A Prijedor il 31 maggio, perché mi riguarda

30 maggio 2013

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Il 31 maggio del 1992 le autorità di Prijedor obbligano tutti i cittadini non serbi a segnare le proprie case con una bandiera o uno straccio bianco. Fuori di casa sono obbligati a portare al braccio una fascia bianca. Nei mesi che seguono migliaia di cittadine e cittadini di Prijedor vengono rinchiusi nei lager. I giovani della società civile bosniaca li ricordano con l'iniziativa "Perché mi riguarda"

Durante la guerra vengono rinchiusi nei lager di Prijedor 31.000 civili, 3.173 vengono uccisi e 53.000 persone sono vittime di persecuzione e deportazione. "Ventuno anni dopo, alle vittime di Prijedor non è ancora riconosciuto il diritto alla memoria. I loro diritti riguardano tutti noi", è la scritta che campeggia nel video-messaggio di Miroslav Živanović, come di molti altri giovani che hanno aderito all'iniziativa "Jer se mene tiče".

"Il 31 maggio 2013 saremo a Prijedor per celebrare la Giornata delle fasce bianche. Perché ci riguarda", è il messaggio conclusivo delle testimonianze postate sul profilo Facebook dell'iniziativa e che ha fatto non solo il giro della rete, ma anche dei media bosniaci.

L'iniziativa è stata lanciata il 16 aprile a Sarajevo. Più di duecento persone, giovani della società civile di decine di città, si sono trovati all'Art Kino Kriterion. Oltre a rappresentare l'evento pubblico di lancio, la giornata è stata anche occasione di dibattito, ritrovo e socialità. Si sono infatti esibite a sostegno della campagna alcune tra le band musicali più seguite nel paese, tra le quali la Dubioza Kolektiv di Sarajevo definita da Time e BBC una delle voci di contestazione più importanti della Bosnia Erzegovina.

"L'iniziativa Perché mi riguarda ha richiesto al sindaco di Prijedor di poter celebrare il 31 maggio la Giornata internazionale delle fasce bianche, per lanciare all'Europa il messaggio che questa è una città in cui si nega il genocidio nonostante durante la guerra siano state tantissime le vittime civili" scrive il media bosniaco Blic. "Il segretario del gabinetto del sindaco, Dragutin Rodić, ha risposto che a Prijedor non è stata perpetrata alcuna violenza e che continuare a insistere su questo significa minare la sicurezza in città", conclude Blic.

La manifestazione pubblica e pacifica si terrà a Prijedor a partire dalle ore 14.00, come cita l'appello. "Partecipate, affinché possiate dimostrare la vostra solidarietà alle vittime delle violenze di massa perpetrate in questa città, come in tutta la Bosnia Erzegovina. In modo che con la vostra presenza, e indossando una fascia bianca al braccio, possiate dire che non condividete alcun tipo di segregazione o altre forme di discriminazione".

Mentre a Prijedor sfilerà il corteo, a sostegno della Giornata delle fasce bianche e su iniziativa dell'International theater festival MESS, si terrà a Sarajevo la performance "I moja bijela traka..." (Anche la mia fascia bianca...) dell'artista Elma Selman.

I "Likes" sulla pagina Facebook dell'iniziativa sono più di mille. "Se sono morte così tante vittime civili, come è possibile che non sia avvenuta alcuna violenza? E' per questo che saremo a Prijedor il 31 maggio. Perché a noi, sul serio, ci riguarda". Ci saranno, come dicono nei loro video-messaggi, Miroslav Živanović, Irina Rakita, Bojana Milošević, Adnan Hamidović – Frenkie, Dražana Lepir, Dražen Crnomat, Vukosava Crnjanski Šabović, Damir Dajanović, Tamara Ognjanović, Faruk Borić, Darko Brkan, Selma Spahić, Mia Karamehrić...

 

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l'Europa all'Europa


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