Un'iniziativa regionale volta a dar vita ad una solida e stabile rete di collaborazione fra tutti i paesi balcanici. Un modo di agire insieme per un unico obiettivo: l'adesione all'Unione europea

29/06/2006 -  Anonymous User

Di Aleksandra Mijalković, Politika, 27 giugno 2006 (tit. orig. Мисли европски, делуј балкански)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Luka Zanoni

Per come stanno le cose, la Croazia è l'ultima dei pretendenti accolti per la membership nell'Unione europea, che possa ancora contare su un generale benvenuto in questa organizzazione. Anche a Zagabria il commissario dell'UE per l'allargamento Olli Rehn ha suggerito di non sperare in un ingresso nell'Unione prima della fine di questo decennio, ma questo è meglio dell'incertezza con la quale si confrontano gli altri paesi dei Balcani occidentali, ed anche la Turchia, paese con il più lungo status di candidato all'UE.

Benché Bruxelles ufficialmente non abbia negato il loro "futuro europeo", a questi paesi ha fatto capire chiaramente che devono aspettare che l'Unione risolva i suoi problemi interni, rinforzi la "capacità di assorbimento" e riesamini la futura politica di allargamento, solo allora li prenderà in considerazione. Naturalmente, sempre che nel frattempo abbiano rispettato tutti gli altri criteri, e che l'UE non abbia deciso che al posto del pieno diritto alla membership possa offrirgli un'opzione differente. Diciamo, una partnership privilegiata o uno status di vicini privilegiati.

Esprimersi con una voce unica

"Non c'è alcuna alternativa alla piena membership nell'UE. Rammentiamo all'UE le promesse di Salonicco e la invitiamo ad adottare quanto prima una strategia più chiara verso i paesi dei Balcani. Essi, dal canto loro, faranno il possibile per ottenere la fiducia di Bruxelles, proseguendo le riforme interne e la collaborazione regionale, e dimostrando ai cittadini dell'UE che gli sono necessari, e che hanno di che contribuire al futuro comune europeo", è questo il messaggio che, al primo anniversario dell'incontro della Rete di comunicazione balcanica (BKM), tenutosi a Sofia, hanno inviato i rappresentanti di 21 centri strategici e di ricerca dei nove paesi balcanici.

I membri della BKM di Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Grecia, Macedonia, Croazia, Romania, Serbia e Montenegro (ossia Serbia) e Turchia durante la conferenza inaugurale, la scorsa estate ad Ankara, avevano concluso che è giunto il momento affinché i paesi della regione vadano oltre i disaccordi del passato e che parlino con un'unica voce. E quelli che devono dare l'esempio su come fare sono gli esperti, gli studiosi e le organizzazioni non governative che "pensano europeo, ma agiscono regionalmente, in modo balcanico", ha dichiarato all'incontro Maud de Boer-Buquicchio, vice segretario generale del Consiglio d'Europa.

Il primo passo è stata la realizzazione di un web-site comune, mediante il quale si possono scambiare le esperienze e condurre aperte discussioni sui più importanti temi di interesse per l'intera regione, a partire dall'integrazione euro-atlantica, il regime dei visti, la zona di libero scambio, fino alle questioni della sicurezza, la prevenzione dei conflitti e delle crisi, la collaborazione in ambito scientifico ed educativo...

"Il ministero degli Esteri bulgaro appoggia sinceramente la realizzazione di questo tipo di rete regionale, che migliorerà la collaborazione tra i centri strategici e di ricerca dei Balcani e con ciò, in un periodo più lungo, contribuire ad una migliore comprensione fra questi stati", ha detto, in apertura dell'incontro, Ljubomir Kjucukov, vice ministro degli esteri bulgaro.

Collaborazione al posto della concorrenza

Julijana Nikolova, direttrice dell'Istituto europeo di Sofia, fa notare che per la prima volta nella storia tutti i paesi balcanici hanno davanti a sé un obiettivo comune - l'ingresso nell'Unione europea - che richiede a tutti lo stesso tipo di preparazione. "Dobbiamo sfruttare questo per dimenticare gli storici disaccordi, e concentrare i nostri sforzi verso il futuro", dice la Nikolova.

"Nella situazione in cui a tutti i Balcani sfugge una vicina prospettiva di diventare membri dell'UE, crediamo che sia di fondamentale importanza il rafforzamento di iniziative regionali, quali il Processo di collaborazione dei paesi del sud est Europa, e un più stretto collegamento reciproco grazie a questo tipo di reti informali, quale è la BKM. Da un lato, ci aiutiamo reciprocamente a mantenere la stabilità, lo sviluppo della democrazia e del mercato, e dall'altro facciamo 'lobbying' a Bruxelles per i nostri interessi comuni", afferma Bilent Kardeniz, direttore del Centro per le ricerche strategiche del ministero degli Esteri turco.

Nonostante i paesi della regione si differenzino rispetto al livello di sviluppo raggiunto e nel tipo di relazioni con l'UE (la Grecia è membro dell'Unione, la Romania e la Bulgaria diventeranno membri a pieno diritto entro l'anno o al più tardi nel 2008, la Turchia e la Croazia hanno avviato questo inverno i negoziati per diventare membri, la Macedonia ha lo status di candidato, l'Albania ha appena firmato l'Accordo di associazione e stabilizzazione, mentre la BiH, la Serbia e il Montenegro devono ancora farlo), la regione nella sua interezza in molte cose rimane indietro rispetto le altre parti dell'Europa. Gli stati avranno più successo nella riduzione di questo divario se agiranno l'uno con l'altro, invece che farsi concorrenza, ne è convinto Mihail Jonesku dell'Istituto per gli studi politici della difesa e della storia militare di Bucarest.

Gli ambiti principali in cui una tale collaborazione è necessaria sono la difesa dei diritti umani e delle minoranze, la buona amministrazione e lo stato di diritto, la magistratura indipendente e la lotta alla corruzione e alla criminalità.

Questa è la precondizione per un maggior investimento nella regione, e più la regione è sviluppata, più sarà accettata dall'Unione europea.


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