La festa internazionale del Primo maggio, in alcune capitali balcaniche, si è svolta sotto il segno della protesta dei sindacati e dei lavoratori nei confronti dei rispettivi governi riguardo alle promesse di lavoro e di garanzia dei diritti.

02/05/2002 -  Luka Zanoni

Così da Zagabria a Belgrado le associazioni indipendenti dei sindacati si sono ritrovate in piazza a manifestare contro le modifiche alla legge sul lavoro, richiedendo migliori garanzie per i lavoratori e per una concreta prospettiva di occupazione.
Secondo quanto riporta l'agenzia croata HINA, i leader dei sindacati indipendenti croati hanno ricordato al governo di non aver mantenuto le promesse pre elettorali sul miglioramento della vita dei lavoratori e dei cittadini. Il contenzioso maggiore sollevato dai sindacati riguarda le modifiche della Legge sul lavoro (ZOR - Zakon o radu), che secondo gli stessi, ridurrebbero notevolmente i diritti dei lavoratori. Alcuni leader dei sindacati croati hanno inoltre messo in guardia l'attuale governo. Il presidente dell'Unione dei sindacati autonomi della Croazia, Davor Juric, riferendosi al governo e ai datori di lavoro, ha detto che "questa volta li avvisiamo prima di escluderli, e loro sanno bene cosa succederà dopo di ciò". Mentre il presidente del Sindacati croati indipendenti ha affermato che "il governo non ha il diritto di scaricare la propria incapacità sui sindacati, e di risolvere i problemi a svantaggio dei lavoratori. Se il governo continuerà ad insistere sulla riduzione dei diritti dei lavoratori, i sindacati organizzeranno altre azioni per la difesa dell'onore dei lavoratori". I sindacati croati hanno infine annunciato uno sciopero generale se dopo la protesta del Primo maggio, il governo non rinuncerà ai cambiamenti della Legge sul lavoro.
Manifestazioni e proteste analoghe si sono tenute anche a Belgrado. Come informa l'emittente indipendente B92, il Primo maggio è riuscito a riunire nella piazza Nikola Pasic le due associazioni sindacali da tempo opposte, la Lega dei sindacati autonomi della Serbia (SSSS) e l'Associazione del sindacato Nezavisnost (UGSN). "L'idea guida della protesta - spiega il presidente di Nezavisnost, Branislav Canak - è la mancanza di dialogo sociale nella misura necessaria per svolgere questo importante processo di transizione, in cui tutti dobbiamo partecipare e non solo alcune elite che dirigono gli altri"e conclude dicendo che proprio "il Primo maggio rappresenta il giorno in cui si fa il bilancio del lavoro svolto dai sindacati nell'anno precedente". Canak ha dichiarato che sono state inoltrate molte richieste al Governo, e che nel processo di transizione, e specialmente riguardo la privatizzazione, "non abbiamo avuto molta voce in capitolo, specialmente per quanto riguarda i programmi sociali. Pertanto riguardo a ciò non possiamo essere molto soddisfatti, ma non possiamo nemmeno auto rimproverarci perché in molti non hanno ascoltato le nostre richieste".

Vedi anche:

Belgrado: intervista al presidente del sindacato

Vai al dossier OB: Lo stato sociale nei Balcani


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