Milomir Stakic è stato condannato a vita per crimini contro l'umanità (persecuzione, omicidio e sterminio). Cadute invece in sede dibattimentale le accuse di genocidio. Il commento di alcuni dei sopravvissuti al campo di concentramento di Omarska.

18/08/2003 -  Anonymous User

Di: Stacy Sullivan (L'Aja) e Amra Kebo (Sarajevo)
Tradotto da: Andrea Rossini
Riprendiamo e pubblichiamo questo articolo scritto dalle autrici per l'Institute for War and Peace Reporting (IWPR), Tribunal Update n°322, 1 agosto 2003

Milomir Stakic è stato condannato all'ergastolo, la pena più alta prevista dal Tribunale dell'Aja, per il ruolo da lui avuto negli omicidi e nelle deportazioni di decine di migliaia di cittadini non Serbi dell'area di Prijedor.
L'ex sindaco di Prijedor, in abito scuro, giocava nervosamente con la propria cuffia per la traduzione mentre ascoltava le decisione del giudice il 31 luglio scorso.
La condanna all'ergastolo ha sorpreso molti in aula, dato che Stakic è stato dichiarato non colpevole per i due capi più rilevanti espressi nell'atto di accusa: genocidio e complicità in genocidio.
Prima della sentenza il presidente della Corte, giudice Wolfgang Schomburg, ha affermato che la camera di giudizio era stata incapace di determinare "la specifica volontà di annientare in tutto o in parte" la popolazione di nazionalità musulmana e croata del comune di Prijedor.
Piuttosto, ha affermato il giudice, Stakic e il resto della leadership serba di Prijedor avevano cospirato per deportare la popolazione non serba così da creare uno stato serbo etnicamente pulito.
"Questa volontà di deportare una popolazione non può essere paragonata con l'intento di distruggerla in quanto tale - ha spiegato il giudice."
Sottolineando che più di 1.500 persone non serbe sono state assassinate a Prijedor e nei dintorni, che stupri, violenze di tipo sessuale, pestaggi e torture avevano luogo regolarmente, e che almeno 20.000 persone sono state deportate, i giudici hanno condannato Stakic per le accuse di sterminio, omicidio e persecuzione.
In termini legali, tali imputazioni rientrano nella categoria dei crimini contro l'umanità e violazione delle leggi e dei costumi di guerra.
Prima della lettura della sentenza, il giudice Schomburg ha chiarito che la camera di giudizio non aveva trovato gli estremi per considerare il caso di Stakic come un caso di genocidio, sottolineando tuttavia al tempo stesso che "la imposizione della massima sanzione non è limitata alla condotta criminale più grave ipotizzabile".
Stakic, un medico, aveva solo 29 anni quando fu eletto vice presidente del consiglio comunale di Prijedor nel gennaio 1991.
Gli ufficiali serbo bosniaci Simo Drljaca e Milan Kovacevic - che insieme a Stakic erano stati accusati di aver diretto il piano per espellere o uccidere la parte non serba della popolazione di Prijedor - sono morti prima che i loro processi venissero avviati.
Drljaca, ex capo della sicurezza pubblica di Prijedor, è stato ucciso da soldati della Nato nel luglio 1997 mentre resisteva all'arresto. Kovacevic, vice di Stakic, è morto in carcere.
L'atto di accusa del Tribunale affermava che queste persone avevano creato congiuntamente una impresa criminale che aveva come obiettivo la espulsione dall'area della popolazione non serba.
Nonostante il rincrescimento per il proscioglimento dalla accusa di genocidio, la procura ha espresso soddisfazione per la sentenza a vita. "Siamo molto contenti per questa sentenza che riflette la gravità dei crimini commessi a Prijedor e il ruolo avuto dall'imputato nei crimini stessi - ha dichiarato il procuratore Nicholas Koumjian."
I Bosniaci sopravvissuti agli infami campi di concentramento hanno manifestato emozione alla conclusione del processo. "Stakic ha ricevuto la sentenza che meritava - ha dichiarato Sabahudin Garibovic, presidente della Associazione dei Prigionieri di Guerra di Prijedor."
Muharem Murselovic, deputato al parlamento della Republika Srpska e membro del consiglio comunale di Prijedor, ex internato di Omarska, ha dichiarato a IWPR: "Sono soddisfatto della sentenza Stakic. Questo aiuterà noi, gli ex prigionieri, a fare in modo che la verità di quanto è successo qui non venga dimenticata. Personalmente avrei preferito che l'accusa di genocidio venisse accolta, perché questo è esattamente quello che è avvenuto a Prijedor, ma non sta a me giudicare il lavoro della Corte."
Nusreta Sivac, una sopravvisuta di Omarska, ha affermato: "Mentre ascoltavo la lettura della sentenza e sentivo che erano cadute le accuse di genocidio e complicità in genocidio non riuscivo a credere alle mie orecchie e ho creduto che fosse stato raggiunto un qualche tipo di accordo. Tuttavia, la sentenza all'ergastolo mi soddisfa."
Il proscioglimento di Stakic dai capi di imputazione più gravi rappresenta la terza volta che la camera di giudizio respinge l'accusa di genocidio. La procuratrice Joanna Corner ha dichiarato a IWPR: "Pensavamo di aver presentato prove sufficienti per dimostrare che si trattava di genocidio."
Ad oggi, l'unico imputato ad essere stato condannato dal Tribunale per genocidio è il generale serbo bosniaco Radislav Krstic, comandante delle operazioni che portarono alla caduta della enclave bosniaco musulmana di Srebrenica nel 1995, quando morirono più di 7.000 uomini e ragazzi Musulmani. Krstic, tuttavia, non è stato condannato all'ergastolo ma a 46 anni di carcere.

Vai alla sentenza Stakic, pubblicata sul sito del Tribunale Internazionale dell'Aja


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