Con la designazione del nuovo Primo Ministro della Republika Srpska, Pero Bukejlovic, il Partito Democratico Serbo (SDS) fondato da Karadzic torna ad occupare tutte le principali posizioni di governo dei Serbi in Bosnia Erzegovina. L'isolamento internazionale, le accuse di nepotismo, crimine e corruzione

02/03/2005 -  Anonymous User

Di Dragan Stanimirovic, Transitions Online, 21 Febbraio 2005 (titolo originale: "Absolute rulers")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta

BANJA LUKA, Bosnia Erzegovina - L'elezione di Pero Bukejlovic a Primo Ministro della Republika Srpska (RS) il 15 febbraio ha restituito dopo sette anni al Partito Democratico Serbo (SDS) tutte le principali posizioni di governo ricoperte dai Serbi in Bosnia.

La Republika Srpska è una delle due "entità" create in Bosnia dagli accordi di Dayton nel 1995.

L'SDS, che annovera tra i suoi fondatori il ricercato Radovan Karadzic, accusato di crimini di guerra, attualmente gode del più basso livello di sostegno elettorale dalle prime elezioni multipartitiche del 1990 in Bosnia, ma è ugualmente riuscito a radunare nelle sue mani un potere pressoché assoluto.

Il leader dell'SDS, Dragan Cavic, fu eletto presidente della RS nel 2002. Borislav Paravac, membro della leadership dell'SDS, divenne il rappresentante serbo nella presidenza a tre della Bosnia quando l'Alto Rappresentante internazionale rimosse il collega di partito Mirko Sarovic dal suo posto. E l'SDS ha anche la Presidenza del parlamento della RS.

Un potere quasi assoluto

L'SDS si è ripresa dal colpo subìto nel 1997, quando l'allora presidente della RS, Biljana Plavsic, lasciò l'SDS e sciolse il parlamento della RS ed il governo, accusando l'SDS di aver trasformato le istituzioni della regione in un'organizzazione criminale.

Fino al 2000 il Primo Ministro Milorad Dodik, del Partito dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD), aveva governato la RS col supporto della comunità internazionale, mentre l'SDS controllava la maggior parte delle municipalità della RS.

Dopo le elezioni del 2000, l'SDS fu riportata nel governo della RS dal Primo Ministro Mladen Ivanic, leader del Partito di Progresso Democratico (PDP). Data la forte opposizione degli USA all'SDS, Ivanic sostenne che avrebbe formato un gabinetto di tecnici, ma fu presto chiaro che sei ministri dell'SDS erano stati fatti entrare nel governo sotto il nome di esperti non legati ai partiti.

Il ministro dell'Industria e della Tecnologia in quel governo, Pero Bukejlovic, è ora il nuovo Primo Ministro della RS.

I voti del Partito Radicale Serbo (SRS) e del Partito Bosgnacco (bosniaco musulmano) di Azione Democratica (SDA) hanno aiutato ad allargare la coalizione SDS-PDP dopo le elezioni del 2002, quando fu formato il primo governo multietnico della RS. Esso includeva tre ministri dell'SDA e sopravvisse fino al 17 dicembre 2004, quando il Primo Ministro Dragan Mikerevic (PDP) si dimise insieme al suo gabinetto in segno di protesta per la rimozione, da parte dell'Alto Rappresentante della comunità internazionale, Paddy Ashdown, di sette ufficiali di polizia di basso grado, per l'abolizione del Ministero della Difesa della RS prevista per il 2005, e per la creazione di una struttura di polizia unificata sull'intero territorio nazionale.

Ugualmente decisivo potrebbe essere stato l'annuncio fatto dall'ambasciatore degli USA nella stessa conferenza stampa, secondo cui ai leader dell'SDS e del PDP era stato proibito l'ingresso negli Stati Uniti. L'opinione comune è che questa mossa avesse come bersaglio il leader del PDP Ivanic, ministro degli Esteri del governo centrale della Bosnia.

Ivanic e altri due ministri del suo partito rassegnarono le proprie dimissioni in risposta, ma resta da vedere se queste sono definitive. Ivanic e colleghi continuano a svolgere i loro compiti ministeriali.

Su invito di Cavic, i sei partiti più potenti della RS firmarono un accordo per cooperare su temi d'importanza critica e confermarono il loro rifiuto di accettare i cambiamenti alla Costituzione bosniaca, l'abolizione del Ministero della Difesa della RS, e la riorganizzazione della polizia.

Ma la luna di miele tra opposizione e partiti al potere finì dopo un brevissimo periodo, e Cavic nominò Bukejlovic dell'SDS Primo Ministro incaricato. Drago Kalabic dell' Unione Popolare Democratica, all'opposizione, ha detto a TOL che il solo obiettivo di Cavic nel siglare l'accordo era quello di spezzare l'opposizione.

I trascorsi ferroviari di un primo ministro

Bukejlovic non è quel che si potrebbe definire un politico di rilievo, né di particolare successo. Quando era ministro dell'industria e della tecnologia, tra il 2000 e il 2002, la produzione industriale precipitò al più basso livello dalla fine della guerra. Non una delle aziende strategiche della RS fu privatizzata in quel periodo.

L'economista Damir Miljevic, che in quel periodo era consigliere alle privatizzazioni dell'allora Primo Ministro della RS Ivanic, dice che la funzione principale di Bukejlovic per l'SDS era quella di ritardare la privatizzazione delle grandi aziende per il maggior tempo possibile, cosicché potessero rimanere sotto il controllo del partito. Miljevic cita l'esempio della fabbrica di alluminio Birac a Zvornik, che accumulò un debito di 30 milioni di marchi convertibili (KM, circa 15 milioni di euro o 19,6 milioni di dollari) in soli sei mesi, mentre Bukejlovic tirava in lungo le contrattazioni sulla privatizzazione dell'azienda.

Miljevic si dimise dal suo incarico in segno di protesta. Interrogato sul perché Ivanic non seguisse i suoi suggerimenti, Miljevic ha detto: "Evidentemente, ad Ivanic importava di più avere la maggioranza nel suo partito che attrarre investitori."

Come ministro dell'Industria, Bukejlovic sovraintendeva alle ferrovie della RS, in cui lo Stato aveva una quota di partecipazione del 65 per cento. Otto impiegati di elevata qualifica ed azionisti delle ferrovie della RS, illegalmente licenziati dal direttore della compagnia, Sreten Telebak, denunciano che Bukejlovic "coprì attività criminali, per l'ammontare di centinaia di milioni di marchi, con un'alzata di mano nelle assemblee degli azionisti." Essi scrissero diverse volte a Ivanic e Mikerevic accusando Telebak e Bukejlovic, ma Telebak non fu mai rimosso.

Uno dei più fieri oppositori del duo è Tomo Pancic, un macchinista con 30 anni di servizio, che fu licenziato in quanto rappresentante di un sindacato indipendente, per poi recentemente ricevere la disposizione del tribunale che ordinava che riprendesse il lavoro. Avendo visto un documento preparato da Ivanic e Bukejlovic che fissava il valore stimato delle ferrovie della RS in 300.000 KM (circa 150.000 euro), dice di essersi convinto che essi facciano parte di un gruppo della criminalità organizzata.

Finora, né la Procura né gli accusati hanno risposto, ma l'Alto Rappresentante ha annunciato recentemente che le ferrovie dovranno sottostare a una speciale revisione contabile. Questa decisione è venuta dopo ben tre anni dal licenziamento degli impiegati.

In contrasto con la legge sul conflitto d'interessi, Ivanic nominò Bukejlovic rappresentante dello Stato per la remunerativa raffineria di Modrica nel 2003. Quando lo staff seppe del piano di Bukejlovic di nominare nuovi membri del consiglio direttivo scelti nei ranghi dell'SDS - un consiglio che l'avrebbe poi eletto direttore - circondò Bukejlovic, che riuscì ad evitare ingiurie fisiche solo allontanandosi velocemente con la sua auto ufficiale.

La storia divenne farsesca quando i reporter della TV portarono alla luce il fatto che i funzionari dell'SDS Dragan Cavic (l'attuale presidente della RS), Borislav Paravac (attualmente membro della presidenza bosniaca) e Pero Bukejlovic (il nuovo Primo Ministro della RS) sono imparentati; le loro nonne erano sorelle. I leader dell'SDS non hanno mai ribattuto a queste accuse di nepotismo e ripetutamente hanno invece ribadito la necessità della "unità dei partiti serbi, e della difesa delle istituzioni della RS."

Quanto costa un voto?

In simili circostanze, rimase dubbio quasi fino all'ultimo giorno se Bukejlovic avrebbe raggranellato abbastanza voti nel parlamento della RS per diventare Primo Ministro. La SNSD e il Partito Socialdemocratico di Bosnia (SDP BIH) erano contro di lui, mentre i leader dell'SDS e dell'SDA disputavano se continuare la loro alleanza di due anni, cambiando diverse volte le loro posizioni.

Alla fine Cavic se ne uscì con la dichiarazione: "Non c'è spazio per ministri dell'SDA in questo governo perché l'SDA è a favore della dissoluzione delle istituzioni della RS."

I rappresentanti del PDP erano, a quanto si dice, esitanti a dare il loro appoggio a Bukejlovic, rimarcando il fatto che l'SDS non aveva ritirato i suoi ministri dal governo centrale come aveva fatto il PDP. Senza i nove voti del PDP, l'SDS non avrebbe potuto ottenere una maggioranza, così il loro voto fu comprato.

Questo almeno è quanto affermano Drago Kalabic, rappresentante dell'Alleanza Democratica Popolare (DNS), e altre figure dell'opposizione che non vogliono essere nominate. Secondo Kalabic, "denaro ed altri privilegi sono stati offerti in cambio del supporto al nuovo governo della RS." Come ha dichiarato ai media il giorno prima del voto, "l'SDS mi ha offerto 100.000 KM circa 50.000 euro attraverso un intermediario perché votassi a favore nell'elezione del governo della RS."

All'accusa fu aggiunto rilievo dal leader dell'SNSD Milorad Dodik, che disse di avere informazioni che anche a membri del suo partito erano state offerte bustarelle.

Lo stesso giorno, il PDP decise di sostenere il nuovo governo, pur senza parteciparvi.

Nel suo discorso di insediamento, Bukejlovic disse che il nuovo governo avrebbe essenzialmente proseguito nella direzione impostata dal precedente gabinetto.

Il rappresentante dell'SDP Slobodan Popovic sostenne che il discorso non poteva essere preso sul serio, criticandone la mancanza di dati concreti sulla crescita economica e la disoccupazione.

Dodik disse che la linea politica di Bukejlovic non riusciva a proporre un piano per migliorare la posizione internazionale della RS e invece ne perpetuava semplicemente il completo isolamento. Disse che era inverosimile che un Primo Ministro cui era stato vietato di entrare negli Stati Uniti promettesse di portare la RS e la Bosnia nella comunità euro-atlantica.

Nonostante tali critiche, Bukejlovic e i suoi ministri sono stati eletti con 46 voti a favore contro 33. Due figure chiave delle riforme, il cui lavoro ha incontrato l'approvazione dell'Alto Rappresentante, il ministro degli Interni Darko Matijasevic e il ministro della Difesa Milovan Stankovic, resteranno nel nuovo governo della RS.

Il nuovo gabinetto è dominato da membri dell'SDS e dell'SRS. Anche otto ministri non serbi sono stati nominati da questi due partiti, che non hanno altri membri non serbi, e la cui politica si è fondata per anni sull'esclusione dei non serbi e sull'opposizione ai cambiamenti costituzionali che avrebbero permesso ai Bosgnacchi e ai Croati di prendere parte alla vita politica della RS.

Per questa ragione i rappresentanti bosgnacchi nella Camera Alta del parlamento della RS, il Consiglio dei Popoli, hanno annunciato che avrebbero invocato vitali interessi nazionali per respingere il nuovo governo. Il capo del gruppo bosgnacco nel Consiglio dei Popoli, Ramiz Salkic, ha detto che il nuovo governo era incostituzionale e che le procedure erano state violate nel corso della sua elezione.

Ha anche detto che il Primo Ministro designato Bukejlovic era stato nominato in modo incostituzionale, dal momento che la decisione del governo precedente di dimettersi non era mai stata sottoposta alla ratifica del Consiglio dei Popoli.

Dusan Stojicic, presidente dell'Assemblea Nazionale della RS, ha negato queste affermazioni. Ci si aspetta che uno scontro legale venga avviato nei prossimi giorni.

L'Ufficio dell'Alto Rappresentante non si è opposto all'elezione del nuovo governo della RS. L'OHR ha detto che il governo sarà giudicato, come tutti gli altri governi, dal suo successo nell'implementare le riforme. Le priorità principali della comunità internazionale sono la piena cooperazione con il Tribunale Penale Internazionale per l'Ex Yugoslavia (ICTY) dell'Aja, la ristrutturazione delle forze di polizia, e la riforma della Difesa..

Bukejlovic ha passato il suo primo giorno di lavoro a un festeggiamento per il giorno del santo patrono della sua famiglia nel villaggio di Busetlici.

Lo stesso giorno, la Procura della RS avviava un'inchiesta sulla presunta compravendita di voti.

*Dragan Stanimirovic è un corrispondente di TOL


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