OSCE - Al voto a Sarajevo

Serbi, croati e musulmano-bosniaci ritornano a "difendersi" dietro ai rispettivi partiti nazionalisti. Un ritorno ad un passato dal quale la BiH non era mai uscita.

07/10/2002 -  Dario TerzićDavide Sighele

Tarda notte del 6 ottobre. La presidentessa della Commissione elettorale della BiH, Lidija Korac, presenta i risultati preliminari delle elezioni tenutesi sabato, alla luce delle informazioni arrivate da 120 dei 147 municipi nei quali si votava (TVF1, 06.10.02).
I membri della Presidenza tripartita saranno con tutta probabilità Mirko Sarovic (SDS, partito fondato dal latitante Karadzic), che ha raccolto il 38% dei voti della propria comunità, Dragan Covic dell'HDZ croata che ha vinto raccogliendo percentuali plebiscitarie (attorno al 65%) e, tra i candidati musulmani è in vantaggio Sulejman Tihic dell'SDA su Haris Siljadzic dell'SBiH, 27,8% contro il 25,7%. La presidenza collegiale, in carica quattro anni, prevede un rappresentante per ognuna delle tre etnie, serba, croata e musulmana, con una rotazione di otto mesi nell'incarico di 'primus inter pares'.

Resi noti anche i risultati parziali per quanto riguarda le Assemblee delle due Entità. Per i seggi del Parlamento della Federazione l'HDZ avrebbe raccolto il 18,7% dei voti, l'SDP il 14%, l'SDA il 32,5% e l'SbiH il 16,6%. All'interno della comunità bosniaco-musulmana sembrerebbe quindi che i nazionalisti dell'SDA, partito fondato da Alja Izetbegovic, avrebbero ottenuto più della somma dei voti ottenuti dai due avversari, l'SDP e l'SbiH.
Per quanto riguarda invece la Presidenza dell'Assemblea della Republika Srpska in vantaggio il candidato dell'SDS, Dragan Cavic, che avrebbe ottenuto il 39,5% dei consensi.

L'affluenza alle urne è stata particolarmente bassa, attorno al 54%, del 10% inferiore rispetto alla precedente consultazione elettorale. "Un segnale della perdita di fiducia della gente nella rappresentanza politica" ha affermato l' Alto Rappresentante Paddy Ashdown.

Il Presidente dell'SDS Dragan Kalinic ha espresso in questo modo l'atmosfera che si respirava tra l'elettorato: "Siamo convinti che il popolo non abbia sbagliato a votare serbo, la stessa scelta fatta da croati e da musulmani". Ed ha lanciato un chiaro monito alla Comunità Internazionale dichiarandosi certo che la "scelta dell'elettorato sarà riconosciuta ed accettata". "Sono sicuro - ha aggiunto - che i rappresentanti della comunità internazionale avvieranno un'attiva collaborazione con i partiti che hanno vinto le elezioni".

La vittoria dei partiti nazionalisti, anche se non definitiva nelle proporzioni è oramai certa e testimonia come in BiH alcuni nodi cruciali non siano ancora stati risolti. Lo spettro del nazionalismo vive ancora: la linfa che lo sostiene è senza dubbio la profonda crisi economica dalla quale la BiH non è mai uscita. E man a mano che le risorse della Comunità Internazionale vengono spostate su altri "fronti" la situazione si fa sempre più drammatica.

I risultati definitivi dovrebbero essere resi noti attorno al 22 ottobre prossimo.


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