Negoziati Kosovo-Serbia: nuovo fallimento a Bruxelles

18 aprile 2013

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Dopo 14 ore di negoziati a Bruxelles i primi ministri di Kosovo e Serbia, Hashim Thaçi e Ivica Dačić, se ne sono ritornati a casa un'altra volta senza accordo. Belgrado e Pristina si rimandano la responsabilità del fallimento.

Catherine Ashton spera sempre che un accordo possa essere trovato prima del suo incontro con i ministri degli affari Esteri europei, previsto per lunedì prossimo, durante il quale dovrà dare il proprio parere in merito ai progressi effettuati dalla Serbia in vista dell'ottenimento di una data per l'inizio dei negoziati d'adesione europea.

Da parte dei due primi ministri balcanici, che non hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, sembra tempo più di accuse incrociate che di buona volontà.

“La Serbia ha rifiutato la proposta d'accordo”, ha dichiarato Hashim Thaçi ai giornalisti uscendo dall'ufficio del capo della diplomazia europea mercoledì sera. Pur convinto che “Belgrado potrebbe ancora cambiare opinione nei prossimi giorni” ha anche affermato che Catherine Ashton avrebbe “rigettato tutte le proposte della Serbia”.

Il suo dirimpettaio serbo, il primo ministro Ivica Dačić, ha qualificato le accuse di Hashim Thaçi come “del tutto ingiuste”. Ha accusato il suo omologo di aver provato ad imporre nella proposta d'accordo l'ingresso del Kosovo in tutte le organizzazioni internazionali. Quando Belgrado era “pronta ad accettare l'accordo” sulle competenze attribuite ai comuni serbi nel nord del Kosovo, Hashim Thaçi avrebbe minato ogni possibilità di progresso “vincolando questa questione a quella dell'adesione del Kosovo alle organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, cosa che la nostra delegazione non poteva accettare”, ha affermato il primo ministro serbo poco dopo la mezzanotte di ieri.

Su 15 punti della proposta di accordo – ha aggiunto – la delegazione serba non ne ha rifiutati che due, “quelli legati alla questione della polizia nel nord del Kosovo e l'adesione del Kosovo alle organizzazioni internazionali”.

La guerra di comunicazione era già iniziata ieri pomeriggio, quando i media serbi avevano affermato che Hahsim Thaçi aveva “abbandonato il tavolo dei negoziati, deluso”. Notizia che i rappresentanti kosovari si sono affrettati a smentire, affermando invece che un accordo era “vicino”. Dopo tre ore di pausa il negoziato è ripartito, per risaltare, dopo una sola ora a seguito di uno scontro – afferma B92 – tra il vice-premier serbo Aleksandar Vučić e Hashim Thaçi, in merito ai due punti summenzionati.

Il primo ministro serbo non ha scartato l'ipotesi che si riesca a trovare un accordo nei prossimi giorni ed ha espresso la volontà di “continuare nei negoziati sino a quando tutti i problemi saranno risolti”. Il suo omologo kosovaro ha specificato di non voler replicare quanto avvenuto alla conferenza di Rambouillet, finita in un sonoro fallimento. Ed ha affermato che, in ogni caso, “non si può, nel 2013, cercare soluzioni perorando le idee di Vojislav Šešelj”.

Fonte: Le Courrier des Balkans

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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