Facebook e colpo di stato

27 luglio 2016

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“[Il ministero degli Esteri kosovaro] dovrebbe assicurarsi di prendere iniziativa contro la persona indicata in accordo con le disposizioni di legge […] che per casi del genere prevedono pene detentive da sei mesi a cinque anni”. Questa la richiesta inviata – attraverso una nota ufficiale – dall'ambasciata turca a Pristina nei confronti di Berat Buzhala, noto giornalista kosovaro del portale gazetaexpress.com. 

La colpa di Buzhala: un commento ironico pubblicato sul proprio profilo facebook nelle ore calde del tentato golpe in Turchia. “Invito i cittadini kosovari attualmente in vacanza in Turchia a prendere le parti dell'esercito”, aveva scritto il giornalista, noto per le sue prese di posizione ironiche e provocatorie. Commento accompagnato dall'emoticon che mostra la lingua, per sottolinearne la natura irridente.

Il carattere canzonatorio del post però evidentemente non è stato colto dall'ambasciata turca, che ha fatto esplicito riferimento nella propria nota ad una legge recentemente approvata dal parlamento di Pristina che punisce i cittadini kosovari che partecipano attivamente ad attività belliche fuori dai confini nazionali.

La richiesta turca è stata duramente contestata dall'Associazione dei giornalisti del Kosovo. “Consideriamo questa richiesta come una violazione grave e ricordiamo all'ambasciata turca che i giornalisti in Kosovo hanno il diritto alla libertà di espressione garantita dalla legge e dalla costituzione”, sostiene una nota dall'associazione, che ha poi chiesto l'allontanamento dell'ambasciatore turco a Pristina Kilic Kivilcim. 

Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto


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