sicurezza della Macedonia. Però gli organi della sicurezza devono seguire tutto ciò che accade nella provincia", ha dichiarato il portavoce del SDSM, Boris Kondarko.


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