Rossella Vignola 18 settembre 2014

Sono ora attesi al varco del Parlamento europeo i commissari candidati a far parte della nuova Commissione Juncker: quattro nomi sono già nel mirino degli eurodeputati, ma l'intesa alla base della "grande coalizione" europea potrebbe non portare ad una rottura esplicita sui commissari

Sono ora attesi al varco dell’Europarlamento i commissari nominati la scorsa settimana dal Presidente della nuova Commissione europea (CE) Jean-Claude Juncker.  I commissari designati dovranno infatti affrontare l'esame da parte degli eurodeputati prima che la nuova CE possa insediarsi e iniziare il nuovo mandato. Ad una settimana di distanza dall’indicazione della squadra da parte di Juncker, non sono mancate critiche e malumori, concentrati in particolare su tre nomi: quello dell’ungherese Tibor Navracsics, dell’inglese Jonathan Hill e dello spagnolo Miguel Arias Cañete.

Tibor Navracsics, a cui è stato affidato il portafoglio Educazione, cultura, politiche giovanili e cittadinanza, è stato preso di mira per il suo ruolo nel contestato governo di Victor Orbán, di cui è ministro degli Esteri, e membro se pur moderato, dello stesso partito del premier, Fidesz. Recentemente il governo ungherese è stato oggetto di duri scambi di battute tra Bruxelles e Budapest per una serie di riforme che hanno colpito l’indipendenza della stampa e della magistratura e per l’atteggiamento liberticida sui temi della libertà di espressione e dei media.

Gli eurodeputati socialisti hanno fatto sapere di essere pronti a dare battaglia sulla nomina di Navracsics, ed hanno chiesto al commissario di chiarire la sua posizione in materia di diritti fondamentali e libertà civili. In un’intervista a cura di EuroparlTV , il capogruppo dei Socialisti e Democratici Gianni Pittella ha sottolineato il ruolo di vigilanza del PE: "I deputati faranno uno scrutinio rigorosissimo", ha affermato Pittella che in riferimento all'ungherese Navracsics ha aggiunto che "nessun commissario può essere tale se non aderisce profondamente ai valori e ai principi dell’UE”. 

Ma, come fanno notare alcuni osservatori della politica europea, la dedizione a valori e principi potrebbe mettere a dura prova l’accordo bipartisan tra il Partito popolare e il Partito socialista europeo, che è alla base del nuovo esecutivo comunitario, nato dopo mesi di difficili trattative. Secondo fonti parlamentari citate dall'Ansa, nel caso di bocciatura di Navacsics, i popolari sarebbero pronti ad una immediata reazione, prendendo di mira la commissaria progressista romena Corina Cretu, già indebolita dall’accoglienza non proprio calorosa della sua nomina da parte dell’opposizione in Romania. Nell’ottica della “grande coalizione”, i Socialisti potrebbero alla fine assumere un atteggiamento più morbido con Navacsics, mentre i liberali dell’ALDE non appaiono intenzionati a creare troppi problemi a Juncker visto che hanno ottenuto posti chiave nell’esecutivo comunitario.

Anche la nomina del conservatore inglese Jonathan Hill alla carica di Commissario per i Servizi finanziari, la stabilità e i mercati ha suscitato più di un mal di pancia a Bruxelles a causa di posizioni che appaiono troppo vicine agli interessi della finanza e delle banche inglesi. Ma anche in questo caso si potrebbe trovare un consenso, perché come osserva una fonte del PE interpellata da Eunews , “non è facile rigettare un commissario britannico proprio ora che infiammano i dibattiti sull’uscita dall’UE". La scelta di Juncker di piazzare un britannico conservatore alla regolamentazione dei mercati è stata giudicata da molti come una mossa intelligente, pensata per dare una posta in gioco importante alla Gran Bretagna, da sempre impegnata a difendere l’indipendenza del mercato finanziario e della City da possibili regolamentazioni comunitarie.

L’altro commissario nel mirino del PE è lo spagnolo Miguel Arias Cañete incaricato del portafoglio Energia e clima, che ha attirato su di sé le critiche di donne e ambientalisti che contestano i suoi legami con l’industria petrolifera. Greenpeace ha parlato esplicitamente di “conflitto di interessi” in riferimento al fatto che il popolare spagnolo è titolare del 2,5% delle azioni di una società che si occupa di stoccaggio e fornitura di carburante per navi. Inoltre, le parole espressamente sessiste pronunciate dal politico spagnolo durante la campagna elettorale per le europee, hanno incontrato contestazioni che fanno tornare la memoria al 2004 quando l’italiano Rocco Buttiglione venne bocciato dall’Europarlamento per le sue posizioni sull’omosessualità e il ruolo della donna nella società.

Secondo alcune fonti vicine al PE sentite da European Voice , poiché sia Cañete che Navracsics sono espressione del Partito popolare europeo, e dunque parte della “grande coalizione” con i socialisti, gli eurodeputati socialisti lasceranno nella mani dei Verdi le critiche al candidato spagnolo, e alla sinistra radicale la contestazione di Navracsics. Nel gioco della politica parlamentare europea, gli eurodeputati socialisti si starebbero invece concentrando sulla candidata slovena Bratušek, membro del gruppo dei liberali ALDE: il voto socialista contro la slovena non metterebbe in pericolo la coalizione europea tra popolari e socialisti.

La nomina della Bratušek, designata Vice-presidente per l’Unione energetica, era già stata al centro delle polemiche in Slovenia, dove era stata criticata la sua decisione di auto-candidarsi alla Commissione dopo aver dato le dimissioni dalla carica di Primo ministro in seguito alla sconfitta del suo partito alle ultime elezioni politiche. Secondo European Voice , il nuovo governo di centro-sinistra in Slovenia, starebbe spingendo per sostituire la Bratušek con l’eurodeputata Tanja Fajon il cui nome era presente nella shortlist consegnata a Juncker.

In questi giorni il PE sta organizzando il calendario delle audizioni dei commissari, che inizieranno il prossimo 29 settembre, quando i candidati si presenteranno davanti alle commissioni competenti che ne testeranno l’esperienza e la competenza. Per questo ciclo di audizioni parlamentari si sta inoltre profilando una novità dovuta all'organizzazione "per progetti" che Juncker ha voluto dare alla sua Commissione e che potrebbe implicare che i sette vice-presidenti chiamati a coordinare "cluster" di priorità e "progetti", debbano presentarsi in audizione presso una o più commissioni parlamentari.

Dopo le audizioni, le commissioni invieranno un parere motivato ai presidenti dei gruppi politici parlamentari, i quali, nel caso di un parere negativo su uno o più commissari, ne chiederanno la sostituzione a Juncker. Anche se gli eurodeputati voteranno per la Commissione nel suo insieme durante la plenaria di ottobre, in passato le critiche mosse dall’Eurocamera hanno portato alla revisione delle competenze assegnate, o al ritiro di un candidato, come accaduto nel 2010 con la sostituzione della bulgara Rumiana Jeleva, giudicata "poco competente" dagli eurodeputati, e rimpiazzata da Kristalina Georgieva agli Aiuti umanitari.

Politicamente però, malgrado le scintille verbali a cui probabilmente si assisterà durante le audizioni, in virtù degli equilibri della grande coalizione europea, difficilmente si arriverà ad una rottura esplicita sui commissari, soprattutto nel caso del britannico Hill, in quanto un'eventuale bocciatura non farebbe altro che allargare ancora le distanze tra Londra e Bruxelles.

 

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