Il documento introduttivo alla giornata di incontri tenutisi a Novi Sad, Vojodina, nell'ambito dell'iniziativa "Danubio, l'Europa si incontra"

20/09/2003 -  Anonymous User

Le città sono state in Europa, nel corso della sua storia, spazi di crescita democratica e sviluppo economico, agenti di scambio culturale e civilizzazione, luoghi di convivenza.

E' proprio nelle città che si sono sedimentati i valori universali dei diritti delle persone, si sono affermate le trasformazioni della coscienza collettiva, si è preparata la costruzione di nuove forme di comunità politica e sociale.

E' dalle città che ha origine il concetto moderno di cittadinanza, come principio laico di appartenenza comunitaria che disegna i diritti e i doveri di ciascuno.

E sono proprio le città che in diverse epoche del secondo dopoguerra hanno rappresentato un luogo di sperimentazione di politiche di pace e di resistenza a chi, in nome di un sanguinoso nazionalismo etnico, voleva distruggerne la dimensione civile della convivenza e della democrazia.

Le città hanno anche attuato in molte parti della nostra Europa - attraversando la logica dei confini, delle separazioni, delle identità predefinite - politiche ed esperienze di pace, di incontro e di cooperazione tra di loro. Gemellaggi, scambi, programmi di cooperazione decentrata sono state alcune delle modalità con le quali si sono costruiti rapporti, iniziative comuni, azioni condivise.

Spesso le città sono arrivate a risultati di dialogo e cooperazione che gli Stati non hanno nemmeno intravisto, rompendo la logica dei muri, delle contrapposizioni, dei fondamentalismi nazionalistici.

Le città possono essere gli elementi fondamentali di una rete diffusa di comunità che costituisce l'architrave di quella "Europa dal basso" che parte proprio dalla dimensione sociale, comunitaria, dal livello istituzionale più vicino alle persone. L'Europa dal basso è anche l'Europa delle città, della loro storia di incontri, di esperienze concrete, di dialogo, di cooperazione.

Ecco perché, oggi, la costruzione di un'Europa dal basso che abbia forza e prospettiva deve fondarsi sulla capacità di costruire una rete euro-balcanica delle città, fondata su progetti concreti di scambio e gemellaggi, attraverso progetti di sviluppo della democrazia locali, di iniziative di economia comunitaria, di scambi culturali, di cooperazione decentrata. E' necessario avviare o sviluppare ancora di più la pratica delle "relazioni di comunità" in cui non solo i livelli istituzionali, ma anche quelli sociali, economici, culturali delle città si incontrano e lavorano insieme attraverso programmi comuni.

Sono tante le iniziative che si possono intraprendere: lo scambio di amministratori e di know how nella gestione dell'amministrazione locale; la condivisione della gestione di servizi e interventi in materia ambientale -soprattutto per le città contigue di diversi paesi; la cooperazione economica transfrontaliera per le città di aree confinanti; la cooperazione interuniversitaria, anche attraverso lo scambio di studenti e docenti; la pratica di una concezione larga della cittadinanza attraverso il riconoscimento dei diritti dei cittadini immigrati; la cooperazione comune in materia di interventi umanitari e di solidarietà internazionale nelle stesse aree geografiche. E molte altre iniziative ancora.

Le città possono dunque essere l'avanguardia della costruzione dell'Europa dal basso, prefigurando - anche a livello istituzionale - l'enucleazione di un nuovo modello di relazioni internazionali e di cooperazione tra i popoli. E' determinante che in questo processo le città non siano identificate esclusivamente con il loro profilo istituzionale, ma con il complesso di livelli (istituzionale, sociale, economico, culturale) che insieme possono fornire un orizzonte convincente a questo progetto.

Si tratta di costruire una rete di progetti e interventi delle città per l'Europa dal basso, dove l'idea della cooperazione, della democrazia e dei diritti trovino il loro inveramento al livello più diretto della partecipazione sociale.

L'Europa nasce proprio sul principio di sussidiarietà - inteso come valorizzazione dei livelli di autogoverno più vicini al cittadino - e in questo contesto le città possono trovare in questo progetto un loro ruolo e una prospettiva concreta e contemperare le visioni anguste e centralistiche che purtroppo anche in certa ispirazione della costruzione comunitaria sembrano prevalere.

Una conferenza, una convenzione permanente annuale delle città per l'Europa dal basso, potrebbero essere il luogo dove confrontare iniziative, progetti, metodologie di cooperazione e lavoro comune, dandosi una carta d'intenti, degli obiettivi concreti, uno spazio di confronto e di dialogo per arrivare ad una vera e propria "alleanza" della cooperazione euro-balcanica delle città per i diritti, la democrazia, lo sviluppo locale.


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