Goli Otok - foto di Andrea Pandini

Goli Otok - foto di Andrea Pandini

Le memorie di un internato nel campo di concentramento titino divengono tesi di laurea e racconto del Novecento europeo. La storia di Onorato Bonić, tra Goli Otok e Lussino

09/03/2012 -  Loris Brunello

Un’isola spoglia e sassosa colpiva la fantasia di un ragazzo che, negli anni cinquanta e sessanta del Novecento, frequentava quei luoghi. Era Goli Otok, poco al largo della costa dalmata, tra l’isola di Veglia (Krk) e quella di Arbe (Rab).

Dopo mezzo secolo, il ragazzo di allora incontra Onorato Bonić, un uomo che in quell’isola è stato recluso e costretto ai lavori forzati, alle umilianti pratiche della “rieducazione” e alle angoscianti esperienze di brutalità, violenza e morte che hanno colpito un'estesa area del dissenso politico nei confronti del partito comunista jugoslavo e della sua guida carismatica, il maresciallo Tito.

Dalle memorie scritte e orali di Onorato nasce la tesi di laurea che, leggermente rimaneggiata, trovate qui riproposta nel testo ”Le due isole”.

Goli Otok e Lussino

Le due isole sono rispettivamente Goli Otok e l’isola di Lussino, nella quale si trova Nerezine, paese natale di Onorato Bonić.

Il lavoro non si sofferma molto sui fatti storici nazionali ed internazionali che hanno dato luogo alla rottura tra la Jugoslavia titina e il Cominform, il movimento comunista internazionale egemonizzato da Stalin. La narrazione si occupa più della “piccola storia”, quella delle persone comuni che vivono sulla propria pelle le conseguenze delle scelte altrui e pagano, spesso con un prezzo molto alto, per ciò che altri decidono e fanno.

Le due isole sono anche simbolo rispettivamente del bene e del male. Queste due isole infatti, opposte e complementari, nella loro lotta e vicendevole negazione si affermano come simboli possibili del comportamento umano: Lussino, la terra della nascita, degli affetti, dell’amicizia e del lavoro e Goli, inferno concentrazionario, isola dell’infamia e dell’arbitrio.

Lo studio inizia con alcuni spunti di storia, e in particolare di storia sociale ed economica, che servono a descrivere l’ambiente paesano ed insulare di Nerezine e di Lussino. Non poteva mancare una analisi del ruolo avuto dalla dominazione italiana tra le due guerre sulle isole quarnerine. “C’era stata un’azione preordinata di lacerazione d’antichi rapporti, una rottura degli equilibri ad unico supporto dell’elemento italiano nella sua veste arrogante e oppressiva mettendo prima in discussione e poi al bando caratteristiche che appartenevano alle identità stesse di quelle popolazioni.”

La vita di Onorato Bonić

Nel dopoguerra, e nella nuova Jugoslavia, Onorato si iscrive e milita nel partito comunista e attraverso complesse vicende finisce come dissidente a Goli Otok. L’esperienza, che lo segna per tutta la vita, viene comunque acquisita come un grande insegnamento.

Afferma Onorato: “La mia vita non sarebbe stata così bella ed interessante se io non fossi stato a Goli Otok. E’ proprio perché sono stato lì che ho imparato a ricercare i sentimenti umani, l’amore reciproco tra le persone e a non odiare. Intendo dire non odiare le persone e quindi anche le persone che mi hanno fatto da guardiani e da aguzzini. Ho imparato ad odiare solo il sistema, quello sì, e per odio intendo la volontà di combatterlo ed impedirlo. Tutto ciò non significa sopraffazione delle persone, ma solo il rifiuto di un sistema e la determinazione a contrastarlo per il bene proprio e degli altri.”

Il desiderio di Onorato Bonić che le sue memorie fossero in qualche modo conosciute e divulgate è stato dunque raccolto, con la convinzione che “se i ricordi non vogliono essere vani devono continuare a vivere nelle generazioni e negli intelletti”.


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