Un'esperienza di volontariato promossa da Ipsia - Acli in Bosnia Erzegovina. Per "aiutare" ma anche per imparare.

09/08/2002 -  Anonymous User

E' già il quinto anno consecutivo che la prima Scuola elementare di Bosanska Krupa ospita volontari italiani che partecipano alla Scuola estiva organizzata dall'IPSIA, l'Organizzazione Non Governativa delle ACLI per la Cooperazione Internazionale, coinvolgendo volontari provenienti da diverse città italiane. E si tratta solo di una delle diverse destinazioni, in Bosnia Erzegovina come in Kossovo, in cui sono impegnati i giovani dell'organizzazione italiana.
"I volontari di Milano, Bologna, Firenze e di vari centri della Lombardia si avvicendano presso il campo estivo già dal 15 luglio scorso" ha dichiarato Roberto Limonta, coordinatore del campo estivo di Bosanska Krupa "e proseguiranno con le attività fino al 18 agosto". Il progetto di volontariato internazionale porta il nome Terre e Libertà ed è "un progetto di lavoro con minori tra i 5 e i 15 anni di età, pensato dalla sede milanese delle ACLI" ha aggiunto Limonta.
Molto positivo il giudizio di Zeljka Orozovic, una delle maestre della scuola "durante il campo estivo i bambini vengono accompagnati nello studio e nel gioco, con lo scopo di combattere i traumi post-bellici che ancora si portano dentro. Attraverso l'assistenza nello studio dell'inglese, della musica e della danza, nell'organizzazione di laboratori per la realizzazione di burattini e giochi, i volontari italiani contribuiscono quindi al difficile processo della rielaborazione dei traumi subiti dai piccoli studenti della scuola durante la guerra".

L'esperienza di Bosanska Krupa lascia però il segno anche su quanti partono dall'Italia per impegnarsi gratuitamente; sottolinea ad esempio Benedetta, una volontaria dell'anno passato: "...penso che questa esperienza mi abbia veramente arricchito e tolto da un certo tipo di torpore della coscienza di cui la società in cui vivo spesso mi ammorba. E' stata una bella esperienza di solidarietà e di conoscenza, e a livello personale un passo molto importante per me". E non finisce qui, perché "... rimangono tante curiosità e tante domande senza risposta, la sensazione di avere avuto solo un piccolissimo assaggio dei Balcani, la voglia di tornarci per capire meglio, per fare di più".

I volontari di Ipsia - Acli hanno seguito tre week end di formazione prima di partire per i Balcani, cosa importante per non lasciare questi giovani senza strumenti con cui affrontare una realtà nuova. Ciò non toglie che ci si trovi davanti a esperienze molto forti: Nena, un'altra volontaria del 2001, ricorda che "...non sapevo cosa mi dovevo aspettare... tutti si aspettano moltissime cose... i segni di una guerra ingiusta e inutile, lingua diversa, vita diversa... Subito ti rendi conto che non ci sono le nostre amate comodità... c'è molto di più... troppi cartelli che indicano "pazi mine" (attenzione mine)...". Un'esperienza forte, dunque, che può insegnare molto e - come conclude Elisa - "su cui riflettere... mi chiedo contrariata se questa prima esperienza in terra balcanica non "tornerà più utile" a me, al mio desiderio di sentirmi coinvolta..." (Dnevni Avaz, 06.08.2002).


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