Stefano Barazzetta ci propone dieci sue fotografie appartenenti al lavoro "Summer in the Golden Valley", dedicato alla città di Sarajevo. Un suo articolo.

25/02/2004 -  Anonymous User

Di Stefano Barazzetta

Un'hostess si rivolge ai passeggeri: "In questo momento stiamo sorvolando la città di Sarajevo, nella Valle Dorata della Bosnia Erzegovina: guardando al di fuori del finestrino potrete vedere solo miseria e distruzione, ma non dovete preoccuparvi. Il pilota sta aumentando la velocità, ed in pochi secondi tutto questo sparirà dalla vostra vista".

Questa è una delle scene principali di "Summer in the Golden Valley" L'estate nella Valle Dorata, un film Bosniaco presentato al Sarajevo Film Festival 2003.
In essa c'è il tocco di quell'umorismo "nero" e di quell'autoironia che è tipico attendersi da un film creato nei Balcani: è quasi inutile dire che il pubblico ha accolto la scena con una fragorosa risata. C'è però un altro dettaglio nella sequenza: dall'alto del terrazzo di un edificio due giovani Bosniaci, un ragazzo ed una ragazza, guardano l'aereo passare sopra le loro teste ripromettendosi l'un l'altro che un giorno su quel volo ci saranno anche loro.

Sarajevo è stata il centro del mondo negli anni '90: ogni rete televisiva ed ogni magazine vi mandava i suoi migliori corrispondenti: li mandava in Bosnia Erzegovina, quel piccolo e prima di allora semisconosciuto angolo di mondo.

Ma la guerra terminò e, rapidi come per il loro arrivo, i giornalisti e i fotografi se ne andarono, inseguendo altre battaglie ed altre vittime da dare in pasto ai notiziari della sera. Dimenticandosi di tutte le loro promesse.
Furono i Bosniaci a restare, ed ad imparare sulla loro pelle che spesso quello che segue la Guerra non è la Pace, ma solo una lunga attesa verso tempi migliori.
E se a volte quest'attesa può essere piena di speranze, altre volte può sembrare disperata.

Il mio lavoro parla di Sarajevo, dei suoi luoghi e delle sue persone, delle loro piccole storie, e vorrebbe essere un tentativo di inoltrarsi nella vita quotidiana di una città dove "vivere" voleva dire "vivere insieme", senza distinzione di religione o nazionalità.
E' un semplice chiedersi "cos'è successo dopo?", quando il circo dei media lasciò la città, lasciandosi alle spalle tutti i problemi, irrisolti così come li aveva trovati.

Credo fermamente che ritornare oggi a Sarajevo, e cercare di capire cosa stia succedendo nella città dove Musulmani, Ortodossi, Cattolici ed Ebrei hanno convissuto pacificamente per secoli, possa aiutarci a comprendere meglio quello che sta succedendo ora nel nostro mondo, dove molti tra coloro che detengono il potere hanno il desiderio a volte inconfessato, ma sempre presente, di convincerci che non sia possibile convivere con chi ha culture o religioni diverse dalla nostra.

Vorrei anche che attraverso le mie immagini possa emergere essere anche una piccola riflessione sulla nostra in qualche modo distorta visione del mondo: le cose ci sembrano reali solo fino al momento in cui possiamo vederle in televisione o leggerne sui giornali: ma una volta che spariscono dalla nostra vista, come la città ai passeggeri sull'aereo, rimaniamo con la strana sensazione non siano mai esistite.
Ma la Bosnia ci dimostra in tutta evidenza che questa visione non è Reale.

Sarajevo è stata il centro del mondo negli anni '90: ma ora può capitare che sia solo un posto dal quale due ragazzi sognino di scappare, saltando su un aereo i cui passeggeri stanno facendo di tutto per ignorare quello che accade sotto di loro.

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