Pubblichiamo il discorso del sindaco di Sarajevo Muhidin Hamamdzic, tenuto in occasione della presentazione nella capitale bosniaca dell'Appello "L'Europa oltre i confini"

09/05/2002 -  Anonymous User

Muhidin Hamamdzic

Eccellenze
Signore e Signori
Stimati e cari amici di Sarajevo
Egregi ospiti!

Anche in questa occasione desidero salutare di cuore ancora una volta tutti i presenti ringraziandoli per essere intervenuti a questo evento solenne.

Permettetemi di salutare i partecipanti a questo incontro: il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, l'Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina Wolfgang Petrisch, il rappresentante del Congresso delle Autonomie Locali e Regionali d'Europa - Kristopher Newubury, il Sindaco della Città di Venezia - Paolo Costa, il Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà - Giulio Marcon, il direttore dell'Osservatorio sui Balcani - Mauro Cereghini e tutti gli altri importanti ospiti e amici.

Desidero esprimere un'immensa gioia nel vedere qui con noi Sua Eccellenza Romano Prodi, uno dei più attivi sostenitori dell'Appello "L'Europa oltre i confini" che oggi ci accingiamo a firmare qui a Sarajevo. E quindi lo ringrazio in particolar modo per tutto quanto ha fatto affinché questa iniziativa raggiungesse il suo scopo.

Il sottotitolo dell'Appello recita "per un'integrazione dei Balcani nell'Unione Europea: certa, sostenibile e dal basso". Questa è l'essenza e la migliore garanzia che questo appello non sia solo un ennesimo esercizio inutile.

Personalmente penso questa sia la formula più giusta per descrivere i processi di integrazione avviati, o che stanno avviandosi, proprio dal livello locale, municipale, regionale, dal basso così come scritto nell'Appello. Sono convinto che sia passato il tempo delle grandi, clamorose missioni diplomatiche, dei piani geopolitici e delle divisioni in sfere di interesse, e che queste facciano ormai parte del secolo scorso.

I migliori diplomatici sono i cittadini. Le persone semplici. I turisti. I curiosi. Persone che hanno creato contatti e legato con altre persone come loro, cittadini con cui condividono gli stessi interessi, la vita!

Il muro di Berlino, ricordiamolo, è stato sfidato per primo da quel cittadino che ha oltrepassato con la sua Trabant, casualmente e solo per turismo, il confine della "Cortina di Ferro". Una piccola Trabant di plastica ha aperto quindi il passaggio a tutti coloro che poi hanno oltrepassato quella linea.

Per personale esperienza so che i più grandi diplomatici sono, accanto ai giovani e agli innamorati, i direttori di fabbrica, i piccoli proprietari privati, i singoli businessman, coloro che gestiscono le città, i soggetti delle autorità locali e, permettetemi di dirlo, i sindaci. In pratica tutte quelle persone che, appunto dal basso, dall'essenza della società, si riconoscono in interessi e scopi comuni attraverso contatti diretti, pieni e sinceri. Ogni organismo vivente è composto innanzitutto di cellule, e solo quando miliardi di cellule si uniscono in modo ordinato, solo allora si forma una creatura. Un essere vivente che agisce.

Sono convinto che ciò vale anche per la costruzione di un'integrazione efficace e sostenibile nella grande comunità Europea. Le città, le province, le regioni rappresentano i cardini sui quali si potranno raggiungere tutti gli obiettivi indicati nell'Appello "L'Europa oltre i confini".

Questo processo è cominciato, per Sarajevo da tempo e in maniera soddisfacente. Ed è quindi anche attraverso l'esperienza da noi vissuta, che sono sicuro che il progetto riuscirà.
E la ragione è molto semplice: la vita è indistruttibile.

La Trabant balcanica è arrivata da molto, molto tempo sulle autostrade d'Europa.

Grazie.


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