Crisi rifugiati, i Balcani chiamano l'UE

4 settembre 2015

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Un miliardo di euro di aiuti dall'Unione europea. Questa, secondo il governo ad-interim greco, la somma di cui Atene avrebbe bisogno per fronteggiare la crisi rifugiati e richiedenti asilo nel paese. Lo ha dichiarato il ministro dell'Economia Nikos Christodoulakis, aggiungendo, però che le speranze di ricevere un aiuto di tali proporzioni sono piuttosto scarse.

“Come minimo, la Grecia ha bisogno di 400 milioni di euro dal fondo europeo per l'asilo, e di 330 milioni dal fondo per la lotta alla povertà per affrontare le necessità infrastrutturali più urgenti”, le parole di Christodoulakis, riportate dal quotidiano on-line Ekathimerini.

Parole che arrivano alla vigilia della visita ad Atene del Vicepresidente della Commissione UE Frans Timmermans e del Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos, proprio per discutere dell'attuale drammatica situazione.

Nel frattempo, oggi la polizia ellenica farà a Bruxelles una richiesta speciale di finanziamento per coprire i costi delle operazioni attualmente in corso su isole come Lesbo, Kos, Samo e Chios, dove ogni giorno sbarcano duemila rifugiati dalla vicina costa turca, provenienti soprattutto da Siria, Iraq e Afghanistan. Dall'inizio del 2015, secondo i dati UNHCR, sono 205mila i rifugiati entrati in Grecia, quasi sempre via mare. 

Una traversata che spesso si trasforma in dramma, riportato drammaticamente all'attenzione internazionale dalle immagini del corpo senza vita del piccolo Aylan Kurdi, annegato insieme al fratellino ed alla madre mentre tentavano di raggiungere la costa greca.

Un forte appello al sostegno economico ma soprattutto ad una “politica unitaria” dell'UE nel campo delle migrazioni è arrivato anche dal ministro degli Esteri serbo Ivica Dačić. Parlando in conferenza stampa lo scorso 2 settembre, Dačić ha denunciato la mancanza di visione unitaria in Europa, dove “ogni paese affronta la questione in termini differenti”. “La Serbia non vuole costruire muri”, ha dichiarato il ministro serbo, “ma non siamo in grado di gestire da soli il problema, non siamo una potenza mondiale”.

Commentando poi la cifra stanziata dall'UE a favore di Serbia e Macedonia per rispondere all'acuirsi della crisi – pari a 1,7 milioni di euro - Dačić ha parlato senza senza mezze misure di “intervento poco serio”.


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