Il 17 e il 18 maggio 2000 - nell'ambito della prima Conferenza sullo sviluppo e la sicurezza nell'Adriatico e nello Ionio - si tenne una Conferenza parallela della società civile per la pace, la democrazia e la cooperazione nei Balcani con lo scopo di avanzare proposte e programmi concreti di cooperazione e interventi specifici per la ricostruzione e la cooperazione dell'Europa sud orientale. In quell'incontro si segnalò l'esigenza di affiancare agli interventi e alle iniziative di ricostruzione materiale e di sostegno economico, un piano della ricostruzione sociale, civile e democratica per favorire e incoraggiare lo sviluppo umano, l'economia sociale, il radicamento di un tessuto comunitario e democratico.
In questo contesto la tutela dell'ambiente assume un'importanza strategica che investe i temi della salute e delle condizioni sanitarie delle popolazioni, le prospettive di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato, la partecipazione attiva dei cittadini alla vita comunitaria, la socializzazione e il risanamento del territorio, la cooperazione regionale: l'ambiente può essere cioè la chiave di una visione della ricostruzione e della cooperazione fondata sull'integrazione europea e il recupero del territorio in una prospettiva di pace e di convivenza tra i popoli.
Sottolineiamo la necessità che i paesi partecipanti alla Conferenza sostengano la realizzazione degli obiettivi stabiliti nelle Convenzioni globali sulla biodiversità, i cambiamenti climatici, la desertificazione.
Auspichiamo pertanto la promozione di iniziative a favore della lotta alle siccità ricorrenti, alla desertificazione e al degrado delle terre nei paesi interessati, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo e dell'area del Mediterraneo, contribuendo -anche grazie al ruolo del volontariato e delle ONG- al soddisfacimento dei fabbisogni primari e al risanamento e valorizzazione del territorio. Segnaliamo l'importanza di iniziative del volontariato, degli enti locali e dei governi -ricordiamo ad esempio la campagna di sensibilizzazione "Prima della pioggia" promossa dal governo italiano con la partecipazione delle istituzioni locali- volte a raggiungere questo obiettivo.
Ricordiamo inoltre -a livello nazionale- l'importanza della recente approvazione della legge "per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Paesi dell'area balcanica", che prevede l'istituzione di un fondo per le attività di monitoraggio ambientale. E' necessaria una rapida attuazione della legge, nonché il pieno coinvolgimento dell'associazionismo e delle Ong nella programmazione e realizzazione degli interventi.
In occasione dell'incontro dei Ministri dell'Ambiente della Conferenza di Ancona, esprimiamo perciò queste richieste e aspettative:
- un intervento significativo e deciso a favore del risanamento e della bonifica di tutti i territori, dei fiumi e dell'Adriatico che hanno subito le conseguenze degli eventi bellici e dei conflitti degli anni '90 nei Balcani; in particolare auspichiamo: 1) un'azione immediata che preveda una informazione puntuale sulla presenza di ordigni inesplosi- in particolare le cosiddette "bombe a grappolo"- sganciati in Adriatico dagli aerei Nato di ritorno dalle missioni in Kossovo e Serbia, e una parola definitiva sull'attività di bonifica 2) un piano organico e specifico di bonifica dei territori colpiti e dei siti contaminati dall'uso dei proiettili ad Uranio Impoverito (accedendo a tutte le informazioni complete dei siti colpiti) o che hanno visto colpiti impianti industriali e chimici che hanno rilasciato sostanze inquinanti e tossiche (come a Novi Sad, Pancevo, Kragujevac) ; gli stanziamenti previsti dall'Unione Europea sono assolutamente insufficienti e- soprattutto- la progettazione degli interventi procede con gravi lentezze; non vi è nemmeno un'adeguato sostegno all'opera di informazione e di monitoraggio sanitario delle popolazioni delle aree interessate;
- l'avvio delle procedure internazionali necessarie alla dichiarazione che riconosca l'Adriatico e lo Ionio come "particularly sensitive sea areas"; questa esigenza, espressa anche nelle conclusioni finali della Dichiarazione di Ancona, è particolarmente pressante per il Medio e Alto-Adriatico, caratterizzati da una bassa profondità, da un lentissimo ricambio delle acque e da un intenso traffico marittimo di merci pericolose diretto verso i porti del Nord-Adriatico;
- la realizzazione di una strategia -attraverso interventi e investimenti mirati- di pianificazione e programmazione del territorio che integri iniziative sociali ed economiche, lo sviluppo delle
- aree urbane e rurali nel rispetto di una visione partecipata, equilibrata e sostenibile dello sviluppo del territorio;
- l'implementazione di programmi internazionali per la creazione e/o l'adeguamento di sistemi di monitoraggio costante delle acque costiere (e dei tratti finali dei principali fiumi), al fine di dotare tutti i paesi rivieraschi di un supporto scientifico per il controllo delle principali cause dell'inquinamento marino; tali programmi dovranno essere incentrati sull'interscambio di esperienze e di metodologie tra paesi e dovranno prevedere la partecipazione, oltre che degli organi istituzionali, anche di Istituti di ricerca qualificati e di associazioni ed Ong che abbiano maturato un'esperienza in proposito e che garantiscano l'accessibilità ai dati raccolti e la trasparenza delle procedure investigative;
- in questo contesto va ricordata la priorità di interventi decisi nei paesi interessati a favore della riduzione delle emissioni inquinanti generate da fonti fisse (impianti energetici, industriali, ecc.), anche con l'applicazione delle convenzioni ECE-ONU sull'inquinamento transfrontaliero e con standard minimi e omogenei (quelli previsti dalle linee guida dell'IPCC) da adeguare tenendo conto delle condizioni e delle tecnologie locali. Diventa dunque strategico investire nel sostegno deciso al rinnovamento dei vecchi impianti di produzione di energia, verso forme di energia pulita e non inquinante. Altri temi sono all'ordine del giorno che noi poniamo con forza e che riguardano il sistema del trattamento dei rifiuti, il controllo -dal punto di vista ambientale- dei processi di privatizzazione industriale, l'adeguamento delle infrastrutture fognarie e di depurazione delle grandi città;
- alla luce del piano di investimenti previsti e rivolti alle vie di comunicazione e al sistema dei trasporti nei paesi dell'Europa sud orientale chiediamo sia fatta una valutazione ambientale strategica dei piani e delle direttrici previsti dai progetti del Patto di Stabilità e dai Corridoi paneuropei che potrebbero impattare in modo preoccupante sull'ecosistema dell'area; ogni progetto promosso dovrà in ogni caso essere accompagnato da una valutazione di impatto ambientale;
- in considerazione anche del possibile sviluppo del turismo come risorsa economica per tutti i paesi dell'area chiediamo che si adottino standard di sostenibilità ambientale per l'espansione delle attività turistiche, in modo da salvaguardare l'integrità del patrimonio marino, delle coste, delle aree verdi; il turismo deve essere ecosostenibile dentro un quadro integrato di sviluppo economico e territoriale;
- è assolutamente prioritario un intervento significativo a favore del monitoraggio ambientale -e della necessaria bonifica- di un'area ambientale patrimonio europeo come quella del Danubio e del suo bacino; si auspica una forma di cooperazione regionale -come dichiarato anche dal Patto di Stabilità- che faccia della tutela ambientale del Danubio, anche l'occasione di integrazione e di comunicazione tra i paesi che ne sono attraversati; questo intervento deve essere rivolto anche a tutto il patrimonio fluviale che può essere oggetto di queste forme di cooperazione regionale e integrazione tra i paesi della Conferenza;
- i paesi che si affacciano sull'Adriatico hanno storicamente avviato esperienze iniziative di parchi e aree protette con significativi standard di protezione e di tutela; si auspica - anche raccordandosi ad iniziative italiane in atto come il progetto APE: "Appennino, Parco d'Europa", il programma "Via del Parco" e le iniziative promosse dal Parco dell'Aspromonte- la creazione di forme di cooperazione regionale tra i sistemi dei parchi a livello nazionale al fine di avviare scambi di esperienze, di operatori, di metodologie utilizzate;
- un iniziativa che favorisca, a livello universitario, di istituti di ricerca, di Ong e associazioni che si occupano di tutela ambientale un programma di scambi formativi e di esperienze che agevoli il confronto tra metodologie scientifiche, tecniche ed educative in modo da favorire -a partire dalla formazione dei formatori- la crescita di una cultura dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile; auspichiamo che rappresentanti di Ong, associazioni, comunità locali, istituti scientifici vengano coinvolti nelle strutture di confronto e di programmazione degli interventi previsti dall'Iniziativa Adriatico-Ionica sull'ambiente;
- la promozione di iniziative economiche rivolte alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente in una dimensione partecipativa, anche attraverso la sperimentazione di forme di impresa sociale e il microcredito: qualità dell'ecosistema urbano, aree protette, monitoraggio ambientale, sviluppo delle aree rurali -attraverso modelli a ridotto impatto ambientale- possono essere alcuni dei campi di intervento da sviluppare in questo contesto.
ARCS
CIPSI
COCIS
COMUNITA' DI CAPODARCO
COSPE
CVM
FOCSIV
ICS
LEGAMBIENTE
OSSERVATORIO PERMANENTE SUI BALCANI
PEACE GAMES
TAMAT
UISP

11/10/2001 -  Anonymous User

 
Il 17 e il 18 maggio 2000 - nell'ambito della prima Conferenza sullo sviluppo e la sicurezza nell'Adriatico e nello Ionio - si tenne una Conferenza parallela della società civile per la pace, la democrazia e la cooperazione nei Balcani con lo scopo di avanzare proposte e programmi concreti di cooperazione e interventi specifici per la ricostruzione e la cooperazione dell'Europa sud orientale. In quell'incontro si segnalò l'esigenza di affiancare agli interventi e alle iniziative di ricostruzione materiale e di sostegno economico, un piano della ricostruzione sociale, civile e democratica per favorire e incoraggiare lo sviluppo umano, l'economia sociale, il radicamento di un tessuto comunitario e democratico.
In questo contesto la tutela dell'ambiente assume un'importanza strategica che investe i temi della salute e delle condizioni sanitarie delle popolazioni, le prospettive di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato, la partecipazione attiva dei cittadini alla vita comunitaria, la socializzazione e il risanamento del territorio, la cooperazione regionale: l'ambiente può essere cioè la chiave di una visione della ricostruzione e della cooperazione fondata sull'integrazione europea e il recupero del territorio in una prospettiva di pace e di convivenza tra i popoli.
Sottolineiamo la necessità che i paesi partecipanti alla Conferenza sostengano la realizzazione degli obiettivi stabiliti nelle Convenzioni globali sulla biodiversità, i cambiamenti climatici, la desertificazione.
Auspichiamo pertanto la promozione di iniziative a favore della lotta alle siccità ricorrenti, alla desertificazione e al degrado delle terre nei paesi interessati, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo e dell'area del Mediterraneo, contribuendo -anche grazie al ruolo del volontariato e delle ONG- al soddisfacimento dei fabbisogni primari e al risanamento e valorizzazione del territorio. Segnaliamo l'importanza di iniziative del volontariato, degli enti locali e dei governi -ricordiamo ad esempio la campagna di sensibilizzazione "Prima della pioggia" promossa dal governo italiano con la partecipazione delle istituzioni locali- volte a raggiungere questo obiettivo.
Ricordiamo inoltre -a livello nazionale- l'importanza della recente approvazione della legge "per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Paesi dell'area balcanica", che prevede l'istituzione di un fondo per le attività di monitoraggio ambientale. E' necessaria una rapida attuazione della legge, nonché il pieno coinvolgimento dell'associazionismo e delle Ong nella programmazione e realizzazione degli interventi.
In occasione dell'incontro dei Ministri dell'Ambiente della Conferenza di Ancona, esprimiamo perciò queste richieste e aspettative:
- un intervento significativo e deciso a favore del risanamento e della bonifica di tutti i territori, dei fiumi e dell'Adriatico che hanno subito le conseguenze degli eventi bellici e dei conflitti degli anni '90 nei Balcani; in particolare auspichiamo: 1) un'azione immediata che preveda una informazione puntuale sulla presenza di ordigni inesplosi- in particolare le cosiddette "bombe a grappolo"- sganciati in Adriatico dagli aerei Nato di ritorno dalle missioni in Kossovo e Serbia, e una parola definitiva sull'attività di bonifica 2) un piano organico e specifico di bonifica dei territori colpiti e dei siti contaminati dall'uso dei proiettili ad Uranio Impoverito (accedendo a tutte le informazioni complete dei siti colpiti) o che hanno visto colpiti impianti industriali e chimici che hanno rilasciato sostanze inquinanti e tossiche (come a Novi Sad, Pancevo, Kragujevac) ; gli stanziamenti previsti dall'Unione Europea sono assolutamente insufficienti e- soprattutto- la progettazione degli interventi procede con gravi lentezze; non vi è nemmeno un'adeguato sostegno all'opera di informazione e di monitoraggio sanitario delle popolazioni delle aree interessate;
- l'avvio delle procedure internazionali necessarie alla dichiarazione che riconosca l'Adriatico e lo Ionio come "particularly sensitive sea areas"; questa esigenza, espressa anche nelle conclusioni finali della Dichiarazione di Ancona, è particolarmente pressante per il Medio e Alto-Adriatico, caratterizzati da una bassa profondità, da un lentissimo ricambio delle acque e da un intenso traffico marittimo di merci pericolose diretto verso i porti del Nord-Adriatico;
- la realizzazione di una strategia -attraverso interventi e investimenti mirati- di pianificazione e programmazione del territorio che integri iniziative sociali ed economiche, lo sviluppo delle
- aree urbane e rurali nel rispetto di una visione partecipata, equilibrata e sostenibile dello sviluppo del territorio;
- l'implementazione di programmi internazionali per la creazione e/o l'adeguamento di sistemi di monitoraggio costante delle acque costiere (e dei tratti finali dei principali fiumi), al fine di dotare tutti i paesi rivieraschi di un supporto scientifico per il controllo delle principali cause dell'inquinamento marino; tali programmi dovranno essere incentrati sull'interscambio di esperienze e di metodologie tra paesi e dovranno prevedere la partecipazione, oltre che degli organi istituzionali, anche di Istituti di ricerca qualificati e di associazioni ed Ong che abbiano maturato un'esperienza in proposito e che garantiscano l'accessibilità ai dati raccolti e la trasparenza delle procedure investigative;
- in questo contesto va ricordata la priorità di interventi decisi nei paesi interessati a favore della riduzione delle emissioni inquinanti generate da fonti fisse (impianti energetici, industriali, ecc.), anche con l'applicazione delle convenzioni ECE-ONU sull'inquinamento transfrontaliero e con standard minimi e omogenei (quelli previsti dalle linee guida dell'IPCC) da adeguare tenendo conto delle condizioni e delle tecnologie locali. Diventa dunque strategico investire nel sostegno deciso al rinnovamento dei vecchi impianti di produzione di energia, verso forme di energia pulita e non inquinante. Altri temi sono all'ordine del giorno che noi poniamo con forza e che riguardano il sistema del trattamento dei rifiuti, il controllo -dal punto di vista ambientale- dei processi di privatizzazione industriale, l'adeguamento delle infrastrutture fognarie e di depurazione delle grandi città;
- alla luce del piano di investimenti previsti e rivolti alle vie di comunicazione e al sistema dei trasporti nei paesi dell'Europa sud orientale chiediamo sia fatta una valutazione ambientale strategica dei piani e delle direttrici previsti dai progetti del Patto di Stabilità e dai Corridoi paneuropei che potrebbero impattare in modo preoccupante sull'ecosistema dell'area; ogni progetto promosso dovrà in ogni caso essere accompagnato da una valutazione di impatto ambientale;
- in considerazione anche del possibile sviluppo del turismo come risorsa economica per tutti i paesi dell'area chiediamo che si adottino standard di sostenibilità ambientale per l'espansione delle attività turistiche, in modo da salvaguardare l'integrità del patrimonio marino, delle coste, delle aree verdi; il turismo deve essere ecosostenibile dentro un quadro integrato di sviluppo economico e territoriale;
- è assolutamente prioritario un intervento significativo a favore del monitoraggio ambientale -e della necessaria bonifica- di un'area ambientale patrimonio europeo come quella del Danubio e del suo bacino; si auspica una forma di cooperazione regionale -come dichiarato anche dal Patto di Stabilità- che faccia della tutela ambientale del Danubio, anche l'occasione di integrazione e di comunicazione tra i paesi che ne sono attraversati; questo intervento deve essere rivolto anche a tutto il patrimonio fluviale che può essere oggetto di queste forme di cooperazione regionale e integrazione tra i paesi della Conferenza;
- i paesi che si affacciano sull'Adriatico hanno storicamente avviato esperienze iniziative di parchi e aree protette con significativi standard di protezione e di tutela; si auspica - anche raccordandosi ad iniziative italiane in atto come il progetto APE: "Appennino, Parco d'Europa", il programma "Via del Parco" e le iniziative promosse dal Parco dell'Aspromonte- la creazione di forme di cooperazione regionale tra i sistemi dei parchi a livello nazionale al fine di avviare scambi di esperienze, di operatori, di metodologie utilizzate;
- un iniziativa che favorisca, a livello universitario, di istituti di ricerca, di Ong e associazioni che si occupano di tutela ambientale un programma di scambi formativi e di esperienze che agevoli il confronto tra metodologie scientifiche, tecniche ed educative in modo da favorire -a partire dalla formazione dei formatori- la crescita di una cultura dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile; auspichiamo che rappresentanti di Ong, associazioni, comunità locali, istituti scientifici vengano coinvolti nelle strutture di confronto e di programmazione degli interventi previsti dall'Iniziativa Adriatico-Ionica sull'ambiente;
- la promozione di iniziative economiche rivolte alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente in una dimensione partecipativa, anche attraverso la sperimentazione di forme di impresa sociale e il microcredito: qualità dell'ecosistema urbano, aree protette, monitoraggio ambientale, sviluppo delle aree rurali -attraverso modelli a ridotto impatto ambientale- possono essere alcuni dei campi di intervento da sviluppare in questo contesto.
ARCS
CIPSI
COCIS
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CVM
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ICS
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