Accuse di genocidio a Karadžić non solo per Srebrenica

12 luglio 2013

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La Corte d’Appello del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia ha ripristinato le accuse di genocidio contro Radovan Karadžić che dovrà rispondere dell’uccisione e i maltrattamenti alle popolazioni non serbe in sette località della Bosnia Erzegovina oltre a Srebrenica

La decisione di giovedì 11 luglio ribalta l'assoluzione dell'anno scorso per uno dei due capi d'accusa di genocidio formulati contro l'ex leader serbo-bosniaco. Theodor Meron, il presidente del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia, ha stabilito errato il verdetto di primo grado che riteneva non sufficienti le prove sin qui presentate relativamente al carattere genocidario di altre stragi; quelle del 1992 a Bratunac, Foča, Ključ, Prijedor, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik per le quali l'ex leader dei serbi di Bosnia è accusato.

Radovan Karadžić fu arrestato a Belgrado il  21 luglio 2008 dopo 13 anni di latitanza. L'ex leader politico dei serbi bosniaci fu accusato di alcuni dei crimini più gravi previsti dal diritto internazionale: genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Deve rispondere della pulizia etnica commessa ai danni della popolazione non serba della Bosnia Erzegovina, della campagna di terrore orchestrata ai danni della popolazione civile di Sarajevo, dell'assassinio di oltre 8.000 bosniaco musulmani a Srebrenica nel luglio del '95, un fatto già qualificato come genocidio sia dal Tribunale per la ex Jugoslavia che dalla Corte Internazionale di Giustizia.

Per saperne di più: Speciale Karadzic luglio 2008

Il nostro dibattito online su TPI dell'Aja e riconciliazione in ex Jugoslavia

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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