B92 - Micheal Steiner in compagnia di Nebojsa Covic

Micheal Steiner invita il Premier Djindic a Pristina ed annuncia l'inizio del dialogo con Belgrado. "Per ora limitato - a suo dire - su questioni concrete quali energia, scambi commerciali e riconocimento reciproco dei documenti personali".

04/03/2003 -  Anonymous User

Negoziati diretti tra Belgrado e Pristina su 'questioni concrete' potrebbero iniziare la prossima settimana. Micheal Steiner, a capo dell'amministrazione delle Nazioni unite, ha invitato ieri il Primo ministro Zoran Djindic ed il responsabile del governo serbo sul Kossovo, Nebojsa Covic, a visitare Pristina. Questo significherebbe un inizio di fatto del dialogo. Nella lettera inviata ai due, tra i rappresentanti di più alto livello della Serbia, Steiner ha proposto una cooperazione nel campo energetico, del commercio, del riconoscimento reciproco dei documenti di identità e delle targhe automobilistiche, cooperazione che sia a livello ministeriale.

Se i negoziati inizieranno veramente porteranno un certo scompiglio nell'opinione pubblica kossovara. Sino ad ora il vero dibattito era tra chi affermava non vi dovesse essere nessun tipo di apertura e dialogo nei confronti dei serbi e chi invece propendeva per la strada negoziale. Il Primo ministro del Kossovo Rexhepi ed il Presidente dell'Assemblea Daci sono stati fortemente criticati per un loro incontro informale con Nebojsa Covic avvenuto qualche mese fa in Svizzera. Rexhepi ha ricevuto critiche anche da parte di membri del suo stesso partito, il PDK ed 'Epoka e Re', quotidiano vicino a quest'ultimo partito, ha attaccato l'operato del Primo ministro. E Rexhepi ha fatto una rapida marcia indietro, rispondendo che nessun dialogo inizierà senza che tutte le istituzioni del Kossovo lo approvino. Le dure reazioni di parte del mondo politico kossovoaro sono probabilmente dettate dal fatto che si teme che siano premature e che rischino di portare ad un'immediata discussione sullo status finale della regione. E molti rifiutano qualsiasi dialogo senza una forte presenza internazionale guidata da rappresentanti USA.
In ogni caso, è chiaro che una delle priorità per Micheal Steiner sia proprio l'inizio di un negoziato tra albanesi e serbi. Da notare che sino ad ora le relazioni con Belgrado sono state tutte portate avanti direttamente dall'amministrazione internazionale senza il coinvolgimento delle istituzioni kossovare. E per molti aspetti i leader locali sono stati felici di non essere stati chiamati in ballo. Anche un recente invito, da parte dei maggiori leader dell'UE, ad accelerare il dialogo tra Belgrado e Pristina, ha aiutato a riportare la questione alla ribalta. La scorsa settimana la rete televisiva RTV 21 ha organizzato un dibattito al quale hanno partecipato Skender Hyseni, consulente politico del Presidente Rugova, Ramadan Avdiu, consulente politico del Premier Rexhepi e Ramush Tapiri, consigliere del Presidente dell'Assemblea kossovara Daci. Si commentava l'invito dell'UE ad iniziare il dialogo con Belgrado. Sorprendendo molti kossovari, i tre concordavano sul fatto che l'avvio di un dialogo fosse necessario per risolvere molte delle questioni ancora aperte in Kossovo, ad esempio il rientro in Kossovo dei fondi pensione versati in passato dai kossovari o la restituzione dei documenti ritirati nel 1999. D'altro canto i tre concordavano anche sul fatto che le istituzioni kossovare non dovrebbero per ora iniziare alcun dialogo politico con la Serbia.
Il pubblico del Kossovo sembra per ora aver accettato la necessità di un dialogo su questioni concrete e limitate. L'unica preoccupazione è che la Serbia fornisca adeguate garanzie che non arresterà nessun membro delle delegazioni kossovare. "Non vi è rischio alcuno e non penso che questo problema si porrà", ha affermato Steiner mentre annunciava il probabile inizio delle negoziazioni.

Reazioni non troppo positive all'invito di Steiner arrivano invece da Belgrado. Nebojsa Covic ha commentato alla emittente radio B92 che la lettera del rappresentante in Kossovo delle Nazioni unite appare un pò cinica, nel senso che affronta questioni che Steiner chiama 'tecniche' e che restano marginali rispetto ad altri temi a suo avviso cruciali quali la libertà di movimento, la sicurezza ed i rientri delle minoranze.


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