Che bruci pure la Bosnia, basta che resti quella di Dayton

7 agosto 2013

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Così titola il portale bosniaco dell’agenzia tedesca Deutsche Welle, sintetizzando la situazione di un paese che cerca di lottare contro gli incendi a dispetto dell’immobilismo dei suoi politici

Mentre la foresta centenaria attorno a Jablanica sta bruciando ormai da otto giorni, e su una superficie di circa 100 ettari le fiamme se ne sono presa una fetta da 10 ettari, i politici discutono su chi debba avere la competenza e il coordinamento delle operazioni di spegnimento degli incendi. Piaga annuale del paese.

Oltre un centinaio tra vigili del fuoco e abitanti del luogo si sono organizzati per domare le fiamme, impiegati due vecchi elicotteri delle forze armate della BiH, ma a quanto pare i problemi riscontrati lo scorso anno, quando fu introdotto lo stato di emergenza, sono rimasti gli stessi.

I responsabili della protezione civile delle entità, rileva l’agenzia tedesca, promettono che non ci saranno i danni dell’anno scorso. Nel frattempo però la BiH non si è dotata nemmeno di un velivolo antincendio canadair. I funzionari locali avevano promesso che quest’anno la BIH avrebbe avuto almeno un suo canadair ma anche quest’anno sarà la Croazia ad intervenire sui boschi della vicina Bosnia Erzegovina (l'anno scorso a dire il vero intervennero anche elicotteri della Russia e della Turchia).

È da un anno che la commissione del Consiglio dei ministri della BiH discute su come far fronte a queste situazioni di emergenza, ed entro il 15 agosto dovrebbe presentare una proposta sul tipo di aerei antincendio di cui la BiH dovrebbe dotarsi. Tuttavia, osserva con amarezza Samir Huseinović per la DWelle, i funzionari della BiH non riescono a mettersi d’accordo su chi dovrà gestire i velivoli, se le entità o lo stato. Le entità da parte loro stanno già pensando di far ognuna per sé, e comprasi col proprio budget gli aerei necessari.

Fonte: Deutsche Welle

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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