Rossella Vignola 1 settembre 2014

L'Europa ha il dovere morale di aiutare la Bosnia a superare Dayton indicando una chiara prospettiva di integrazione. Lo ha dichiarato il capogruppo dei Socialisti e Democratici europei al PE, in visita a Srebrenica per la Settimana internazionale della Memoria

Lo scorso 30 agosto si è conclusa a Srebrenica l'ottava edizione della Settimana internazionale della Memoria , organizzata dal 2007 dalla Fondazione Alexander Langer di Bolzano in collaborazione con l'associazione Tuzlanska Amica e il gruppo Adopt Srebrenica. La Settimana della Memoria è un tentativo di ricostruire il tessuto connettivo di una comunità devastata dalla guerra degli anni Novanta attraverso attività e incontri di testimonianza, conoscenza ed approfondimento del contesto bosniaco e della memoria delle guerre recenti, stimolando il dialogo interetnico e la riflessione partecipata sul post-conflitto.

Tra gli appuntamenti di quest'anno anche un incontro-tavola rotonda con i plenum cittadini di Tuzla nati in seguito alle proteste di febbraio 2014 per discutere di politiche partecipative e possibili modelli di riforma istituzionale e la presentazione del Premio Carlo Scarpa per il Giardino , assegnato dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche al progetto di coltivazione del grano saraceno nei villaggi di Osmače e Brežani, entrambi nella Municipalità di Srebrenica, abbandonati in seguito alla pulizia etnica del 1995.

Il Premio Carlo Scarpa, che prevede attività di studio, ricerca e cura e viene assegnato ogni anno ad un luogo denso di natura, memoria e invenzione, è andato quest'anno a Muhamed Avdić e Velibor Rankić che hanno iniziato la coltivazione del grano saraceno coinvolgendo le famiglie della comunità locale. Muhamad e Velibor saranno in autunno in Italia a raccontare la storia dei luoghi in cui sono tornati a vivere dopo la guerra per coltivare grano saraceno, costruendo un tassello nuovo ed importante nel processo di ricostruzione del rapporto con il territorio e le persone che lo abitano, rinnovando, come recita la motivazione della giuria del Premio Scarpa , "il legame necessario tra spazio da abitare, terra da curare, casa da ricostruire, condizione umana da conquistare".

"Con un campo di grano saraceno forse non si cambia la Storia con la esse maiuscola, ma si cambiano le vite di uomini e donne", ha affermato a margine della presentazione del Premio Scarpa Gianni Pittella, presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo (PE), in visita a Srebrenica il 27 e 28 agosto scorsi. Sulla sua pagina Facebook, Pittella ha ricordato che "l'Europa ha il dovere morale di assicurare verità e giustizia a Srebrenica, una macchia indelebile nella storia delle istituzioni europee". "È inaccettabile che persone ritenute responsabili del massacro circolino liberamente a Srebrenica senza che ne siano accertate le reali responsabilità. Non si possono accettare mezze verità. Senza giustizia non ci può essere riconciliazione" - ha aggiunto Pittella, che ha richiamato il dovere morale dell'Europa ad aiutare la Bosnia a superare Dayton indicando una chiara prospettiva d'integrazione. "La stessa tenuta istituzionale è a rischio. Il processo di riforme va sostenuto e favorito coinvolgendo tutte le parti in causa. Giustizia e integrazione europea sono gli unici modi per permettere alla Bosnia di guardare finalmente avanti", ha aggiunto l'eurodeputato.

L' intervento dell'eurodeputato appare in perfetta sintonia con le parole a favore dell'adesione all'Ue di tutti i paesi del Balcani occidentali espresse dal Presidente uscente della Commissione europea José Manuel Barroso e dalla cancelliera Angela Merkel in una conferenza sulla prospettiva europea dei Balcani occidentali tenutasi a Berlino la scorsa settimana, in cui è stato ribadito il pieno appoggio dell'Unione al processo di integrazione europea e il reale interesse dell'Europa per la regione balcanica, anche in tempo di crisi finanziaria.

In una lettera rivolta al quotidiano Avvenire, Pittella ha poi sottolineato il ruolo di protagonista dell'Europa nel mondo, per la promozione dei diritti e della pace. Pensando all'escalation di violenza in Medio oriente e Iraq, ha scritto che "non si tratta di rievocare fallimentari guerre al terrore, ma di agire con la dovuta risolutezza per salvare migliaia di vite", e rivendicato l'impegno e la mobilitazione del Pe a favore di un intervento europeo a tutela delle minoranze irachene e della stabilità del Medio oriente.  "L’Europa, per essere fedele a se stessa, non ha bisogno di una memoria antiquaria che si limita alla sterile evocazione del passato", precisa Pittella che, tornando con il pensiero a Srebrenica, ha ricordato che "il genocidio avvenne nel silenzio dell'Europa e della comunità internazionale [...]. Eyes Wide Shut, come tenere chiusi gli occhi aperti: questo è il motto dell'ignavia europea. In quell'episodio c'è forse il segno premonitore di quella crisi del progetto europeo di cui tanto oggi si discute", riflette l'europarlamentare nella sua lettera ad Avvenire.

Nel 2009, il PE ha proclamato, con una risoluzione approvata a grande maggioranza, l'11 luglio giornata europea della memoria del massacro di Srebrenica, " il più grande crimine di guerra in Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale e simbolo dell'impotenza della comunità internazionale nella protezione della popolazione civile" durante le guerre in ex-Jugoslavia.

 

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